Peccati, dubbi e speranze sull’ex Manicomio di S. Maria della Pietà

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(Antefatto) Mercoledì 24 luglio scorso, come nei mercoledì precedenti e nel prossimo mercoledì, si è tenuto presso il Centro Anziani di Montemario il tavolo partecipato sul progetto urbano di recupero e riqualificazione del Parco di Santa Maria della Pietà.
A moderare il tavolo e a raccogliere i contributi dei partecipanti tre funzionarie comunali di Risorse per Roma, le cosiddette facilitatrici.
Il caldo del pomeriggio era mitigato a malapena da un vecchio split sul muro al centro della sala, dall’acqua del bar interno del centro e da alcuni ventagli di proprietà individuale.
salute-mentalePresenti varie associazioni tra cui rappresentanti della LIPU che hanno consegnato presentato un progetto, una cooperativa di produzione e lavoro che ha sede a largo Barbazza, nel quartiere di Primavalle, e che era all’oscuro delle iniziative pregresse e dell’esistenza di un albo delle associazioni, vi erano rappresentanti di  “Atelier del Possibile”, dell’ “Associazione Parco Agricolo di Casal del marmo” e altre associazioni che non ricordiamo.
Un’altra presenza significativa era l’associazione che da circa 20 anni svolge attività di formazione professionale presso il padiglione 41 a favore di giovani e adulti inviati dalle asl e/o dal Ministero della Giustizia sulla base di progetti individuali di recupero e reinserimento sociale.
Questa presenza variegata ha permesso di evidenziare le criticità, ma anche le potenzialità, di questi tavoli di partecipazione la cui finalità dichiarata sarebbe quella di orientare l’attuazione del progetto complessivo di riqualificazione finanziato  per 17 milioni di euro dalla Regione Lazio e per 3 milioni di euro dagli enti locali, Comune e Città Metropolitana.
I primi appalti di intervento sull’area esterna del parco sono già partiti.
Alcuni partecipanti hanno espresso delle preoccupazioni su questi incontri aperti, ricordando i precedenti tavoli di partecipazione relativi al Forte Trionfale.
Tanti incontri istituzionali e tante assemblee con i cittadini finite nel nulla assoluto, a seguito del cambio delle maggioranze politiche nel Campidoglio e nel Municipio XIV.
Ma veniamo ai punti critici di quanto accade durante questi tavoli dove le persone hanno l’opportunità di compilare un questionario, di presentare osservazioni o progetti specifici che faranno parte della documentazione ufficiale del lavoro di governance e passeranno al vaglio tecnico di fattibilità.
Le facilitatrici del Comune di Roma hanno fatto riferimento e informato i nuovi arrivati sull’esistenza della Consulta, istituita secondo la delibera comunale e composta da una parte istituzionale (5 membri di regione comune e municipio) e da 6 membri civici dei quali 2 elettivi, a seguito di una votazione delle associazioni iscritte all’albo, un rappresentante della Consulta cittadina della Salute Mentale e 3 membri di cui 1 nominato dal Comitato Promotore della delibera di iniziativa popolare del 2003 e 2 nominati dal Comitato promotore della delibera di iniziativa popolare (delibera 40).
legge388Da quanto si è appreso in via informale tale Consulta risulterebbe in stallo, paralizzata, perchè i 4 membri non eletti ma nominati dalle rispettive consulte e comitati sarebbero contrari al Protocollo d’intesa tra Regione, Città Metropolitana, Comune e Asl Roma1.
Una totale contrarietà al progetto urbano tracciato dagli enti locali perchè considerato in violazione del dettato normativo.
Dal canto loro gli esponenti del comitato promotore rivendicherebbero un progetto alternativo più rispettoso, a loro avviso, della legge 388/2000 sulla redditività degli ex ospedali psichiatrici a favore sei servizi di tutela della salute mentale e rispettoso della delibera approvata dal Campidoglio che escluderebbe ogni forma di prevalente sanitarizzazione dell’ ex comprensorio provinciale.
La paralisi della Consulta determinata da una dialettica interna, e forse da un ricorso pendente al TAR del Lazio,  rimarrebbe quindi un nodo critico prioritario che, qualora non sanato, comprometterebbe la regolarità del meccanismo partecipativo.
Altri nodi sono l’assenza al Tavolo di un rappresentante della “Proprietà”, un delegato della Regione Lazio o della Asl Roma1.
Infatti le facilitatrici di Risorse per Roma sono rimaste spiazzate rispetto ad alcune domande dei partecipanti sulla programmazione relativa ad alcuni padiglioni come, ad esempio, la falegnameria, un’attività storica che per proseguire regolarmente la sua attività ha bisogno di un intervento della Proprietà sul padiglione 41 per la messa a norma di alcune criticità strutturali.
In altre parole si è chiesto se la Asl  intende salvaguardare e incrementare  le attività di formazione professionale i cui proventi sono regolarmente destinati in percentuale al finanziamento dei servizi territoriali della Salute mentale.
In altri termini, il finanziamento della Regione Lazio riguarderà anche la messa a norma del padiglione 41 e di tutti quelli che hanno bisogno di intervento?
Esiste un piano predeterminato per cui la ristrutturazione riguarderebbe solo una parte dei padiglioni e non tutti beneficerebbero di un intervento di recupero edilizio ?
La nuova Centralità urbana tenderà a rispettare la memoria storica e a salvaguardare le esperienze e attività storiche che hanno caratterizzato gli ultimi decenni oppure la Proprietà ha in mente di fare piazza pulita con bandi e gare improntate prevalentemente sulla capacità finanziaria di nuovi soggetti?
manicomioQuali intenzioni e programmi si hanno sui padiglioni 41 e 31 e sulla vecchia idea di attribuire uno spazio alla “Casa delle Associazioni” del territorio?
Su questi dubbi e preoccupazioni le facilitatrici di “Risorse per Roma” non hanno potuto dare risposte soddisfacenti.
Si sono comunque impegnate a interloquire con la Regione e la Asl per poter condividere informazioni utili alla discussione nel prossimo incontro di mercoledì 31 luglio.
Un altro nodo critico è quindi il feedback tra amministrazione e cittadini riguardo proposte e idee espresse ai tavoli. Ecco perchè sarebbe importante la presenza ai tavoli, assieme alle delegate di Risorse per Roma, di un delegato della Regione e della Asl.

