VERONESI DICHIARA CHE "I MODERNI TERMOVALORIZZATORI NON INQUINANO".
Benissimo andiamo a vedere chi sono gli sponsor
della sua fondazione:
www.fondazioneveronesi.it/partners.html
ACEA - multiutility con inceneritori PIRELLI - (petrolio, centrali ad olio combustibile)
ENEL (Centrali a Carbone ed oli pesanti e pure nucleare)
VEOLIA Envoirment (ditta che costruisce inceneritori!!!)
http://www.e-gazette.it/index.asp?npu=74&pagina=1
Dalla relazione del gruppo Acea,
relativa al primo semestre 2007, alla voce termovalorizzatori, si legge quanto
segue:
nel luglio 2006 Acea ha acquisito il Gruppo Tad Energia Ambiente;
il gruppo possiede 2 termovalorizzatori, uno a Terni (Terni EN.A, ovvero
quello recentemente chiuso dalla magistratura perchè altamente tossico per
lavoratori e cittadini
(http://italia.attac.org/spip/article.php3?id_article=1975),
l'altro a S.Vittore, nel Lazio, con una potenza installata complessiva di 20 MW.
Sia l'impianto di Terni che quello di S.Vittore, si legge, beneficiano degli
incentivi previsti dal provvedimento CIP6 1992; nel primo semestre 2007
l'impianto di Terni ha prodotto una quantità di energia elettrica pari a
34.932,45 MWh, ceduti al gestore nazionale di energia elettrica.
L'impianto sito a S.Vittore è impegnato nella produzione di energia da
termovalorizzazione di CDR, in particolare smaltisce annualmente 100.000
tonnellate/annue di CDR.
Acea, attraverso il Gruppo Tad, possiede anche la società SAO, proprietaria
della discarica situata nel territorio del comune di Orvieto; essa è
impiegata nello smaltimento di rifiuti urbani e speciali; ieri la magistratura
ha sequestrato la discarica di Orvieto in questione , in quanto
vi venivano smaltiti illegalmente rifiuti tossici
(http://italia.attac.org/spip/article.php3?id_article=1985).
Sempre la EALL, proprietaria del termovalorizzatore di S.Vittore, possiede e
gestisce un impianto di produzione di CDR sito in località Castellaccio di
Paliano, (Frosinone); l'impianto produce annualmente, dalla frazione secca
derivante da rifiuti urbani e speciali, un quantitativo massimo di 120.000
tonnellate di CDR, smaltiti poi a S.Vittore.
In ultimo Acea ha recentemente costituito una Join Venture paritetica con
PirelliAmbiente, A.PI.C.E. per la produzione di CDRq; si tratta di un tipo
di CDR di qualità, attraverso la frazione secca di rifiuti solidi urbani con
l'aggiunta di componenti ad elevato potere calorifico;
tale combustibile può essere usato sia nelle centrali termoelettriche, che nelle
cementerie, al posto del combustibile fossile
(http://notizie.alice.it/notizie/economia/rifiuti_jv_pirelli-acea_su_produzione_cdr_per_centrali_elettriche,13830604.html).
In sostanza dopo aver costituito un cartello nel mercato della gestione dei
servizi idrici in Italia, dopo esere entrata nel mercato dell'energia
elettrica attraverso la joint venture con Suez-Electrabel, Acea entra con tutti
e due i piedi nel mercato della gestione dei rifiuti, ed in particolare in
quelle che sono le fasi più redditizie del cosiddetto ciclo integrato dei
rifiuti, ossia la gestione di discariche e la produzione di energia elettrica
attraverso l'incenerimento dei rifiuti. Non contenta Acea costituisce una
società con Pirelli, per smaltire gli scarti della produzione dei pneumatici,
come fa la camorra quando brucia i rifiuti tossici scaricati sui bordi delle
strade di campagna, il tutto a carico della salute e delle tasche dei cittadini
i quali, pagando la bolletta
elettrica ( di cui il 7% va a finanziare il CIP6 ) e la Tarsu, ovvero la tariffa
per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, consentono ai proprietari degli
inceneritori di lucrare, bruciando quello che potrebbe essere differenziato,
riciclato e trattato in modo diverso,a freddo, senza creare ceneri tossiche, e
senza immettere nell'atmosfera co2, polveri sottili, metalli pesanti, diossine e
quant'altro.
Claudio Meloni
Attac Italia
APPROFONDIMENTI: ►INCENERITORI E MANCATA INFORMAZIONE, ITALIA CONDANNATA
DAI GRILLIROMANI
Lo sapete che la discarica di Malagrotta, la più grande
d'Italia e d'Europa, arrivata ormai da anni a fine attività ed anche oltre,
rimarrà aperta fino a quando non sarà pronto il gassificatore per bruciare i
nostri rifiuti pagato con i nostri contributi della bolletta Enel?
