ONOREVOLE SNIFFATA

UN DEPUTATO SU 3 FA USO DI DROGA? FILMATO BLOCCATO

IL GARANTE INGABBIA LE IENE DI ITALIA 1  (DA "LEGGO")

Il Garante ingabbia le Iene. E’ bastato che i responsabili del programma in onda su Italia 1, anticipassero un loro scoop per scatenare il finimondo. Di fatto, le incursioni di un giornalista e di una finta truccatrice avevano in qualche modo “certificato” che un deputato su tre del nostro parlamento farebbe uso di sostanze stupefacenti. Apriti cielo, con prese di posizione d’ogni tipo, fino all’intervento del Garante sulla privacy che, come detto, ha emesso un'ordinanza che di fatto renderà impossibile la messa in onda del servizio "reclamizzato". Con uno stratagemma, gli ...incursori de "Le iene" (nella foto Cristina Chiabotto, che presenta il programma insieme a Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu) sono riusciti ad effettuare il test antidroga su 50 deputati e il 24 per cento sarebbe risultato positivo alla cannabis e l'8 per cento alla cocaina.
La rivelazione, com'era prevedibile, ha scatenato un pandemonio di polemiche tra i parlamentari, da qui l'intervento del Garante che ha bloccato la messa in onda del servizio.
La prova, come detto, è stata realizzata con il "drug wipe", un prelievo che viene eseguito con un tampone strofinato sulla fronte, che dà un responso sicuro al 100%. In sostanza, una finta truccatrice del programma, sfregava sulla fronte dell'intervistato un tampone, per "catturare" sudore. Un metodo sicuro, da tempo utilizzato da molti corpi di polizia in Europa, e adottato ultimamente anche in Italia dalle pattuglie che fanno i controlli notturni sulle strade, in special modo nei fine settimana. Il test agisce solo sui soggetti hanno assunto droga e non può dare risultati positivi sulle persone che non hanno assunto stupefacenti. Non regge, infine, secondo Davide Parenti, l'irritazione dei deputati che si appellano al rispetto della privacy. «Abbiamo fatto tutto secondo le regole. I test - ha spiegato - sono in forma assolutamente anonima, i tamponi non sono stati classificati e non sono stati associati al nome delle persone a cui li abbiamo fatti. La trasmissione delle immagini impedisce di individuare i parlamentari. Prima di fare il servizio - ha concluso l'autore della trasmissione - abbiamo chiesto un parere legale. Noi siamo assolutamente tranquilli».
Anche coloro che non erano stati intervistati (e quindi non sottoposti al tampone truffaldfino) hanno censurato l'operazione televsiva e taluni sono arrivati a chiedere il sequestro del filmato che violerebbe in maniera palese la privacy. Tra l'altro, il responsabile del programma Medaiset, Davide Parenti, ha confermato di conoscere i nomi dei deputati risultati "positivi".
Il leader dell'Udc, ex presidente della Camera, Pieferdinando Casini, l'ha definita "una trovata pubblicitaria di pessimo gusto".

TEST DELLE IENE SU 50 DEPUTATI 

LA STAMPA
Onorevole sniffata
10/10/2006
di Fabrizio Rondolino
 


E’ opportuno che gli scandali avvengano: e se il (piccolo) scandalo del test antidoping inflitto con uno stratagemma a 50 parlamentari servirà a discutere seriamente che cosa sia oggi il mercato dei consumatori di «droghe», le Iene vanno senz'altro ringraziate. Tre deputati su dieci avrebbero assunto stupefacenti nelle trentasei ore precedenti il test; per la precisione, l'8% sarebbe risultato positivo alla cocaina e il 32% alla cannabis.

Abbiamo dunque un Parlamento di tossicodipendenti? Secondo la legge in vigore, e a sentire certi giudizi che hanno cominciato a piovere, certamente sì. Secondo il buonsenso, certamente no. Se le Iene avessero fatto il loro test in un liceo o in un network tv o ad un convegno di architetti, non avrebbero probabilmente avuto risultati molto diversi. La cocaina è da tempo una «droga sociale», relativamente diffusa in alcuni specifici ambienti professionali: sulla sua pericolosità la discussione è aperta. Quanto alla marijuana, basterà un dato: esistono in Italia un centinaio di negozi che vendono, in modo perfettamente legale, tutto l'occorrente (semi inclusi) per coltivarsi in casa le piantine. Si tratta insomma di un fenomeno largamente diffuso e sempre più «normale». Persino Fini, a «Porta a porta», ha confessato una sera di aver fumato uno spinello, da ragazzo, in Giamaica.

Se così stanno le cose in Italia (come nel resto dell'Occidente), non si capisce perché in Parlamento non se ne possa e debba parlare con tranquillità, serenità e realismo. Quei sedici deputati (per ora anonimi) risultati «positivi» al test delle Iene dovrebbero convocare già oggi una conferenza stampa e annunciare l'imminente presentazione in Parlamento di un disegno di legge bipartisan che depenalizzi il consumo e la coltivazione personale della cannabis. E se si riuscisse a discuterne senza pregiudizi né tracimazioni propagandistiche, non sarebbe neppure impossibile trovare una maggioranza.