STAZIONE DI OTTAVIA, COME SI COMBATTE IL VANDALISMO

Circa un mese fa le panchine di ferro della stazione di Ottavia sono state divelte e buttate sulle scale (foto sotto). Anche alcune macchinette obliteratrici, sono state distrutte e lasciate penzolanti. Vetrate infrante di bacheche pubblicitarie e quella dell'orario dei treni. Estintori tolti dalla loro allocazione e usati per vandalizzare.

L'ultima ordalìa è stata compiuta la scorsa notte, tra il 13 e il 14 dicembre: La riproduzione del dipinto di Benedetta Cappa Marinetti (1922, "La velocità del motoscafo")  è stata brutalmente sfregiata con il fuoco (vedi foto a lato).

Di notte dopo le 2, ora in cui i due bar su via Casal del Marmo chiudono i battenti, la stazione diventa luogo sfogatoio di giovani e/o adulti "euforici", probabilmente per l'eccesso di alcol, forse misto ad altre sostanze, immagazzinato in corpo durante la serata.

Tutto questo potrebbe spingere a dire: "a che serve fare della stazione di Ottavia una Galleria di Arte Moderna se poi i quadri fanno questa fine?" oppure "A che serve utilizzare i locali della stazione per riqualificare la periferia se poi il vandalismo distrugge ogni cosa?"

Credo che uno degli efficaci antidoti al degrado e al disagio sociale, e al conseguente teppismo notturno, siano proprio la bellezza e la cultura. Ma l'approccio di una politica socio-culturale innovativa non può che essere approccio di rete. Occorre, a mio avviso, costruire reti istituzionali (tra Ferrovie, Municipio, Polizia e Scuole) e reti civiche (tra associazioni, comitati e singoli cittadini) per aggredire e risolvere il problema del vandalismo.

Da qui nascono le domande conseguenti: Come mai le telecamere della stazione non costituiscono un deterrente ai danneggiamenti? E perchè non funzionano?

Quanto spende il Municipio XIV e il Dipartimento Politiche sociali del Campidoglio per prevenire situazioni di forte disagio sociale e dispersione scolastica? A quali risultati sono giunti nel quartiere Ottavia gli operatori ed educatori di strada della cooperativa sociale finanziata dal Municipio XIV?

Da quando la cooperativa opera sul territorio con centri di aggregazione giovanile e progetti contro la dispersione scolastica, quanti adolescenti, giovani e adulti sono stati contattati ai fini della riduzione del danno da sostanze psicoattive?

Quanta mediazione familiare è stata fatta con il Centro Famiglia e con il progetto da 200mila euro annue?

Gli operatori del Nucleo Anti Ermaginazione del gruppo di Polizia municipale quanti interventi notturni effettuano in corrispondenza di questi locali aperti fino alle 2 di notte? La somministrazione di alcol in vetro dopo una certa ora è consentita dalle ordinanze sindacali?

Insomma, a mio parere, il grande progetto denominato "Nuovi Quartieri", promosso e animato dall'assessore Marco Della Porta, è un tentativo bellissimo di rompere la stagnazione "funerea" delle periferie, ma occorre guardare in faccia la realtà e dire che esso potrà funzionare pienamente se verrà attivata subito una rete multisettoriale concertata: Se verranno cioè sanati i disservizi pubblici collaterali come quello delle telecamere guaste di RFI, se verranno attivati seriamente i servizi sociali di strada pagati con soldi pubblici ma, a quanto pare, carenti e inefficaci nei confronti del disagio e della tossicodipendenza. Una collaborazione dovrebbe venire anche dai servizi di polizia locale evidentemente insufficienti, se un quartiere di notte diventa zona franca priva di ogni controllo. In ultimo, le scuole. Nelle scuole di Ottavia si potrebbe lavorare con progetti veri a forte impatto se solo ci fosse un minimo di impegno e volontà di personale, genitori e istituzioni.

Termino, augurandomi che la campagna di sensibilizzazione culturale e di riqualificazione delle periferie, a partire dal luogo "Stazione ferroviaria" possa essere presa in seria considerazione da tutti i cittadini che debbono dare una mano, vigilare ed essere uniti e solidali. Ai decisori politici, centrali e di prossimità, spetta la responsabilità di fornire le condizioni minime perché la trasformazione del quartiere possa decollare e raggiungere i risultati sperati. 

Domenico Ciardulli, Educatore Professionale, Management del Servizio Sociale

 

 

 

 

 

 

 

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