TORNA INDIETRO DI 15 ANNI. LE SCELTE URBANISTICHE E STRUTTURALI SUL TERRITORIO
FORSE SONO GIA' STATE DECISE PRIMA DELLE ELEZIONI, IN ALTRE SEDI.
MANCA LA CULTURA DELL'INNOVAZIONE POLITICA E LANGUE OGNI TENTATIVO DI
CITTADINANZA ATTIVA, VISTA, NON COME RISORSA, MA COME INTERFERENZA SUI BARATTI DI PARTITO
ECCO IL COMUNICATO DELL'EX LAVANDERIA
PER
L'USO PUBBLICO, SOCIALE E CULTURALE
INFO TECHNE' 338 2615513
INAFFIDABILI
Nuova bozza di Protocollo sul S.Maria della Pietà: dopo mesi di discussione, si propone di azzerare tutte le conquiste per l’uso pubblico, sociale e culturale dell’Ex Manicomio.
Nessun polo culturale pubblico al S.Maria della Pietà, mantenimento delle strutture sanitarie anche psichiatriche, il tavolo partecipato non servirebbe più a nulla. Non più l’intenzione di legalizzare l’esperienza dell’Associazione Ex Lavanderia. Questo, in sintesi, il contenuto dell’ultima bozza di Protocollo di Intesa elaborata dagli uffici del Comune e presentata alla Giunta Municipale dal Presidente del Municipio XIX.
Una pantomima. Questo sembra essere stata la disponibilità al confronto dell’amministrazione comunale e degli altri interlocutori istituzionali, dopo anni di impegni non rispettati, di regole violate, di incapacità di ascolto.
Dopo una prima bozza di Protocollo di Intesa, elaborata a settembre, altre 2 versioni avevano accolto una parte significativa delle richieste dell’Associazione Ex Lavanderia e del mondo associativo che si batte per l’uso pubblico, sociale e culturale del S.Maria della Pietà.
In un’Assemblea pubblica l’Associazione Ex Lavanderia aveva presentato ai cittadini le luci e le ombre di quella proposta.
Anche se con molte ambiguità e indefinitezze, veniva sancita la necessità di avviare la desanitarizzazione del Comprensorio, lo spostamento della maggior parte delle strutture sanitarie a partire da quelle psichiatriche (vietate per legge). Inoltre si proponeva la realizzazione di un Polo Culturale a gestione e proprietà comunale che raccoglieva, in parte, l’indicazione dei 9.000 citadini che firmarono la Delibera di Iniziativa Popolare mai discussa dal Comune di Roma.
Poi, mentre si attendeva la firma sulla bozza concordata, gli uffici del Comune elaborano la nuova bozza di Protocollo che secondo alcuni dovrebbe essere firmata la prossima settimana.
Un capolavoro di bizantinismo, ipocrisia e pratica dell’inganno.
Da questa proposta emerge l’obiettivo comune di sempre: la cannibalizzazione del S.Maria della Pietà tra l’ospedale perseguito dalla destra e da Storace (e, a quanto pare, dai nuovi gestori della sanità regionale) e l’Università di Morassut e Lazzara.
L’idea di partecipazione degli estensori della bozza di Protocollo è un’immane presa in giro, una pratica della furbizia e dell’inganno, l’assenza di qualsiasi etica delle regole e delle relazioni.
L’Associazione Ex Lavanderia era disponibile ad accettare una bozza imperfetta e ambigua confidando nella possibilità di ricondurre alla correttezza gli interlocutori attraverso un metodo di partecipazione e trasparenza.
L’ultima bozza è rivelatrice definitiva delle intenzioni degli interlocutori di Comune, Regione, Municipio ed ASL. Spiega la solo apparente contraddizione tra l’apertura di una trattativa e la contestuale richiesta di sgombero della Ex Lavanderia, spiega definitivamente perché, a suo tempo, l’opera di demolizione degli ostelli e di ospedalizzazione del S.Maria promossa da Storace trovò silenzio e connivenza da parte dell’amministrazione comunale. Spiega gli interessi e gli obiettivi che motivarono il Comune a non rispettare il proprio Statuto e a non discutere la Proposta di Delibera di Iniziativa Popolare, a non mettere in pratica gli indirizzi delle mozioni approvate. Spiega, infine l’ostilità e il boicottaggio subdolo all’esperienza della Ex Lavanderia, nella vana speranza che essa morisse di inedia.
Qualcuno spera che il promesso e mai realizzato tavolo partecipato sul S.Maria della Pietà si possa limitare a discutere sull’utilizzo del Padiglione 31.
Per quanto potente e tracotante, chi pensa questo si illude.
L’obiettivo dell’Associazione Ex Lavanderia rimane quello dell’uso pubblico e culturale di tutto il S.Maria della Pietà, per rispetto della memoria del manicomio, per rispetto dei progetti e dell’impegno di migliaia di cittadini, per la difesa dei principi e delle conquiste della Legge 180. La disponibilità ad accettare un ridotto utilizzo universitario era un modo per raggiungere un compromesso dignitoso a quanto pare non perseguito da quegli interlocutori istituzionali abituati a schiacciare sotto il proprio tallone e con qualsiasi mezzo chiunque si discosti dai propri obiettivi ed interessi.
Per quanto riguarda il Padiglione 31 non c’è alcuna trattativa da fare. Le dichiarazioni di Marrazzo, gli atti ufficiali del Comune sono impegni pubblici già presi per la legalizzazione dell’esperienza dell’Associazione Ex Lavanderia.
Solo con la violenza e con l’arbitrio, solo con la definitiva rottura di ogni impegno e dichiarazione, si potrà far cessare di vivere il Centro Culturale che già esiste al Padiglione 31.
Qualsiasi disponibilità da parte nostra alla trattativa con soggetti che hanno ampliamente dimostrato la propria inaffidabilità quali l'Assessore all'Urbanistica del Comune, il Presidente del Municipio, quello della Regione e l'Ass. regionale Battaglia è al momento improponibile.
Chiediamo alle forze politiche, associative e sociali che da sempre hanno mostrato disponibilità ed attenzione di battersi, in ogni sede, perché questa bozza di Protocollo non venga firmata e che si creino le condizioni di garanzia per un vero tavolo partecipato senza trucchi e imbrogli.
L’Associazione Ex Lavanderia si batterà con ogni sua forza, con la pratica nonviolenta della disobbedienza civile perché non raggiunga il suo fine chi vuole cannibalizzare il S.Maria della Pietà, chi non ha mostrato e non mostra rispetto per la memoria che esso rappresenta, chi non ha dimostrato e non dimostra alcuna cultura democratica e partecipativa.
Chi da sempre ha parlato e continua a parlare con lingua biforcuta.