Finita la riunione, abbiamo chiesto ad una rappresentante di un’associazione di dirci le sue impressioni sull’incontro e così ci ha risposto:
“Interessante trovare nuovi soggetti attorno al tavolo sul progetto del s. maria ieri, 24 luglio 2019. In questo pre-pre-pre- incontro, realtà attive a vario titolo nel territorio, che spesso non si erano mai incontrate prima, si sono conosciute per la prima volta, e questo è senz’altro un elemento positivo , considerando l’impianto sistemico e olistico che permea la visione della centralità urbana.
All’ascolto dei cittadini in un pomeriggio torrido (sarà il caso di trovare un momento migliore?) è Risorse per Roma, che ben conosce la delusione del lavoro di partecipazione attorno al Forte Trionfale; le facilitatrici ci spiegano che questo è una “consultazione preventiva” e che i dettagli dell’operazione non sono ancora noti – almeno a loro – molte domande quindi rimangono sospese, per esempio sulla precisa destinazione dei padiglioni.
Invece rimarcano senza dubbi la finalità prevista dalla legge 388/2000, che prevede la destinazione degli utili generati dagli ex manicomi alla salute mentale.
I presenti raccontano i loro progetti nel campo della cultura , del sociale, dell’educazione ambientale, alcuni sono soggetti nuovi alla partecipazione un po’ disorientati (Municipio? Se ci sei batti un colpo!), altri sono storici protagonisti delle vicende del S. Maria con le loro questioni annose, mai composte, sempre rimandate.
Una ricchezza di contributi che porterà tanto lavoro alla Consulta Pubblica nel vero e proprio processo partecipativo , sempre che sia messa in grado di lavorare nella pienezza del proprio compito.
In realtà esistono dei nodi sostanziali da sciogliere, ambiguità nell’impianto previsto dalla delibera comunale e della rappresentanza complessiva che devono essere superati: il progetto è ambizioso e questa sfida non può essere un’occasione persa .”

