LA RETE DEI COMITATI DI QUARTIERE DELLA ZONA TRIONFALE STENTA A DECOLLARE

IL PRESIDENTE LAZZARA CONTESTATO VIVACEMENTE DALLA PLATEA      

(LE FOTO)

Si è tenuta giovedì 3 maggio alle ore 17 la grande assemblea indetta dalla rete di coordinamento territoriale per la salvaguardia della qualità della vita e della mobilità nei quartieri che gravitano intorno alla via trionfale (Ottavia Palmarola, Lucchina, Associazione S. Onofrio, associazione Ex lavanderia, progetto democratico, Legambiente..).

Le foto dimostrano il buon numero di partecipanti all'iniziativa in un'aula magna che, pur grandissima, è stata quasi riempita con alcune centinaia di persone provenienti da diversi quartieri del municipio XIX.

Grandiosa la parte tecnica consistente in un video di alto livello giornalistico che descriveva lo stato del traffico sulla via Trionfale da Piazza Monte Gaudio fino alla Giustiniana. Un monitoraggio degli studenti dell'istituto E. Fermi arricchito da tabelle e grafici è stato utile a far capire e localizzare la mappa geografica e oraria dei nodi e delle criticità del traffico lungo la via Trionfale.

Al pettine tutti i nodi: opere inutili come l'allargamento in un tratto che va da via Stresa fino all'incrocio con via Pineta Sacchetti, opere sbagliate e revisionate come il tortuoso svincolo del GRA sulla via Trionfale, all'altezza di Ipogeo degli Ottavi, la grande problematicità di una strada, la trionfale, che per la sua conformazione e grandezza e ristrettezza dei marciapiedi non può diventare infrastruttura viaria principale se non a costi altissimi per la popolazione. E infine il grande enigma dello sviluppo del ferro che, a differenza di altre grandi capitali europee come Parigi, è caratterizzato da tempi biblici, vedi il raddoppio della FR3 Cesano Viterbo, o la trasformazione della Fr3 in metropolitana di superficie.

A Parigi ne hanno realizzata una simile che unisce 7 comuni in soli 30 mesi.

Saltavano all'occhio quelle sagome di cartone con il nome, poggiate sul tavolo della presidenza dell'Assemblea: erano le sagome degli invitati grandi assenti: gli assessori Calamante, Pomponi, D'Alessandro e il Sindaco Veltroni.

Solo D'Alessandro ha mandato un suo segretario dopo tante insistenze, ma l'assenza di esponenti autorevoli del Comune di Roma ha un significato chiarissimo, come per il garage sotto il Pincio: il Comune di Roma intende realizzare tutte le opere pubbliche previste anche contro le resistenze e contro la volontà dei cittadini e dei comitati di quartiere.

I progetti di allargamento del tratto che va da via Chiarugi o da via Barellai (cose poco chiare) non si vedono nonostante in un'intervista dell'ottobre 2006 il Presidente del Municipio XIX Fabio Lazzara aveva detto che stava per essere consegnato  a momenti il progetto definitivo.

Insomma tanti milioni di euro già stanziati, tanti progetti in cantiere o già pronti ma i cittadini vengono tenuti all'oscuro fino a quando le opere non diventano esecutive, alla faccia della partecipazione tanto sbandierata dall'Unione nei suoi programmi e alla faccia delle norme europee che prevedono il coinvolgimento attivo delle popolazioni nelle trasformazioni urbanistiche.

Ma la grande menomazione dell'assemblea tenuta al Fermi è stata, purtroppo, una conduzione profondamente sbagliata nell'impostazione e nella disciplina di alcuni interventi.
Un presidente d'assemblea troppo blando e accondiscendente verso le autorità municipali alle quali ha dato spazi eccessivi dimenticando che questa assemblea doveva essere dei cittadini per far venire fuori idee dal basso, nuove risorse umane utili a rafforzare la rete e  per stimolare la cittadinanza attiva. L'appuntamento non doveva diventare un'ulteriore passerella per il presidente del Municipio e dei consiglieri.

Ad essi, invece, è stata regalata una splendida immeritata occasione per mettersi in mostra, per sfuggire alle domande dei cittadini ed essere addirittura causa di fratture tra gli organizzatori.  No!, senza una strategia non si va avanti, la rete rischia di impantanarsi in "leaders" autoreferenziali abituati alle "moine" verso politici e partiti.  Serve, a mio avviso, una pari dignità, non complessi di inferiorità, tra cittadini e amministratori. Sarebbe stata giusta una presidenza dell'assemblea alternata, per valorizzare tutte le componenti della rete. Sarebbe stato più giusto favorire numerosi interventi dalla platea prima di tutto e solo alla fine concedere un tempo regolamentato ai politici presenti.

Il collante tra i comitati non può essere lo stesso metodo usato nel passato dai singoli: sommatoria di imbonimenti degli amministratori per ottenerne le grazie particolaristiche ( questo costume ha rappresentato secondo me il degrado culturale del municipio XIX).

Basta strizzatine d'occhio e lunghe telefonate personali private con il Presidente o con assessori e consiglieri.

Qui è in ballo qualcosa di prezioso e di importante: la salute e la vivibilità di un intero territorio. Solo i cittadini possono salvaguardarla visto lo stato pessimo del sistema politico partitico.

Termino con due esempi: quando a Ottavia, anni fa, si intossicarono di salmonella nelle mense scolastiche 182 bambini, dei quali 14 finirono in ospedale e ad uno fu tolta l'appendice per sbaglio, scaturì un processo penale per lesioni colpose. I responsabili della ditta sono stati condannati in primo grado a 4 mesi di reclusione. Ma nè Il municipio XIX, allora governato dal centrosinistra, nè il Comune hanno avuto il decoro di costituirsi parte civile. Che vergogna! Qualche anno dopo, le tante morti di leucemìa nella zona di S. Maria di Galeria e Tragliatella, spinsero molti genitori a presentare un esposto in Tribunale. Riuscirono a far condannare, seppur per il reato di "getto pericoloso di cose", Radio Vaticana a causa dell'elettrosmog prodotto dalle grandi antenne poste sulla braccianese. Ebbene, anche qui il Municipio XIX, questa volta governato dal centrodestra e competente per territorio assieme al XX°, non si è costituito parte civile. Che vergogna! Mi sembra che non ci sia da aspettarsi molto da questi politici.

Ma loro continueranno a fare danni fino a quando i cittadini continueranno ad occuparsi solo del proprio particolare, senza la giusta attenzione per la cura dei beni comuni e, soprattutto, senza una visione d'insieme sulle politiche ambientali e della mobilità.

Abbiamo molto da perdere, noi e le future generazioni, se rimaniamo sudditi.

Riaccendiamo, invece, la speranza di cambiare le cose. Riappropriamoci tutti del diritto di partecipare e di esprimere il nostro punto di vista.

Domenico Ciardulli