INDAGINE SUL RAPPORTO TRA GLI ADOLESCENTI E I CENTRI COMMERCIALI

Ricerca finanziata dalla Regione Lazio- Assessorato per la Tutela dei Consumatori

Capitolo tratto da "La casa dello specchio"  (La Maieutica)

Incontro con gli adolescenti presso il centro commerciale Gulliver di Roma (municipio XIX)

Daniele Angelucci

Ore 15.30. Appena arrivati nei pressi del centro commerciale, il mio sguardo va immediatamente all'ambiente circostante; il Gulliver si trova in un angolo di strada non molto grande, tra due piccole vie contorniate da varie abitazioni. A giudicare dall'apparenza mi sembra uno dei centri commerciali più vecchi: insegne poco luminose, architettura squadrata e colori abbastanza cupi. Entriamo. Ci sono ancora poche persone. Il centro commerciale all'interno è molto contorto; è disposto su due piani ma mi appare molto irregolare; si sale da una parte e si scende da un'altra; troppe scale mobili, non riesco neanche a individuare un punto topico dove poter incontrare i ragazzi. Alla fine ognuno di noi occupa una postazione che riteniamo più interessante. Dopo un quarto d'ora fortunatamente si comincia a vedere gente; incontro subito tre ragazze molto giovani e chiedo loro gentilmente se vogliono compilare il questionario. Dopo un attimo di esitazione mi rispondono affermativamente; le vedo allegre e curiose, ogni tanto ridono quasi fosse una cosa molto strana rispondere a delle domande. Mi incuriosisco e chiedo loro il perchè di tanta ilarità; mi dicono che per loro è una novità, che il quartiere è monotono e le persone sono sempre le stesse; gli unici luoghi dove andare sono il Gulliver e il cinema che per altro si trova all'interno dello stesso centro commerciale (questi discorsi verranno ripetuti per l'intera durata della ricerca e quasi tutti mi diranno più o meno le stesse cose). 

Mentre sto controllando i questionari di altri ragazzi, noto con piacere che, da quando ho iniziato, l'età media è di 13-14 anni: non mi era mai capitato altrove; sarà che il Gulliver è molto più piccolo rispetto ad altri centri commerciali o più facile da raggiungere. Inoltre ci sono un paio di comitive che sin da prima avevano attirato la mia attenzione; è da un pò di tempo, in particolare, che guardando fuori dalle vetrate noto una comitiva che esce in continuazione per poi rientrare dalla porta secondaria. Noto il loro modo di vestire, i loro gesti, il loro modo di fare. Sono molto giovani, ma hanno già il motorino, fumano e sono vestiti in modo molto appariscente. sarei molto contento se potessi somministrare il questionario a loro, ma purtroppo entrano ed escono frettolosamente e certamente non posso seguirli fuori. Stranamente due di loro camminano tenendo il casco in testa, quasi a volersene atteggiare; anzi è proprio così, lo portano con orgoglio al punto di non toglierselo neanche all'interno del centro commerciale. Pur contento del lavoro svolto finora sono un pò insoddisfatto: vorrei riuscire a sottoporre il questionario alla "comitiva del casco", anche perchè chiaccherando con altri ho capito che sono proprio i ragazzi che frequentano più di tutti e abitualmente il gulliver. Sono quasi le sei quando all'improvviso vedo sbucare da un angolo una dei ragazzi della comitiva (ormai avevo memorizzato i loro volti). Si avvicina spavaldamente e mi chiede cosa stia facendo, forse incuriosito dalle tre ragazze che stanno riempiendo il questionario in quel momento. Dopo avergli spiegato tutto vedo la sua mimica facciale penso al peggio; ma ecco che in istante cambia atteggiamento; mi sorride, prende il questionario e inizia a leggerlo. Mentre sto controllando gli altri mi chiama e mi fa un bel pò di domande; noto subito le sue difficoltà, non capisce il senso di alcune domande, non conosce affatto alcuni semplici termini. Inizio così a leggergli e spiegargli i vari punti del questionario. Si chiama Manolo, ha 15 anni e la prima cosa che mi dice è che abita alle case "popolari" vicino al Gulliver; non è vestito bene, ha i capelli lunghi e un'aria da furbetto...ormi seguo solamente lui, visto che a ogni domanda de3l questionario me ne fa altre mille. Ma stiamo entrando in una reciproca empatia; capisco al volo quello che non gli è chiaro. Manolo sta arrivando alle ultime pagine e penso che non posso farmi sfuggire l'occasione di agganciare i suoi amici; ma neanche a farlo apposta ecco arrivare tutti insieme gli altri quattro. Manolo entusiasta corre da loro, spiega lui cosa devono fare e dopo pochi istanti me li ritrovo tutti davanti a me. Rispiego tutto e mi raccomando di compilarli bene. Li vedo contenti, pronti, orgogliosi nel far valere la loro presenza; questo è il loro territorio e a modo loro me lo vogliono far capire: si vede dalle loro risate, dalle loro domande, dai loro reciproci sfottò... Spero solo non facciano troppi errori. Controllando i questionari, vedo con piacere che non hanno fatto sbagli (a parte qualche domanda saltata) li ringrazio e li saluto. Manca ormai un solo questionario da compilare e sono contento. Credo di aver fatto un buon lavoro e, nonostante siano quasi le sette di sera, di ragazzi ce ne sono ancora molti. Penso proprio che non sia un problema fermarne un altro. Ore 19.00. Ho finito. Ho sentito le altre due ricercatrici e anche loro hanno finito. E' stato un bel pomeriggio; questo piccolo centro commerciale (dal nome non si direbbe!), nonostante le sue evidenti discontinuità archiettoniche, è accogliente. I giovani sono stati molto gentili e coinvolti positivamente dall'iniziativa. Partiamo per tornare a casa e rifletto sulla "comitiva del casco". Quei ragazzi mi hanno dato l'impressione di soffrire particolarmente per il fatto di non avere molto altro rispetto al centro commerciale: carenza che purtroppo investe numerose periferie romane.

