LA NASCITA DEL PARTITO DEMOCRATICO E IL NUOVO ASSETTO BIPARTITICO DEL QUADRO POLITICO, A CUI TENDONO VELTRONI E BERLUSCONI, STA PORTANDO AD UNA MILITARIZZAZIONE INTERNA ALLA CGIL ?? CI SONO ALCUNI SEGNALI DI ALLARME DENTRO L'ORGANIZZAZIONE CHE CREDIAMO SIANO DI INTERESSE GENERALE PER TUTTO IL MONDO DEL LAVORO.

VI PRESENTIAMO DI SEGUITO DUE INTERVENTI SIGNFICATIVI, IL VOLANTINO DIFFUSO DA PADOVA E APPROFONDIMENTI VARI

INTERVENTO DI LORENZO MAZZUCCATO IN CGIL DA TRENTANNI

In effetti questo è un problema. E lo dice uno che finora non ha mai ceduto alle lusinghe dei Cobas, Rdb o autonomi. Dove va la CGIL? E' arrivato il momento per una profonda riflessione, a tutti i livelli. Dalla base ai suoi vertici, il maggiore sindacato italiano, poco più che centenario, è percorso da interrogativi cruciali che, senza adeguate risposte, rischiano di diventare crisi profonde. Un uragano appena trattenuto dall'incertezza sull'esito elettorale, ad Aprile…

E' preoccupante la percezione di uno scollamento tra i gruppi dirigenti della grande Confederazione ed una parte cospicua della sua base: tesserati, Rsu, Rsa e su su, fino ai primi quadri di ciascuna categoria. L'esagerata ambizione riassunta nello slogan dell'ultimo congresso - marzo 2006 - "Riprogettiamo il paese", purtroppo si sta rivelando - a governo amico ormai defunto - una farsa tragica per alcuni cigiellini, e una palestra di fervide aspettative per altri. I quadri della CGIL ora in quota Partito Democratico lo sentono vivissimo, quello slogan altisonante, e lo agiscono quotidianamente. Si allenano sperando che vinca Veltroni. Per motivi speculari, tutti i cigiellini che nel PD non si riconoscono, oggi sono arrabbiati, o perplessi, o depressi. Un fantasma si aggira nelle Camere del lavoro: la militarizzazione della CGIL in caso di vittoria del PD alle prossime elezioni. Sono molto preoccupati non solo i compagni più critici (la Rete 28 aprile) ma anche quelli di Lavoro e società, e soprattutto coloro che, senza tessere di partito, sono semplicemente angosciati dalla pesante situazione dei salari, dalle quotidiane morti bianche, a grappolo, dai diritti violati e messi in discussione. Sul Corsera si leggono, ormai quotidianamente, articoli autorevoli contro l’intero Statuto dei lavoratori.

La militarizzazione è già cominciata in molte Camere del lavoro: per prova, se così si può dire. Come a Padova, per esempio, dove l'unico compagno di Lavoro e società (sinistra della CGIL) è rimasto fuori dalla segreteria provinciale, forse per un dictat "esterno".

Comunque, non sono pessimista. Sono cigiellino da trent'anni e ne ho viste di tutti i colori. Specie quando sembrava inevitabile un tracollo, improvvisamente arrivava la riscossa. La società italiana contiene risorse carsiche di buon senso, di passione e intelligenza, che proprio nei momenti bui emergono inaspettatamente, provvidenziali. Certo che un maggiore protagonismo sociale del tartassato "lavoratore dipendente", una buona dose di anticonformismo politico e, per che no, di un sano ribellismo, ora gioverebbero assai. Per esempio, non capisco perché i tanti "precari" non s'incazzano, finalmente, e non riempiono ogni giorno con la loro sacrosanta protesta le piazze e le strade di questo paese? Se non ora quando?

