GLI EDUCATORI PROFESSIONALI STANNO SCRIVENDO AL GOVERNO.....

 

 

 

 

 

 

Cosimina Bellanova ha scritto al Governo

Gentili Ministri, sono Bellanova Cosimina, EDUCATRICE PROFESSIONALE laureata in un corso di laurea di Scienze dell'educazione (classe 18),denominato "Educazione
professionale nel campo del disagio minorile, della devianza e della marginalità" attivato dall'Università degli studi di Bari, ma poi chiuso.
Questa laurea, teoricamente, prevedeva sbocchi lavorativi che poi, sul campo, non si sono verificati come tali. Sono qui, perciò, a denunciare la situazione
precaria e deludente in cui ci troviamo che tendono ad escluderci dai concorsi pubblici delle ASL, in quanto il titolo non viene riconosciuto in ambito
sanitario.
Chiedo solo chiarezza e possibilità di lavorare anche in un settore che era stato dichiarato di nostra futura competenza, dagli obiettivi e sbocchi lavorativi dei piani formativi. La doppia figura dell'educatore ,una in ambito sanitario e l'altra in ambito sociale, non ha senso ,per questo chiedo l'abilitazione sanitaria del corso e una parificazione dei titoli.
Cordiali saluti 29/10/2012
CosiminaBellanova

 

 

Ivana Usai ha scritto al Governo:
Buongiorno, mi sono immatricolata al corso di laurea in scienze dell' educazione nel 1995, ben tre anni prima dell'esistenza del decreto che individua la figura dell'educatore professionale come uscente della facoltà di medicina e chirurgia.
Mi sono laureata, con il piano di studi del 1993, nel giugno 2002 e l' università degli studi di Cagliari mi ha rilasciato il titolo di educatore professionale extrascolastico. Quando il decreto del 98 era già in vigore. L'Università in Sardegna non ha mai attivato il corso di laurea in educazione professionale sanitaria, dunque mi è stata preclusa la possibilità di effettuare il passaggio di facoltà nel mio territorio.
Scrivo a questo Governo con l'intento di far luce su un caso, tra i tanti, che oggi si trova tagliato fuori dai criteri per la richiesta di equipollenza di titoli, non per un difetto personale di giudizio nella scelta, ma per l'inesistenza stessa di opzioni in base alle quali effettuare una scelta. Nel 1995, ripeto, ben tre anni prima che il profilo fosse regolamentato, scienze dell'educazione era il percorso obbligato di chi voleva diventare un educatore professionale laureato.

 

Azzurra D'Ippolito ha scritto al Governo:

"Gentili Ministri, il mio nome è D'Ippolito Azzurra e rappresento la grave ingiustizia e disparità di trattamento provocata da una serie di decreti ministeriali e legislativi che hanno conferito alle facoltà di Medicina il monopolio di formare e abilitare alla professione gli educatori professionali con la classe di laurea SNT2. Non solo si tratta probabilmente di un caso unico in Europa ma, se si esamina, ad esempio, il profilo della classe di Laurea L19 conseguita all'Università di Roma Tre e approvato dal Miur (leggibile su questo url: https://www.ciardullidomenico.it/Comunicati/L10.pdf ), ci si accorge quale grave contraddizione esista tra il tirocinio presso asl, lo studio di discipline che riguardano il comparto sanitario e l'esclusione di migliaia di laureati dai concorsi e dal lavoro presso le strutture sanitarie. Chiedo, assieme a centinaia di colleghi, che l'accordo Stato-Regioni del 10 febbraio 2011 sia rivisto all'art. 6 punto k e siano inclusi nella procedura di equivalenza anche i titoli di educatore professionale rilasciati da scienze della formazione e dell'educazione. Certo del Vostro interessamento al problema invio distinti saluti"

 

Stefania Ciaccia ha scritto al Governo

Spett.li Ministri, il mio nome è Stefania Ciaccia e sono laureata in scienze dell’educazione. Lavoro da oltre un decennio in qualità di direttore tecnico presso una struttura convenzionata con il SSNN per trattamenti riabilitativi neuro psicomotori in regime ambulatoriale, domiciliare e di semiconvitto.