Da EPILOGO a pag. 99

...Prendiamo atto con spirito critico la loro frequentazione si è inserita prepotentemente negli stili di vita del mondo dei giovanissimi: la metà dei ragazzi che scelgono di trascorrere un pomeriggio in un centro commerciale non acquista alcun prodotto ma ridisegna quello spazio come un proprio territorio, una costruzione intermedia tra sè e il mondo, dove sperimentare le esperienze primarie che la città ormai tende a negare: la seduzione, la socializzazione, il gioco. Essi abitano questi luoghi come naufraghi delle città che approdano su un'isola in cui riparare le navi e riprendere la navigazione. Troveranno su quest'isola Alcinoo o la Maga Circe?

Da ANALISI QUANTITATIVA a pag. 29

...Alla luce di queste considerazioni, nel rapporto tra adolescenti e centri commerciali crediamo si siano configurate inscindibili tra loro la dimensione onirico-fiabesca e l’esperienza dell’esser-ci nel vivere la rappresentazione empirica. Nell’introduzione alla ricerca abbiamo già parlato di come uno slogan pubblicitario del Parco Leonardo (a Fiumicino) reciti “i sogni si costruiscono” e si proponga al visitatore con tono ammiccante di ‘luogo dei tuoi sogni’; anche il Fashion District di Valmontone e il Castel Romano Designer (entrambi Factory Outlet Center), tra i più innovativi nel mondo delle grandi superfici commerciali, propongono delle città ideali con un’architettura deduttiva, un’organizzazione degli spazi che a Castel Romano allude al villaggio fiabesco stile Disneyland e a Valmontone si ispira a un borgo della Roma antica. Città dei sogni e dello stare insieme, i nuovi centri commerciali ripropongono anche l’idea rinascimentale della città ideale, raffigurata nella meravigliosa tavola dell’Anonimo fiorentino (secondo alcuni Piero della Francesca): utopia architettonica dove gli edifici sono disposti in maniera simmetrica e trasversale rispetto al centro della rappresentazione culminante in una rotonda, particolare tipologia di edificio classico che, in quanto strutturalmente di forma circolare, vuole simboleggiare (con l’iperbole della circonferenza del cerchio, figura da sempre ritenuta perfetta perché in sé chiusa e conchiusa) il coronamento di un’opera che tutto racchiude all’interno, lasciando un vuoto ideale e universale al di fuori di sé.

SCARICA L'INTERA RICERCA SU 14 CENTRI COMMERCIALI DEL LAZIO (Pdf)

"ANGELI CON LA FACCIA SPORCA" GIORNATE DI STUDIO SULL'ADOLESCENZA

 

 

 

 

 

 

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