 

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Blogger autodidatta, Educatore Professionale con Laurea Magistrale in Management del Servizio Sociale a Indirizzo Formativo Europeo; Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Profilo corrente: Ata nella Scuola Pubblica. Inserito nelle Graduatorie d'Istituto 3a fascia per l'insegnamento di "Filosofia e Scienze Umane"

6 Commenti

  1. Caro Domenico ti ringrazio tanto del lavoro di informazione e di stimolo al dibattito sulla Centralità Urbana del SMdP e sull’avvio del vero Processo partecipativo attraverso il lavoro della CONSULTA ( ufficiale) indetta con la DAC 40/2015 ( giunta Marino)e la struttura tecnica del Dipartimento PAU e di Risorse per Roma. Effettivamente questi incontri del MERCOLEDì ( il prossimo il 31 luglio) sono una pre-pre-pre consultazione preventiva. La CONSULTA (ufficiale) dove è stato approvato il Regolamento interno ed eletto un referente della S.C.( prima di eleggere entro il 31 ottobre il presidente della Consulta sempre nella componente della società civile) per avviare una ricomposizione difficile della componente della società civile circa i tre membri DIP autonominati/nominati che hanno costituito una consulta cittadina parallela e non si presentano alle ultime riunioni della Consulta. La vera SFIDA, che la componente della società civile eletta ha raccolto, è relativo prima al PROCESSO PARTECIPATIVO sulla definizione del SAP della centralità per definire la destinazione d’uso di ogni singolo padiglione del SMdP avendo come riferimento il 33, 33, 33% e le indicazione della stessa Delibera Comunale DAC 40/2015. Poi la discussione in CONSULTA ( ufficiale ) sul CRONOPROGRAMMA del processo partecipativo sul PIANO URBANISTICO secondo le modalità previste nella Delibera Comunale 57 del 2006 sulla partecipazione dei cittadini alle trasformazioni urbanistiche di Roma Capitale ( fasi:informazione, consultazione e progettazione partecipativa) con il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse pubblici e privati che vorranno partecipare ( proposta di costituzione di LABORATORI TEMATICI e TAVOLI TECNICI specifici). Un lavoro difficile e impegnativo che porterà la cittadinanza a valutare i singoli progetti per ogni singolo padiglione. Una SFIDA che si deve accettare.

    • Grazie del contributo informativo. Peccato che un gruppo fb di Montemario non abbia interesse a pubblicare l’articolo. Chissà per quali motivi viene censurato un argomento così importante

  2. Come ho comunicato mercoledi’ 24 luglio alle facilitatrici, mi sembra che nel loro lavoro manca una cosa importantissima, ai fini della definizione delle funzioni della centralita’ urbana: l’evidenziazione delle funzioni gia’ esistenti. Un esercizio stupido, che loro, meglio dei cittadini/e, dovrebbero poter basare sui documenti.
    Esiste per esempio una convenzione tra comune e asl del 2017, , ripresa dalla giunta regionale di ratifica del protocollo di Intesa nel novembre del 2018, che stanzia i 20 miioni di euro di cui si parla tanto per la realizzazione di 5 interventi (Pad. 2, 19, 28, 21 e 4). 7 milioni vengono dalla Regione (e penso sia quelli della UE che erano 9 ma 2 sono gia’ andati per il recupero del parco con un bando del 2017) e i restanti vengono dal fondo per l’edilizia sanitaria. I padiglioni con le loro destinazioni li potete vedere negli allegati. Di primo impatto mi sembra che alla fine non si sa ancora quali siano i padiglioni destinati al Municipio, e che quelli disponibili ad altre destinazioni siano il 25, il 40 il 31 che risultano tutti occupati (si’, anche quello dedicato alle cooperative falegnameria e tipografia) e il 3, sul quale pero’ si vocifera di centro di ricerca internazionale dedicato alla salute e al benessere.
    Quindi: o qualcuno rinuncia o non si capisce di che cosa si sta parlando.
    Quanto alla Consulta ufficiale, mi risulta che i non partecipanti siano 4 o piu’: i rappresentanti di coloro che hanno promosso le delibere di iniziativa popolare e il partecipante della consulta per la salute mentale. Che poi non vadano alle riunioni anche i rappresentanti di ASL e regione non mi stupisce, tanto loro hanno un tavolo tecnico parallelo di cui Risorse per Roma non sa nulla. E forse neppure il Comune. Come, in questo contesto, si possa parlare di 33 – 33 – 33 non si sa. Anche per questo, a fronte della consulta che non si riunisce, ancora una volta si e’ attivata la partecipazione con una consulta che si riunisce, ha un sito, informa. http://www.campagnasipuofare.it/

    • Vediamo se le facilitatrici porteranno risposte più precise e se gli altri enti si sentiranno in dovere di partecipare

  3. Attenzione: il padiglione della falegnameria (e della tipografia) e’ il 40. Non ho ancora capito quale sia il pad. 41, che sulla mappa non compare ma che viene sempre indicato come esistente.
    Esiste un 90 bis, prefabbricato, dietro al pad. 90.

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