TEST DELLE
IENE SU 50 DEPUTATI
LA STAMPA
Onorevole sniffata
10/10/2006
di Fabrizio Rondolino
E’ opportuno che gli scandali avvengano: e se il (piccolo)
scandalo del test antidoping inflitto con uno stratagemma a 50
parlamentari servirà a discutere seriamente che cosa sia oggi il
mercato dei consumatori di «droghe», le Iene vanno senz'altro
ringraziate. Tre deputati su dieci avrebbero assunto
stupefacenti nelle trentasei ore precedenti il test; per la
precisione, l'8% sarebbe risultato positivo alla cocaina e il
32% alla cannabis.
Abbiamo dunque un Parlamento di tossicodipendenti? Secondo la
legge in vigore, e a sentire certi giudizi che hanno cominciato
a piovere, certamente sì. Secondo il buonsenso, certamente no.
Se le Iene avessero fatto il loro test in un liceo o in un
network tv o ad un convegno di architetti, non avrebbero
probabilmente avuto risultati molto diversi. La cocaina è da
tempo una «droga sociale», relativamente diffusa in alcuni
specifici ambienti professionali: sulla sua pericolosità la
discussione è aperta. Quanto alla marijuana, basterà un dato:
esistono in Italia un centinaio di negozi che vendono, in modo
perfettamente legale, tutto l'occorrente (semi inclusi) per
coltivarsi in casa le piantine. Si tratta insomma di un fenomeno
largamente diffuso e sempre più «normale». Persino Fini, a
«Porta a porta», ha confessato una sera di aver fumato uno
spinello, da ragazzo, in Giamaica.
Se così stanno le cose in Italia (come nel resto
dell'Occidente), non si capisce perché in Parlamento non se ne
possa e debba parlare con tranquillità, serenità e realismo.
Quei sedici deputati (per ora anonimi) risultati «positivi» al
test delle Iene dovrebbero convocare già oggi una conferenza
stampa e annunciare l'imminente presentazione in Parlamento di
un disegno di legge bipartisan che depenalizzi il consumo e la
coltivazione personale della cannabis. E se si riuscisse a
discuterne senza pregiudizi né tracimazioni propagandistiche,
non sarebbe neppure impossibile trovare una maggioranza.
|
|
|
|