Corrispondenza di  Silvio Talarico del Comitato di quartiere Tor Pagnotta2 cell. 347 3305857

 

ROMA: 10 NOVEMBRE 2006 AUDITORIUM CONFINDUSTRIA EUR

CONVEGNO NAZIONALE DEL FONDO PER L’AMBIENTE ITALIANO ( FAI )

 

OSPITI :

- PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NAPOLITANO,

- MINISTRO RUTELLI,

- SINDACO VELTRONI,

- PRESIDENTE CONFINDUSTRIA MONTEZEMOLO

“In nessun altro Paese sarebbe permesso di assalire come da noi, deturpare città e campagne secondo gli interessi e i capricci del giorno..Il rischio dell’Italia è di entrare nel numero dei Popoli di cultura bassa, giacchè è possibile essere intelligenti e di cultura bassa” (Guido Piovene, Viaggio in Italia, 1957)

 

In Italia 30 anni fa erano ancora integri 30 milioni di ettari di territorio e paesaggio.

Oggi ne rimangono solo 19 dato che ben 11 sono stati nel frattempo sottratti, cancellati per sempre dalla speculazione edilizia.

I danni subiti dal Paese e dagli italiani è enorme in termini di:

- alterazione del clima dell’inquinamento dei beni vitali primari, (aria, acqua, alimenti);

- alterazione del Paesaggio e dei Beni Archeologici;

Purtroppo, il consumo indiscriminato di suolo non è finito, ANCHE SE IN ALCUNE REGIONI O COMUNI QUALCUNO HA AVUTO IL CORAGGIO DI FERMARE LA SPECULAZIONE.

E’ SUCCESSO IN:

-SARDEGNA, dove RENATO SORU, il Presidente della Regione, già fondatore di Tiscali,  ha varato una serie di provvedimenti per impedire la costruzione sulla costa tutelando l’incomparabile bellezza di quel paesaggio;

-PUGLIA, dove GUGLIELMO MINERVINI, Assessore al Patrimonio regionale e al Demanio marittimo sta tutelando il SALENTO, conservando la bellezza a vantaggio, anche economico, per le generazioni future;

-MANTOVA, dove FIORENZA BRIONI, Sindaco della città, con una battaglia amministrativa e giudiziaria sta cercando di annullare una concessione edilizia che rovinerebbe per sempre il meraviglioso paesaggio dei laghi;

-GENOVA, dove GIUSEPPE PERICU, Sindaco della città, ha bloccato la cementificazione della zona collinare con una Delibera del Consiglio Comunale che vieta ogni costruzione.

E QUI A ROMA? LA CITTA’ E’ SPORCA, LE STRADE SONO SPESSO PIENE DI BUCHE E DI IMMONDIZIE, LE PIAZZE, I PARCHI E LE AIUOLE , SPECIE IN PERIFERIA, ABBANDONATE AL DEGRADO, MENTRE I “PALAZZINARI” VERI PROTAGONISTI DELLA “PIANIFICAZIONE EDILIZIA” FINANZIANO E COMANDANO LA POLITICA. COSI’ IL CEMENTO INCOMBE DIVORANDO SEMPRE PIU’ LA CAMPAGNA.

Roma è una delle città dove storicamente la speculazione immobiliare dei cosiddetti “palazzinari”, legati a doppio filo al potere politico, bancario, mediatico ( i due principali quotidiani romani, il Messaggero e il Tempo sono di proprietà di due potenti palazzinari, Caltagirone e Bonifaci, che hanno ottenuto al di fuori del piano regolatore enormi concessioni edilizie ). La città si è espansa in modo abnorme, traffico e inquinamento hanno raggiunto limiti intollerabili, in assenza di ogni infrastruttura o sistema di trasporto pubblico adeguato a supportare gli enormi carichi urbanistici. Quartieri enormi, come il “Villaggio Calagirone” inseriti su stradine che servivano campagne e camping, del tutto insufficienti a smaltire le migliaia di auto che ora le assaltano ogni giorno, costringendo i poveri residenti a file di un’ora e mezzo per percorrere i pochi chilometri necessari a raggiungere la città.

I quartieri poi sono per lo più veri e propri alveari, o dormitori, privi di piazze, verde, punti di aggregazione e cultura. La qualità della vita  è pessima, i valori immobiliari hanno espulso la popolazione sempre più lontano dal Centro, con conseguenze disastrose per il traffico dovuto al pendolarismo. L’uso dell’auto è una necessità, viste il penoso sistema ferroviario, che rende Metropolitana e Treni locali una sorta di carro bestiame nelle ore di punta.

Tra concessioni fuori e dentro il piano regolatore, si arriverà nei prossimi anni alla spaventosa cifra di sessanta milioni di metri cubi di cemento. Sufficienti ad ospitare 600.000 nuovi residenti, ovvero una cifra enormemente più grande del necessario. Infatti l’emergenza abitativa riguarda meno di 50.000 abitanti, persone, tra l’altro non in grado di acquistare ai prezzi di mercato arrivati a vette non raggiungibili per le loro possibilità economiche. Manca, come ha denunciato anche la Presidente del FAI, Giulia Crespi, un programma di edilizia economica e popolare, trascurato ignobilmente per avvantaggiare la speculazione edilizia che costituisce la stragrande maggioranza delle concessioni previste a Roma.

La Crespi ha denunciato pure i Sovrintendenti, ormai corrotti o subalterni ai costruttori, tanto che spesso omettono di porre vincoli anche su aree paesaggistiche ed archeologiche pregiate.

Lo abbiamo visto a Nuova Tor Vergata, dove su un’area vincolata è stata data una concessione per un complesso turistico alberghiero, arrivato in sostituzione di un parco e delle scuole, o a Tor Pagnotta, dove è successa la stessa cosa e dove proprio in questi giorni le ruspe di Caltagirone stanno attaccando uno dei paesaggi più belli dell’Agro Romano con relativi siti archeologici ed antichi casali.

Il sindaco Veltroni è andato via subito dopo l’intervento della Crespi, rinunciando al suo discorso previsto nel programma.

Ha parlato il Ministro Rutelli, che abilmente ha aggirato il tema edilizia-sovrintendenza-paesaggio per spostare l’attenzione sulla proposta di reintrodurre nelle scuole l’insegnamento della Storia dell’Arte. Così i nostri futuri cittadini saranno informati sull’Arte, ma dovranno fare i conti con un’ambiente stravolto dall’aggressione del cemento e dell’inquinamento.

Durante il Convegno ho posto alla Crespi la questione romana, con Tor Pagnotta in cima all’agenda. Mi ha chiesto di inviarle una relazione con la copia degli appelli che abbiamo inviato al Sindaco Veltroni ed ai  Ministri Rutelli e Pecoraro Scanio.

L’ho fatto immediatamente: vediamo se il FAI porterà all’attenzione di Sindaco e Ministri la tutela dell’Agro romano, cantato dal leopardi ne”La Ginestra” e che ora rischia, se non riusciamo a mobilitarci tutti per impedirlo, di essere sepolto per sempre da una colata di cemento.

DOBBIAMO FORSE INVIDIARE I CITTADINI DELLA SARDEGNA, DELLA PUGLIA, DI MANTOVA E GENOVA?