ECCO CHI VINCERA' LE ELEZIONI NEL MUNICIPIO XIX

Parliamoci chiaro, il voto disgiunto dato a candidati presidente di piccole liste non sposta di un millimetro lo stallo della politica in cui versa il municipio XIX.
Alla fine, i presidenti che si contenderanno lo scranno di via Battistini saranno solo due:  Lazzara e Milioni.
Chi è Alfredo Milioni? E' un personaggio migliore o peggiore dell'uscente Lazzara? Cosa succederebbe se prevalesse il voto, apparentemente schizofrenico, dato disgiuntamente ad un presidente della coalizione di centrodestra  e ad un candidato di una lista di centrosinistra?
Prima di tentare una risposta a queste domande è bene chiarire in cosa consiste la legge che regola l’elezione dei presidenti di Municipio e dei consigli municipali: E' possibile il cosiddetto “voto disgiunto” . 
La legge prevede che ogni elettore concorra ad eleggere direttamente il Presidente del Municipio e contestualmente (ovvero, valendosi della stessa scheda) possa dare il proprio voto ad una lista di candidati per i seggi in Consiglio Municipale (lista di partito o eventuale lista civica), indicando anche una preferenza.
La logica dell’elezione diretta comporta quindi che si possa decidere di votare per un candidato Presidente e per la lista del partito che si preferisce, anche se non collegata al candidato presidente che si vota.
In questo modo si dà forza al proprio partito in Consiglio municipale senza necessariamente contribuire all’elezione del candidato Presidente che eventualmente a quel partito sia stato imposto da alchimie partitocratiche.
 
Alfredo Milioni non sarebbe un novello del municipio XIX. Alla fine degli anni 90 si occupava di scuola e asili nido e nella giunta Visconti, eletta nel 2001, ha coperto l'incarico di assessore al bilancio e decentramento con delega alle Politiche Sociali.
Probabilmente anche Milioni, come tanti altri della formazione avversaria, è passato attraverso diversi partiti. Forse sarà anche lui "vecchia" e "stravecchia" politica, fatta di favori e clientele ma, penso sia utile, a beneficio di una scelta più oculata, rievocare un fatto del passato per il quale Milioni ha dimostrato di non essere peggio di Lazzara. 
Alfredo Milioni nel 2002 ebbe il merito e il coraggio di organizzare un piano sociale di zona veramente partecipato, con assemblee e tavoli tematici aperti alla cittadinanza. Egli aveva indirizzato via fax a tutte le associazioni formali e informali comprese nell'indirizzario del Municipio XIX, gli inviti a partecipare alle assemblee che si sono tenute sia nella sala consiliare di via Mattia Battistini che nella Sala convegni del Santa Maria della Pietà, poi diventata sede dei tavoli tematici. Il numero dei partecipanti alle assemblee e ai tavoli del Municipio XIX penso abbia veramente superato qualsiasi municipio di Roma.
Ad ostacolare nel percorso decisionale lo stesso Milioni fu però lo stesso presidente di centrodestra del Municipio, in paradossale combutta con tre personaggi dell'opposizione di centrosinistra (una donna attempata, una giovane ambiziosa e un uomo di partito ospedalizzato) i quali, disorientati dall'innovazione partecipativa apportata da Milioni, si adoperarono per far rientrare i progetti sociali nella classica spartizione del manuale Cencelli.
Così fu con la mano determinante dei poteri centrali capitolini.
Detto ciò, lascio a ciascuno la propria riflessione ma credo anch'io, come altri, che la scelta del voto disgiunto non sia affatto una scelta irrazionale e distruttiva, anzi, potrebbe essere la scelta del riscatto dei cittadini rispetto a certe forme di arroganza politica dei partiti.

Immagino la prevedibile obiezione di qualcuno, fatta secondo una logica partitica, che un consiglio fatto in un modo e un presidente fatto in un altro, visto che gli assessori li sceglie il Presidente, e visto il potere che tale figura puo' esercitare (nonostante la limitatezza del ruolo del  Municipio), ha il difetto di rendere anche del tutto inefficace il voto diverso dato in consiglio. A tale obiezione rispondo che è un pò forzato il  presupposto che il presidente eletto, pur con una maggioranza diversa dalla sua, si muova come se nulla fosse accaduto e proceda alle nomine come se avesse vinto la sua coalizione.
Io ricordo esempi di piccoli comuni meridionali che sono stati governati magnificamente in simili condizioni contraddittorie nel rispetto della volontà degli elettori.
www.ciardullidomenico.it

 

Post scriptum

Siccome alcuni amici sono rimasti un pò sorpresi sulla destrutturazione delle categorie nel voto disgiunto, vorrei raccontare un particolare di qualche anno fa accaduto durante la giunta Visconti: Una inquilina delle case popolari di via Ipogeo degli Ottavi mi disse: "noi adesso per i nostri problemi ci rivolgiamo a "lei" che è diventata segretaria del presidente".  Nella sua ignoranza sugli schieramenti politici quella signora, forse poco istruita, aveva però involontariamente detto una grande verità e cioè che una consigliera esponente del centrosinistra, sulle questioni delle case popolari, aveva ricevuto una fetta di potere, per il suo mercato di voti, da un presidente di alleanza nazionale.
La realtà non è poi così schematica come una certa regia partitica vorrebbe che la vedessimo.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

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