Influenza A: l'Italia smentita dal Centro Europeo Controllo Malattie

I quotidiani riportano casi di bambini e giovani che sono deceduti in ambiente ospedaliero. Sembrano cadere le due tesi contrapposte e "rassicuranti": la tesi di un allarmismo strumentale voluto dalle case farmaceutiche produttrici di vaccini e l'altra tesi, proveniente da fonti governative italiane, di un tasso di mortalità che si limita a pazienti vulnerabili per patologie pregresse.

I dati di fatto sembrano smentire queste due tesi "rassicuranti". Johan Gieseke, il responsabile del Centro Europeo controllo malattie, a margine di una conferenza organizzata a Stoccolma, ha detto che nel 30% dei casi muoiono persone giovani e completamente sane .

Probabilmente è vero, almeno per il momento, che dell'attuale forma di virus mutageno dell'influenza A, nella maggior parte dei casi, si guarisce stando a casa e tenendo a bada la febbre alta con antipiretici e un'appropriata dieta vitaminica.

La cosa grave, purtroppo, è che il nostro sistema paese sta dimostrando di non saper gestire un'emergenza come questa e di non saper tutelare adeguatamente i propri cittadini. Facciamo alcuni esempi: Nelle scuole romane, oggi decimate dalla pandemia, era arrivata un mese fa la circolare ministeriale che dettava le regole per prevenire la diffusione del contagio. Tra le varie cose si raccomandava, ad esempio, di lavarsi le mani, di arieggiare bene le aule scolastiche. E' risaputo, invece, che in molte scuole manca sapone, carta igienica e salviette monouso per asciugarsi le mani. Altrettanto risaputo è che tante finestre di edifici scolastici sono bloccate per la mancanza di manutenzione ordinaria su infissi e serrande.

Altro esempio: I comunicati istituzionali ufficiali, diramati attraverso i mass media, raccomandano di non intasare gli ospedali e di rivolgersi ai numeri verdi, ai pediatri e ai medici curanti. Ma sembra emergere, purtroppo, che i vari numeri verdi siano in tilt completo e che medici e pediatri non siano in grado di fronteggiare la mole di richieste che arrivano dai propri pazienti.

Le stesse morti verificatesi nella città di Roma e negli stessi ospedali fanno pensare a quanto possa essere nefasta la mancanza di un'efficace coordinamento dei DEA ospedalieri rispetto all'afflusso di persone con sintomi influenzali. Respingere richieste di ricovero, laddove la medicina generale e i distretti sanitari siano carenti, vuol dire mettere a rischio potenzialmente letale famiglie e cittadini che si trovino in difficoltà e nella disinformazione più completa.

Dr. Domenico Ciardulli

Management del Servizio Sociale ad indirizzo formativo Europeo

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