La morte dei barboni e il servizio di emergenza
sociale del Comune
Roma 24 novembre 2006
Sottopongo all'attenzione dei fatti di cronaca
cittadina che potrebbero essere utili per delle riflessioni sulla gestione
politica dei problemi sociali.
La notizia della morte dei "barboni" mi dà
l'occasione di ribadire la quasi inutilità del servizio di emergenza sociale,
così come è pensato e organizzato. Oltre a notare l'arricchirsi della cronaca
di fatti riguardanti i "barboni" mi sembra che sia evidente, girando per la
città, una crescita del fenomeno di vivere in strada. L'Assessora ai Servizi
Sociali per il terzo anno consecutivo ha reintrodotto l'iniziativa di autobus
notturni riservati ai barboni, forniti di tè caldo, dove si spera che
accettino di ripararsi e non morire di freddo. Io non so quanti barboni
accettino di passare la notte sui bus ma dubito che l'iniziativa funzioni e
nonostante ciò credo che sia riproposta più come qualcosa da sbandierare nelle
pubbliche sessioni e chetare le coscienze dei benpensanti che per un efficacia
effettiva. Il Comune di Roma non prevede mai la verifica dell'efficacia
dei servizi forniti, rende pubblici solo alcuni dati omettendone altri, così
nessuno si chiederà mai se è giusto tenere in piedi la SOS, il Progetto
Roxanne, gli autobus notturni per i barboni ecc.ecc., e non utilizzare invece
le risorse disponibili per azioni più efficaci contro il disagio.
un operatore sociale di strada