In funzione delle competenze previste dal mio titolo professionale e dal ruolo ricoperto, mi occupo fondamentalmente di coordinare l’equipe multidisciplinare della mia struttura sia in merito alla presa in carico globale del paziente che ai fini del coordinamento generale tra i processi che intercorrono tra la parte pubblica (le A.s.l.) e la struttura che rappresento.

Con questa mia lettera aperta intendo rappresentare la grave ingiustizia e disparità di trattamento provocata da una serie di decreti ministeriali e legislativi che hanno conferito alle facoltà di Medicina il monopolio di formare e abilitare alla professione gli educatori professionali con la classe di laurea SNT2. Tale provvedimento, infatti, oltre a rappresentare una forzatura giuridica, in quanto agisce retroattivamente, inibisce , di fatto,ai titoli professionali conseguiti precedentemente al corso di laurea SNT2 di cui prima, la possibilità di accedere ai pubblici concorsi, nonché depaupera fortemente nell’immagine professionale quegli operatori che, come me, operano già da anni con estrema dedizione (e competenza guadagnata sul campo oserei dire!) nel settore riabilitativo e socioassistenziale.

Mi preme altresì segnalare che non solo si tratta probabilmente di un caso unico in Europa ma, se si esamina, ad esempio, il profilo della classe di Laurea L19 conseguita all'Università di Roma Tre e approvato dal Miur, ci si accorge quale grave contraddizione esista tra il tirocinio presso asl, lo studio di discipline che riguardano il comparto sanitario e l'esclusione di migliaia di laureati dai concorsi e dal lavoro presso le strutture sanitarie. Chiedo, pertanto, assieme a centinaia di colleghi, che l'accordo Stato-Regioni del 10 febbraio 2011 sia rivisto all'art. 6 punto k e siano inclusi nella procedura di equivalenza/equipollenza anche i titoli di educatore professionale rilasciati dal corso di laurea in scienze della formazione e dell'educazione.
Certa del Vostro interessamento ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti. Stefania Ciaccia

 

Ambra Cortassa ha scritto al Governo:

"Gentili Ministri",
il mio nome è Cortassa Ambra, mi sono laureata nel settembre 2009 in scienze dell'educazione a Torino, con l'indirizzo socio-culturale per i servizi educativi e culturali, e rappresento la grave ingiustizia e disparità di trattamento provocata da una serie di decreti ministeriali e legislativi che hanno conferito alle facoltà di Medicina il monopolio di formare e abilitare alla professione gli educatori professionali con la classe di laurea SNT2. Chiedo, assieme a centinaia di colleghi, che l'accordo Stato-Regioni del 10 febbraio 2011 sia rivisto all'art. 6 punto k e siano inclusi nella procedura di equivalenza anche i titoli di educatore professionale rilasciati da scienze della formazione e dell'educazione.
Inoltre parlando della mia personale esperienza, dopo aver fatto un tirocinio in un asilo nido comunale compreso nel percorso di studi universitari mi vedo precluse le strade per lavorare nei nidi in quanto mi vengono preclusi concorsi (concorso di Moncalieri del 2010 e di Rivoli del 2012)perché preferiscono la qualifica professionale di educatrice prima infanzia conseguita in seguito ad un corso di 1000 ore. Ora, fortunatamente, dopo sostituzioni per la cooperativa con cui collaboro e contratti precari di vario genere lavoro in un nido dove, senza alternative, ho firmato un contratto di part time spezzato ma la paga oraria è davvero misera. Continuo a seguire corsi per aggiornare la mia formazione permanente (massaggio infantile, corsi CEMEA,...) ma temo che tutto ciò non mi porterà molto lontano, tutto ciò credo sia avvilente per un lavoro di così alta responsabilità!
Spero che lettere come questa vengano lette e considerate come problema del Paese da risolvere nell'interesse del bene comune.
Cordiali saluti
Ambra Cortassa

 

Nadia Scarnecchia ha scritto al Governo:

 "Gentili Ministri, sono Nadia Scarnecchia, laureata con ottimi voti in scienze dell'educazione a Torino, con l'indirizzo educatore socio-culturale per i servizi educativi e culturali. Dopo la laurea ho arricchito la mia preparazione specializzandomi in metodi di educazione cognitiva quali: il metodo Feuerstein ed il Programma Bright Start di Haywood. Ho inoltre partecipato a seminari e convegni, perché credo nell'importanza della formazione continua. La mia passione per il settore è tale, che nel tempo libero curo un blog inerente tematiche educative.
Scrivo per denunciare la grave ingiustizia e disparità di trattamento provocata da una serie di decreti ministeriali e legislativi che hanno conferito alle facoltà di Medicina il monopolio di formare e abilitare alla professione gli educatori professionali con la classe di laurea SNT2.
Le mie esperienze professionali sono deludenti e sconfortanti: contratti a progetto o a prestazione occasionale retribuiti con estrema calma che mi hanno indotta ad anticipare soldi per mesi, pagamenti talvolta inferiori ai 7 euro lordi. Ho sperato di poter partecipare a dei concorsi per educatore di asilo nido, ma nella Provincia di Torino, nell'anno 2011 non sempre il bando contemplava il possesso di laurea di classe pedagogica, in favore della qualifica professionale di educatrice prima infanzia conseguita in seguito ad un corso di 1000 ore.
Ho quindi provato a partecipare ad un bando per la formazione di una graduatoria da utilizzare per assunzioni a tempo determinato nel profilo di insegnante di attività integrative – servizio di sostegno ad alunni con disabilità presso i cesm categoria C1, indetto dalla Città di Torino, con scadenza bando in data 15/07/2011, ma ancora oggi non è stata stilata una graduatoria.
Le possibilità d'impiego per noi educatori di classe pedagogica sono decisamente ridotte e i pochi lavori che ancora non ci sono preclusi contemplano retribuzioni che consentono un tenore di vita al limite della povertà.
Mi sento profondamente delusa e amareggiata come cittadina italiana, ancor prima che come educatrice, perché tanto si sente parlare di merito quanto pare di assistere al disinteresse delle Istituzioni, che troppo spesso affrontano le questioni trasformandole in una contesa tra fazioni, piuttosto che in un problema comune da risolvere nell'interesse dei cittadini e del Paese.
Cordiali saluti,
Nadia Scarnecchia"

 

 

Nunzia Merra ha scritto al Governo

Gentili Ministri, il mio nome è Nunzia Merra laureata nel 2005 in scienze
dell'educazione all'università di Bari con vecchio ordinamento. Da quasi otto
anni lavoro presso una comunità terapeutica per tossicodipendenti. Sono assunta
con un contratto a tempo indeterminato dalla cooperativa onlus; si può dire però che svolgo a tutti gli effetti un lavoro socio-sanitario: non è un caso
che le rette degli utenti che il servizio ospita sono a carico dei ser.t e quindi del servizio sanitario.
Chiedo, assieme a centinaia di colleghi, che l'accordo Stato-Regioni del 10 febbraio 2011 sia rivisto all'art. 6 punto k e siano inclusi nella procedura di
equivalenza anche i titoli di educatore professionale rilasciati da scienze della formazione e dell'educazione.
Certo del Vostro interessamento al problema invio distinti saluti".
 

 

Piera Cavallo ha scritto al Governo:

