SCALFARI CONTRO GRILLO         GRILLO COME COLUCHE?

SCALFARI, GRILLO E GLI ANNI DI PIOMBO

Eh si, visto che anche oggi Eugenio Scalfari ritorna con un lunghissimo editoriale a parlare del fenomeno "Vaffanculo", potremmo dire che il grande "Guru" de "La Repubblica" comincia a provarci gusto. Adesso gli piace, forse, interloquire con i "grillisti" (così li ha chiamati) che LUI aveva equiparato, nel suo precedente editoriale, ad "individui ridotti a folla e a massa desiderosi di essere de-responsabilizzati e che con la loro antipolitica preparano la piazza ad un nuovo dittatore".
Stavolta l'abile veterano "spara" le sue colonne di piombo in alto, e non più in orizzontale, ma con l'evidente intenzione di farle ricascare sulla folla del Vaffaday.
Traspare nelle parole dello Scalfari domenicale la tronfietà del far sapere al suo pubblico di aver ricevuto 57 lettere dal popolo dei "grillisti" in risposta al suo articolo anti-grillo.
Si lamenta che in gran parte di queste lettere c'era un vaffa declinato nella forma completa, seguito, però, da un cordiali saluti finale.
Poi se ne inventa un'altra delle sue: il popolo del Vaffaday forse non è così inconsapevole, come lo avevo descritto, ma avrebbe il grave limite pericoloso di volere il "Giudizio Universale", non vorrebbe cioè riforme, maggiore giustizia sociale ed economica ma punterebbe alla "società dei giusti" in assoluto.
E bum.. da qui Scalfari si abbandona in un crescendo di esagerazioni con l'evidente scopo di ridicolizzare o negativizzare il movimento dei meetup, rievoca il 68, le BR, il sangue, il rientro nei ranghi di quegli ex sessantottini diventati adulti. E così, di nuovo, Scalfari bolla ogni istanza politica, ideale, etica delle centinaia di migliaia di persone del Vaffaday assimilandoli, stavolta, ad integralisti similreligiosi che, secondo lui, vorrebbero esclusivamente il "Giudizio Universale".
Non si da pace questo colto uomo barbuto. Sembrerebbe quasi che non riesca proprio a digerire la rivoluzione culturale ed etica non violenta nata dal "Vaffaday". Essa, al momento, non può essere debellata con le armi, con leggi liberticide e con le incarcerazioni perchè, pur essendo fatta da mobilitazioni di piazza e da uno slogan "sdoganato" dalla Cassazione, non sfascia vetrine, non usa la P38, nè vuole gambizzare nessuno. Le armi di questi ragazzi e ragazze sono la Costituzione, le proposte di legge, le assemblee territoriali ( che Rousseau e Toqueville definivano esempio di massima democrazia), le aspirazioni ad essere coinvolti nelle scelte che investono la loro vita. Una partecipazione vera, non più incanalata nei corridoi stretti e controllati di partiti corrotti dalle lobby editoriali e industriali. Ma Scalfari non sembra contento di questa rinnovata vitalità democratica, non si congratula e neppure incoraggia quest'embrione luminoso di nuove generazioni.
La generazione degli Scalfari e degli Andreotti sembra non discostarsi mai dalla stessa costante mentalità, dalla voglia di ridurre, contrastare, inquadrare in un alveo controllabile, ogni fenomeno che sfugge alla "catechesi" dominante dello status quo, dove tutto ciò che accade deve essere sotto controllo, misurabile, anestetizzabile, debellabile, perchè non si metta mai in minima discussione quale classe dirigente preconfezionata debba stare nella stanza dei bottoni.
Non è un caso, secondo me, che in un'altra pagina dello stesso quotidiano, i due potenti gerontocrati di questo paese, Andreotti e Scalfari, si abbraccino virtualmente. Infatti, in un'intervista Andreotti definisce il fenomeno Grillo come una "luce che acceca".
Al momento (ma per quanto ancora?), ci si sta limitando a "sparare" senza risparmio  e con disinvoltura il "piombo" della carta stampata contro giovani colpevoli di non seguire le vie tradizionali dell'impegno civile. Sembra quasi di rivedere alcune bellissime scene del film "Truman Show" dove il personaggio Cristof, deus ex machina dello Show, è impersonato, non da Ed Harris, ma da un ostinato e incrudelito Eugenio Scalfari
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16/09/2007                                                                                        Domenico Ciardulli

QUESTO ARTICOLO E' STATO PUBBLICATO SU APRILEONLINE

 

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