Adelante!   Lorenzo Mazzucato

L'INTERVENTO DI FABRIZIO BURATTINI SEGRETARIO CGIL ROMA SUD

Care/i compagne/i,
sono estremamente allarmato per il modo in cui i sindacati confederali, e in particolare la nostra CGIL, hanno aperto il tavolo di confronto con le controparti governative e confindustriali sulla questione del "modello contrattuale".
Sono preoccupato perché la bozza di "documento unitario" (bozza, ma già votata dagli organismi dirigenti di CISL e UIL e ufficializzata alla stampa) prospetta orientamenti contraddittori con quelli assunti solo due anni fa al 15° congresso della CGIL e rischia di andare in senso contrario alla pur necessaria revisione del modello contenuto negli accordi del 1993.
In quella "bozza" si sostiene che il contratto nazionale dovrebbe tutelare il potere di acquisto, mentre è oggi indispensabile e urgente aumentarlo, sensibilmente, per tutti, e senza alcuna contropartita in termini di aumento degli orari, della produttività o della flessibilità.
Si sostiene che occorre proseguire nella strada della detassazione e della decontribuzione del salario aziendale, salario ben lungi dall'essere esigibile da tutti i lavoratori e, in particolare, da quelli del tessuto delle piccole e medie aziende. Tale salario, inoltre, oltre ad essere incerto, è comunque legato agli andamenti aziendali e all'incremento della produttività, dunque all'incremento dello sfruttamento. Inoltre, queste agevolazioni fiscali o contributive saranno a carico dello stato e dunque di tutti, paradossalmente pagate anche da chi il salario aziendale non lo percepisce; esse costituiranno ulteriori elementi di divisione e di frammentazione tra i lavoratori.
Si prospetta l'ipotesi, peraltro già praticata in alcune categorie, di consentire in sede aziendale deroghe peggiorative delle norme nazionali, derubricando così il carattere vincolante e universale dei contratti collettivi, e incentivando la frammentazione, oltre che salariale, anche sul terreno dei diritti.
Si immagina di "contrattualizzare" alcuni aspetti dello stato sociale, anche attraverso enti "bilaterali", con il risultato di frammentare e diversificare tutele ora universali, tornando a modelli giustamente abbandonati molti decenni fa.
Ma, al di là di tutti questi (e di molti altri) problemi di merito, non si riflette a sufficienza sul fatto che il "modello contrattuale" è parte importante della costituzione materiale di un paese e che ispira anche il modello di sindacato. La CGIL, da sempre, si ispira ad un modello basato sui diritti e sulle tutele sociali universali, sulla perequazione salariale, mentre la bozza suggerisce un disegno opposto, o, perlomeno, molto diverso, che favorisce i più forti e garantisce ai più deboli solo una tutela minimale.
Sul terreno della rappresentanza e della rappresentatività, la bozza di documento propone un percorso "pattizio", anch'esso lontano dalle elaborazioni fatte dalla CGIL negli ultimi anni, tutte centrate sulla rivendicazione di una legge che definisca percorsi e regole per la misura del peso di ciascuna sigla, per la validazione degli accordi e per la partecipazione effettiva della lavoratrici e dei lavoratori.
E proprio perché si parla di rappresentanza, occorre dire, infine, che troviamo grave che questo percorso si sia avviato senza alcun coinvolgimento dei diretti interessati e che il direttivo nazionale confederale, convocato per il prossimo 12 marzo, sia messo di fronte al "fatto compiuto".
Crediamo fermamente che occorra subito fermare il confronto con le controparti, sospendere le decisioni e aprire, nella CGIL e tra i lavoratori il più ampio dibattito.
Fabrizio Burattini  Segretario CGIL Roma Sud  via del Velodromo, 80 - 00179  Roma tel. +39.06.787810 cell. +39.348.8101712 email burattini@lazio.cgil.it

BERTINOTTI AL PD: GIU' LE MANI DALLA CGIL        ►IL VOLANTINO DIFFUSO DA PADOVA

LA CGIL E LA STRAGE DI TORINO

LA LETTERA APERTA AI SEGRETARI CGIL CISL E UIL

 

 

 

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