PATTO SULLA SICUREZZA SOCIALE. RIFLESSIONI E PROPOSTE

Quasi un migliaio di agenti in più tra Roma e Milano per garantire maggiore legalità e sicurezza. Oltre all'aumento numerico di agenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza aumenteranno i controlli attraverso gli "occhi elettronici".

Infatti è stata prevista l’introduzione di un sistema di ‘sicurezza degli accessi’: in pratica un sistema di videosorveglianza che leggerà le targhe dei veicoli alle barriere autostradali e delle tangenziali tramite una rete di telecamere intelligenti.e l'annotazione delle targhe ai caselli autostradali.

L'equilibrio tra legalità e solidarietà diventa sempre più delicato.

E' stato il prefetto Serra a sottolineare per primo che, a Roma, bisogna trovare una soluzione diversa per i tanti nomadi irregolari, una soluzione di solidarietà e non di emarginazione. "Non ci saranno poteri straordinari e il vero potere sarà nella condivisione delle scelte. Se non ci sarà conflittualità - ha aggiunto - questo sarà il vero potere".

In diverse occasioni (bimbi rom sotto la metro e occupazioni di case) lo stesso prefetto ha osservato quanto sia più efficace un'adeguata risposta sociale piuttosto che un automatico ricorso alle forze dell'ordine. Il Prefetto ha, con queste affermazioni, dato prova di avere maggiore competenza ed esperienza di chi amministra comodamente seduto presso la sala operativa del Comune.

Ma i provvedimenti che stanno per essere messi in atto sembrano provenire da un allarme generale potenziato a seguito dei recenti fatti di cronaca che hanno visto protagonisti immigrati soprattutto dell'est europeo.

Sprazzi di xenofobia originati dalla paura dello "straniero" danno la sensazione di una solidificazione di steccati e barriere.

Tendendo all'autoisolamento si invoca la militarizzazione delle strade e dei quartieri ma non si riesce a fare un passo in avanti nella direzione della mediazione sociale e culturale e sul campo della dispersione scolastica giovanile, dell'integrazione di bimbi rom e persone svantaggiate.

Nelle scuole si respira un'impreparazione assoluta sulle dinamiche della comunicazione e dell'autonomia dei gruppi classe rispetto agli alunni svantaggiati.

Gli atti di bullismo sono segnali importanti di insuccesso nella trasmissione educativa del rispetto della diversità e dell'accoglienza.

Una scuola che non riesce ad impartire questi valori continuerà a produrre, a ciclo continuo, disaggregazione sociale e muri contro i quali la repressione militare avrà corto respiro.

Ma c'è anche un altro fenomeno abbastanza evidente : Vengono evidenziati dalla stampa i delitti e le violenze compiute da immigrati come se il problema della criminalità non riguardasse gli "autoctoni" in percentuali ancora maggiori.

Poco risalto invece agli episodi positivi opposti che vedono protagonisti persone straniere, come nel caso di Vercelli, dove il poliziotto ferito sull’autobus è stato salvato da un “clandestino” che non è fuggito davanti al fuoco come tutti gli altri passeggeri.

E che dire dei "martiri" sul lavoro?  Ad esempio, i tanti lavoratori irregolari rumeni e albanesi non censiti dall'Inail e i tanti deceduti a seguito di infortuni nei cantieri ma ufficialmente morti per altre cause.

Imbarazzanti, poi, i dati riportati dagli ispettori del lavoro: nel settore edile un lavoratore su due è irregolare in città.

Inoltre sono 159mila i lavoratori con contratti atipici (il 13,5 per cento del totale) e 33mila il numero totale di intermittenti, i precari in attesa di contratto.

La Caritas e la Comunità S. Egidio, che hanno stipulato diverse convenzioni con il Comune di Roma hanno espresso il loro plauso per l'iniziativa di Veltroni nei confronti del governo sulle tematiche sociali.

Ma vorremmo, dalla nostra umile postazione avanzare le seguenti proposte: perchè il sistema informativo della Caritas e di S. Egidio, relativo agli immigrati che usufruiscono dei servizi di accoglienza, sistema a volte accessibile alle forze di polizia per motivi di ordine pubblico, non viene utilizzato anche per risalire ai caporali e alle imprese edili che sfruttano a sangue i lavoratori stranieri?

Perchè la Regione non investe di più in case, nuova occupazione, stabilizzazione del precariato invece che nel rafforzamento del controllo militare del territorio?

Perchè non si fanno verifiche e non si interviene in tutte quelle scuole dove la dispersione e la mancata integrazione hanno percentuali preoccupanti nonostante province ed enti locali finanzino a iosa progetti per la multiculturalità e l'accoglienza?

Perchè, al pari di un patto sulla sicurezza per il dispiegamento di agenti di polizia, non si istituisce un patto tra Università, enti locali e ministero dell'Interno per mettere in circolo saperi, sperimentazioni, ricerca sociale?

Perchè non  favorire il riconoscimento, la valorizzazione e il dispiegamento sui territori, nelle scuole, negli oratori, nei quartieri delle numerose professioni altamente qualificate nel campo della formazione e dell'educazione ?

Domenico Ciardulli
 

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