Lo sapete che questo gassificatore si basa sulla tecnologia svizzera
Thermoselect (chiamata anche Thermodefect dalla stampa tedesca) che in Germania
ha dovuto chiudere un impianto analogo per problemi operativi che hanno
comportato fughe di gas tossico e pericolo di esplosioneincrinature nel cemento
della camera ad alte temperature provocate dalla corrosione e dal calore, e
perdite di liquido da un bacino di sedimentazione che conteneva acque di scolo
contaminate da cianuro?*
E che di fronte a questa evidenza la Regione ha autorizzato il cambiamento dei
progetto tecnico del gassificatore a Malagrotta in base a protocolli tecnici
IGNOTI e che solo in fase di collaudo vedremo SE e COME funzionerà? Dopo aver
speso milioni di euro per la sua costruzione (sempre nostri) e senza garanzie
epr la nsotra salute?
Lo sapete che se succede qualcosa al gassificatore si innesterà una reazione a
catena in quanto a distanza di pochi metri c'è la Raffineria di Roma, un
inceneritore ospedaliero, vai capannoni industriali? Che siamo seduti su una
polveriera?
Ed infine, lo sapete che quando sarà ufficiale che il gassificatore NON
funzionerà e verrà bloccato, e la discarica nel frattempo sarà stata chiusa
perchè ben oltre il suo cilo di attività, Roma sarà invasa dai rifiuti proprio
come Napoli?
Pensate sia catastrofista? No, sono i FATTI a parlare.
Vieni lunedì 4 febbraio alle 18.30 al Linux Club e scoprirari come una
SOLUZIONE esiste. Solo che nessuno vuole che si sappia.
Se non vuoi finire come a Napoli, vieni all'incontro con Paul Connett,
docente di chimica ambientale, che ci illustrerà la RIFIUTI ZERO.
Ti aspettiamo.
grilliromani
*informazioni su Thermoselect
Nome dell’impianto: Thermoselect, Karlsruhe
Località. Karlsruhe, Baden-Wüttemberg, Germania.
Tecnologia. Gassificazione seguita da combustione(rifiuti solidi urbani).
Situazione. Chiuso dal novembre 2004. Ha funzionato per un prolungato periodo di
prova dal 1999 al 2002, e poi come struttura industriale-commerciale dal 2002
fino alla chiusura.
L‘impianto Thermoselect di Karlsruhe era uno dei più grandi gassificatori di
rifiuti solidi urbani del mondo,ed era stato costruito per trattare 225.000
tonnellate di rifiuti l’anno. Problemi operativi ricorrenti - che portarono la
stampa locale a ribattezzarlo “Thermodefect” - hanno impedito all’impianto di
raggiungere la piena capacità operativa. Durante il periodo di attività
l’impianto è stato in grado di trattare solamente un quinto della quantità
totale dei rifiuti che doveva smaltire, obbligando le città che avevano fatto
dei contratti per smaltirvi i propri rifiuti a trovare soluzioni alternative. Al
momento in cui la società proprietaria EnBW decise di chiudere l’impianto nel
2004,le perdite di gestione ammontavano a 400 milioni di euro (circa 500 milioni
di dollari) esclusivamente per le operazioni di gassificazione dei rifiuti
solidi urbani.
Il materiale promozionale della Thermoselect, compreso il suo sito web, contiene
asserzioni sulla performance ambientale di questa tecnologia sul tipo delle
seguenti frasi:
* “Distrugge completamente le diossine e i furani”,
* “Le sostanze nocive contenute nei rifiuti sono completamente distrutte”
Nessuna di queste due affermazioni corrisponde a verità. Ciò è evidente del
resto dalla stessa contraddittoria presentazione fatta dalla società. Nella
medesima pagina web, infatti, c’è una tavola che elenca le emissioni prodotte,
che comprendono diossine e furani, biossido di zolfo, monossido di carbonio,
cloruro di idrogeno, fluoruro di idrogeno, carbonio totale, mercurio, cadmio,
tallio, e metalli pesanti totali.
L’impianto di Karlsruhe fu costretto a chiudere temporaneamente nel 2000, quando
vennero riscontrate fughe di gas tossico. Fra i problemi operativi citati ci fu
un pericolo di esplosione, delle incrinature nel cemento della camera ad alte
temperature provocate dalla corrosione e dal calore, e perdite di liquido da un
bacino di sedimentazione che conteneva acque di scolo contaminate da cianuro. Il
governo regionale ammise che i muri della camera ad alte temperature erano
ridotti così male che dei pezzi si erano staccati e si sarebbe potuta produrre
un’esplosione. Durante il primo anno di attività siscoprìinoltre che l’impianto
aveva utilizzato un camino di emergenza per i gas, la cui esistenza non era
stata notificata alle autorità ed agli osservatori durante la fase autorizzativa.
L’impianto diede segnali di allarme per le emissioni di carbonio organico totale
(TOC)e ossidi di azoto (Nox)nel 2002, e superò i limiti di emissione consentiti
nel 2000. Le emissioni furono sopra i limiti per le diossine, i metalli pesanti
ed altri inquinanti. Un altro campione di monitoraggio riscontrò che le diossine
nei gas filtrati erano al di sopra dei livelli regolamentari. In due casi su
tre, il monitoraggio verificò che i livelli di diossine erano più alti nei gas
“ripuliti” che nei gas non ancora sottoposti ai meccanismi di filtraggio