dal Corriere della Sera (di Ilaria Sacchettoni)
ROMA - La storia, esplosa a luglio e ancora irrisolta,
riguarda sei ragazzi con handicap non solo invalidanti, ma quotidianamente
vessatori. Così, in questo caso, la cronaca ha dovuto fare a meno dei veri
protagonisti della vicenda «Casa Gialla» e ricostruirla attraverso la
«faziosità» genetica degli unici testimoni a disposizione: i familiari
(peraltro assai combattivi). Qualcosa è anche trapelato sulle cronache
romane dei quotidiani «Il Messaggero» (lettere) e «Libero ». La «casa
Gialla» è inaugurata a febbraio 2005 da Walter Veltroni, grazie a un'intesa
tra Comune (assessorato alle politiche sociali) delegato all'handicap Ileana
Argentin, municipio XII famiglie e Ipab di Santa Caterina. Ma l'ente
incaricato di assistere i ragazzi(Ipab) si rivela presto inadeguato. I
familiari descrivono i figli sporchi, trascurati, sofferenti, soli.
Inizialmente i dubbi, esposti dalla consulta per l'handicap (in
rappresentanza dei genitori) rimbalzano senza risposta, sul Santa Caterina
come su una ramificata cinta muraria.
S.R. , sorella di un disabile per il quale si è improvvisamente aperta la
possibilità di un posto (a cui rinuncerà), ha occasione di visitare la casa
a gennaio e scrive: «Ogni volta che andavamo a riprenderlo, lo trovavamo
bagnato di pipì sulla stessa sedia sulla quale lo avevamo lasciato ...». I
familiari di un altro ragazzo parlano di assistenza «insufficiente» e
«grossi problemi di organizzazione: gli operatori non solo devono guardare i
ragazzi ma anche lavare, stendere i panni, cucinare, pulire». La difficoltà
di ottenere risposte concrete ai problemi sollevati accresce la
preoccupazione. A luglio Luciana Gennari, presidente della consulta
municipale per l'handicap scrive ai giornali una lettera durissima nei
confronti dell'Ipab incaricata: «Una gestione personalistica di un Ente
presieduto dal direttore del V dipartimento del Comune di Roma, lo stesso
che controlla la residenzialità dei disabili romani... ». E' questo il senso
del «Dopo di Noi» voluto dal comune di Roma, domanda la Gennari?
Il silenzio dell'Ipab genera ansia. Ma la lettera centra il vero problema:
il conflitto d'interessi. Il presidente del Santa Caterina (solo una tra le
molte Ipab accreditate sul territorio regionale) Franco Alvaro, è anche il
direttore responsabile di uno dei soggetti che ha avviato il progetto «Casa
Gialla»: l'assessorato alle politiche sociali del Comune di Roma. Intanto è
estate. La casa non ha condizionatori. Il personale è carente. Due operatori
si sono dimessi. I familiari vengono invitati a rinnovare per iscritto il
rapporto fiduciario con la residenza. Qualcuno firma. Altri no. Qualche
settimana dopo tutti loro scrivono una lettera denunciando apertamente le
mancanze della gestione Ipab: «carenze nell'igiene, alimentazione che non
tiene conto delle esigenze, insufficiente numero degli operatori». La Asl
pensa a un modo per rivedere i criteri d'accesso alla residenza (che nel
frattempo ha inserito nel suo staff un'altra persona per i pasti). Il
municipio apre nuovi laboratori all'interno della residenza.
All'inaugurazione l'assessore Raffaela Milano è invitata (ma non va) pur
difendendo il suo dirigente Alvaro «l'Ipab è un ente pubblico non un'azienda
privata». Il municipio dice solo di voler guardare avanti («aprire altre due
residenze » dice Angela Barberini, assessore). Alla fine è Ileana Argentin a
rispondere nel merito dell'incompatibilità, senza sottrarsi: «Sapevamo del
conflitto ma non abbiamo voluto fare a meno dell'esperienza di Alvaro ».
Sono gli ultimi giorni di campagna per le primarie. La delegata è impegnata
nella Rete Sociale per Veltroni. Per Franco Alvaro invece, è in ballo un
incarico alla Regione. Invito provvidenzale o allontanamento? Non si sa. Ma
sulla qualità dell'assistenza nella Casa Gialla, la Argentin è pronta a
giurare. «Disponibile a tornarci in compagnia delle famiglie e dell'opinione
pubblica. Ma, per favore, non strumentalizziamo queste persone» conclude,
preparandosi a inaugurare «casa Claudia» residenza protetta per disabili nel
IV municipio cittadino.
(11 ottobre 2007)