Questo articolo è stato pubblicato su LISTAETICA LIBERAZIONE e IL TEMPO di domenica 13 gennaio 2008

I MALI DI ROMA

IL PAPA NON HA DETTO COSE INEDITE IL CAMPIDOGLIO DOVREBBE FARE AUTOCRITICA

Le considerazioni di Papa Benedetto XVI sui mali di Roma hanno suscitato molto clamore mediatico, soprattutto concitate reazioni politiche.
Da Rifondazione che ha minimizzato e criticato l'invasione del campo "extraecumenico", ad Alleanza Nazionale e Forza Italia che hanno cavalcato l'onda, all'entourage del Sindaco e al Sindaco stesso che hanno espresso amarezza per le parole del Papa.  Dal Vaticano è giunta la precisazione riparatoria del giorno dopo. Precisazione prevedibile dato il solido rapporto ventennale di maxi-convenzioni che le associazioni cattoliche hanno stretto con il Comune di Roma. Ma il Papa non aveva detto cose inedite riguardo alle Politiche Sociali del Comune di Roma. Dall'ambiente ecclesiastico simili critiche nei confronti del Comune di Roma sono state fatte sia in passato, sia di recente. In passato, Don Luigi Di Liegro, in alcuni suoi interventi, ha richiamato le amministrazioni pubbliche ad assumersi le proprie responsabilità e a non delegare alle associazioni di volontariato il compito di far fronte alla crescente povertà ed emarginazione. Don Roberto Sardelli, nella sua lettera aperta al Sindaco di quasi un anno fa, ha espresso parole dure nei riguardi del modello sociale e del modello culturale della Giunta Veltroni ed ha utilizzato la parabola della "polvere (vecchie e nuove povertà) buttata sotto il tappeto (festival e notti bianche)". Don Vinicio Albanesi della Comunità di Capodarco, dopo aver bacchettato i sindaci di sinistra sulle politiche della sicurezza ("voi tutelate solo i benestanti"), aveva scritto pochi giorni fa a Papa Benedetto XVI° chiedendogli di aprire le chiese per impedire altre morti tra i clochard. Così Don Luigi Ciotti si è detto disturbato dal fatto che si parli ipocritamente di "emergenza freddo". L'emergenza freddo non esisterebbe, ha detto Don Ciotti, se solo si realizzassero opportune politiche sociali di prevenzione.  In fatto di integrazione sociale degli immigrati, ormai, diverse città italiane, in primis marchigiane, cominciano ad essere un passo avanti rispetto alla capitale. Così come si chiede a Bassolino di fare autocritica e dimettersi per il fallimento delle sue politiche ambientali, non si capisce perché anche il Campidoglio non debba revisionare doverosamente il suo modello fallimentare di governo delle politiche sociali.
    Domenico Ciardulli

Papa benedetto XVI a Veltroni: ''A Roma gravissimo degrado''

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