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LE FOTO DEL VAFFA DAY DI ROMA

 

SCALFARI CONTRO GRILLO E LA "SINDROME DEL CONTADINO"

Una decina di anni fa un sociologo dell'Università di Bari scrisse una metafora per rappresentare quella tendenza a conservare l'esistente e a opporsi a tutto ciò che si muove. La chiamò "Sindrome del contadino": "difendere e valorizzare i propri luoghi, i frutti del proprio lavoro, a costo di assumere un atteggiamento di chiusura e perfino di egoismo".

Una metafora che mi è venuta in mente leggendo il lunghissimo editoriale che Eugenio Scalfari "spara" oggi sul "La Repubblica" contro Grillo e il "grillismo", contro Di Pietro e Bertinotti che l'avrebbero "cavalcato" con le loro dichiarazioni positive sul "Vaffa-day".

Scalfari ci va giù pesante bollando il movimento spontaneo dei grillini come qualunquista, inconsistente e soprattutto foriero di prospettive dittatoriali.

Non piace proprio all'anziano fondatore de "La Repubblica" la messa in discussione del sistema dei partiti, la critica feroce, il linguaggio  e i modi con i quali Beppe Grillo porta avanti la battaglia per un "Parlamento pulito" contro la politica corrotta e autoreferenziale.

Ma l'affondo geriatrico più grosso Scalfari, uomo architrave dei poteri forti in Italia, lo fa contro le centinaia di migliaia di persone che seguono Grillo, i numerosi bloggers, i circoli e meet-up che si sono formati in Italia.

Attraverso la citazione della prosa di Grossman, essi vengono paragonati a massa informe dove lo spirito critico e l'individualità è stata schiacciata dal tribuno.

In buona sostanza, l'accusa per Grillo è di manipolare menti e coscienze attraverso i mass media mentre l'accusa per i suoi seguaci e di essersi fatti manipolare sacrificando la propria individualità alla massa informe dallo slogan volgare.

Non c'è che dire, la mobilitazione partigiana e intellettuale di Scalfari, potente memoria storica dell'Italia post bellica, rappresenta il segno più evidente che le idee di Grillo stanno incutendo timore all'"Establishment" e ai suoi paladini della carta stampata.

La "miopìa senile" di Eugenio Scalfari è evidente: Egli valuta un movimento che non conosce laddove lo definisce senza volto, laddove non mostra di conoscere la gente, le storie, le vite delle centinaia di migliaia di cittadini che, animati da un sussulto di coerenza etica, si sono mobilitati per firmare le proposte di legge su "Parlamento pulito", per tentare di fermare questa deriva partitocratica che sta facendo piazza pulita di ogni germe di partecipazione civica.

Scalfari, senza accorgersene, descrive un'altra tipologia di persone: quella massa informe di galoppini e leccaculo che fanno numero nei partiti. I tanti arrivisti, figli di buona donna, o semplici poveracci in cerca di protezione, che hanno popolato con le loro tessere sezioni di partito, circoli di partito per entrare nel circuito clientelare dei "capibastone".

Scalfari dimentica, forse, che Cosa Nostra, le logge massoniche, le orde barbariche della Finanza dei crack, le Multinazionali del consumo, che divorano le risorse energetiche e distruggono l'ambiente, esercitano i loro poteri attraverso il sistema partitocratico. Un sistema che non rappresenta certo la cultura democratica avanzata a fronte delle "invasioni barbariche", come le chiama Lui, del popolo dei grillini.

Questo movimento è proprio l'opposto di quello descritto da Scalfari. Esso si fonda sulla resistenza civica di giovani, donne e uomini che hanno un volto, una storia, di persone che, quotidianamente e con fatica, partecipano a lotte civiche in associazioni, sindacati e comitati di quartiere.

E' una lotta impari, certo, rispetto ai grandi poteri conservatori e controllori della Politica e della Finanza. Ma sono una speranza per il futuro, un'alternativa alla stagnazione e al degrado che osserviamo tutti. Una stagnazione che è, a mio avviso, l'unico inevitabile sbocco della filosofia conservatrice scalfariana.

L'apparato politico che si vuole combattere è forte e capillare ed è questo il motivo dell'esito incerto di questo nuovo movimento "etico".

Volendo fare un'analogia impropria ma efficace, in certe zone di Sicilia e in Calabria il dominio incontrastato di cosche e boss non vuol significare che quelle minoranze idealiste che si muovono per un cambiamento, siano qualunquiste e non rappresentino una speranza di riscatto sociale futuro per le nuove generazioni.

Anche Grillo e i suoi bloggers, i suoi meet-up hanno scelto l'impegno sociale e civico, invece di restare massa di utenti consumatori passivi delle multinazionali del consumo e delle fiction televisive.

Quello scossone del Vaffa day è una speranza per noi e per tutti. Ma questo, Scalfari, fossilizzato com'è con la sua "sindrome del contadino", difficilmente riuscirà a capirlo.

12/09/2007                                                                               Domenico Ciardulli  

PUBBLICATO E COMMENTATO SU: OSSERVATORIO SULLA LEGALITA'

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ALTRE REAZIONI

Ciao Domenico sono d'accordissimo con quanto hai scritto su e di Scalfari, io per protesta da domani non comprerò più la Repubblica, è l'unica
 protesta che capiscono.
Convinci quanta più gente puoi a fare altrettanto. E poi, se non l'hai già fatto, unisciti ai Meetup di Grillo della tua
 città. Non basta smanettare su Internet, dobbiamo cominciare a  organizzarci FISICAMENTE.

A presto e buona lotta! 
carlo barba

 

 

 

 

 

 

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