Ha chiuso martedì 9 maggio 2017 lo storico “Antico Bar Abruzzo”.
Qualche “anziano” di Ottavia racconta che il bar è stato aperto alla fine degli anni 50 da un certo “zi Tommaso”e c’era un’adiacente vendita di tabacchi.
Rilevato successivamente da Silvio che lo aveva denominato “Bar Abruzzo” e portato avanti fino al suo pensionamento con l’aiuto dei suoi soci Giovanni e Mario.
Con il ritiro di Silvio dall’attività lavorativa, Giovanni e Mario lo hanno continuato a gestire chiamandolo “Antico Bar Abruzzo”.
Per più di mezzo secolo il locale è stato un punto centrale di ritrovo che ha rappresentato per il quartiere una grande risorsa sociale per tutti gli aspetti ricreativi e di scambio.
Sia all’interno che all’esterno si era soliti giocare a carte, scambiare quattro chiacchere e, per molto tempo nei decenni passati, l’apertura è stata quasi 24 ore su 24.
Giovanni è venuto a mancare prematuramente nel mese di ottobre 2015. Era lui che da anni assicurava un’apertura notturna, a volte fino alle 3 del mattino, offrendo ai cittadini un servizio unico nel quadrante nord ovest di Roma.
Un bar “sui generis” frequentato da persone di tutte le età e di tutti i ceti sociali. Adolescenti, Giovani, adulti che, nelle sere d’estate a mezzanotte, potevano gustare una birra tranquillamente seduti nel cortiletto adiacente.
Tanti operai e mamme che rincasavano tardi e potevano comprare il latte fresco per la colazione del mattino.
Le maestre della scuola materna Besso che potevano commissionare qualche caffè o cappuccino durante la mattinata.
Contadini, muratori, idraulici, insegnanti, trovavano sempre uno spazio a disposizione per incontrare amici, conoscenti o estranei con cui fare una partita, gustare un aperitivo o semplicemente commentare una partita di calcio, un evento sportivo o un episodio di cronaca nera oppure sparlare di qualche politico indagato o “fare gossip” strettamente locale.
Ma la funzione del bar, a nostro avviso preziosa, era anche l’accoglienza a tante persone che, per scelta o per disgrazia, erano sole. Probabilmente era come poter temporaneamente sostituire la cerchia di affetti, perduti o mai trovati, con quell’oretta pomeridiana di socializzazione al bar Abruzzo dove Silvio,
Giovanni e Mario con i loro modi spontanei avevano creato un ambiente “familiare” che riempiva la solitudine.
E il bar, di notte, soprattutto nelle belle stagioni, diventava anche un crocevia misto di gente variegata di passaggio e poteva a volte essere teatro di qualche rissa. Nella maggior parte dei casi animosità e scontri tra clienti, dovuti a qualche bicchiere in più, venivano sedati dagli stessi gestori, anche se non è mancato raramente l’intervento dei carabinieri.
Da quanto sappiamo, con l’esperienza accumulata in tanti anni, i due fratelli hanno fatto in modo, tramite un certa tolleranza e un rapporto con le forze dell’ordine, che non si arrivasse mai a fatti gravi.
Le serrande abbassate fanno ovviamente sorgere l’interrogativo: Perchè la chiusura?
In tanti rimangono di stucco di fronte a quelle saracinesche che tutti hanno sempre visto aperte in tutte le ore e tutti i giorni dell’anno senza interruzioni.
Se dovessimo dare adito alle voci che girano dovremmo scrivere che la chiusura sarebbe stata disposta da un ufficiale giudiziario e che, a monte, ci sarebbero problemi amministrativi non risolti.
Fatto sta che il Bar Abruzzo e chi lo ha gestito per 70 anni rimarranno nella memoria storica di Ottavia e per molti residenti Silvio, Giovanni e Mario rimarranno volti familiari verso cui sorge spontaneo un moto nostalgico di affettuosità.
Peccato