Gentili Ministri, mi chiamo Piera Cavallo e scrivo questa lettera per denunciare il grave ed imbarazzante stato in cui io e tanti altri colleghi ci troviamo. Nel 2007 ho conseguito la laurea di vecchio ordinamento (4 anni) in Scienze dell'educazione indirizzo educatore professionale, presso la facoltà di Scienze della Formazione di Roma tre. " La dislessia in età evolutiva " è il titolo della mia tesi , materia Psicologia della Formazione. Terminati gli studi e fiera del mio percorso ho contattato associazioni, cooperative, organizzazioni umanitarie, e ovviamente ho cercato tutti i concorsi inerenti alla mia professione, tutto purchè si trattasse di terzo settore. Ho lavorato si può dire gratis per mesi, senza alcun tipo di tutela, la legge consentiva ai datori di lavoro qualsiasi tipo di libertà lavorativa (qualche anno fa andavano di moda i tirocini, adesso ci sono i famosi stage ma è la stessa cosa). Mi si chiedeva in continuazione di svolgere tirocini, sebbene avessi già svolto il tirocinio previsto dal mio corso di laurea!!!!! Non potendo più permettermi di elargire gratuitamente la mia professionalità, cercai lavoro in altri campi visto che il mio cervello me lo consentiva. Nel 2010, presso la ASL di Firenze indicono un concorso per educatore professionale. I concorsi per educatori sono praticamente rari, non credevo ai miei occhi e facevo bene. Non ho mai perso di vista la mia passione ed essendo aggiornata sulle novità che riguardavano gli educatori professionali, non esitai a contattare il comune di Firenze per chiedere informazioni. Confermarono la mia incompatibilità di titolo però, mi consigliarono di pagare il bollettino e di fare eventualmente ricorso. Beh, si, una persona disoccupata perde tempo e denaro pagando bollettini concorsuali che forse le permetteranno di vincere un ricorso. Premetto che la guida dello studente di Roma tre prevedeva tra gli sbocchi professionali “ centri per i problemi dell'educazione o di servizi culturali presso gli Enti locali, Unità socio-psico-pedagogiche delle A.S.L. e dei distretti…”. Sono passati 2 anni la situazione non è stabile, è peggiorata. Per noi studenti dell’anno accademico 2000-01 che abbiamo deciso di tutelare la laurea quadriennale (negando il passaggio al nuovo ordinamento) non c’è più neanche la possibilità di insegnare nelle scuole primarie e secondarie. Non è stata una nostra scelta ridurre gli anni del corso di laurea, eliminando il corso quinquennale di Scienze dell’educazione. Il decreto legge dell’ex Ministro dell’istruzione gelmini, ci ha screditati anche nei confronti delle scuole private, che ci consentivano di lavorare. Possiamo insegnare presso gli asili nido, ma è ammissibile che un laureato di secondo livello e un diplomato allo psicopedagogico abbiano le stesse possibilità???Tanto valeva non proseguire gli studi universitari. Questa è la mia esperienza, pertanto chiedo insieme a centinaia di colleghi che la figura dell’educatore professionale abbia il rispetto che merita. Chiedo in nome della giustizia italiana che l’Università di Roma tre paghi per la pubblicità ingannevole svolta a discapito di noi studenti. Chiedo infine a chi ha il potere di decidere delle sorti altrui di valutare in via preventiva l’impatto che tali decisioni avranno sul futuro delle persone. Confidando nel vostro interessamento, porgo cordiali saluti. Piera Cavallo

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Eleonora Rossi ha scritto al Governo

Mi chiamo Eleonora Rossi sono laureata in scienze dell'Educazione indirizzo Educatore professionale dal 2003. Sono qui a denunciare la situazione mia e di altri migliaia di miei colleghi che abbiamo subito un enorme ingiustizia dal MIUR e dall'Università. A 36 anni con anni e anni di esperienza alle spalle mi trovo costretta a prendere una seconda luarea per continuare a lavorare a mantenere MUTUO E FAMIGLIA! La mia laurea non è considerata abilitante per lavorare nel settore sanitario..nonostante ai tempi della mia iscrizione 1995 l'università mi illustrasse tra gli sbocchi lavorativi anche le strutture sanitarie e su esse ci ha fatto svolgere centinaia di ore di tirocinio formativo!!! a quale scopo??? Mi sono iscritta 3 anni prima che il decreto 520/98 decretasse la figura dell'Educatore Professionale come formato unicamente dall'università di medicina e chirurgia..e nella mia REGIONE la TOSCANA dal 1996 al 2004 NON ESISTEVA IL CORSO DI LAUREA DI EDUCATORE PROFESSIONALE DI MEDICINA E CHIURURGIA!!! chi avrebbe dovuto formare gli educatori???avrei dovuto trasferirmi a Torino??? adesso che si apre una possibilità di una sanatoria sono esclusa anche da quella!!! perchè mi sarei dovuta laureare entro il 1999...impossibile anche matematicamente!!! Vi prego di porre attenzione a questa gravissima situazione!! tutte le persone iscritte prima del 98 hanno diritto alla sanatoria a prescindere dall'anno di laurea.Cordiali saluti.
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Annalisa Mazzaufo ha scritto al Governo:

"Gentili Ministri, il mio nome è Annalisa Mazzaufo e rappresento la grave 
ingiustizia e disparità di trattamento provocata da una serie di decreti 
ministeriali e legislativi che hanno conferito alle facoltà di Medicina il 
monopolio di formare e abilitare alla professione gli educatori professionali 
con la classe di laurea SNT2......

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Luna Ciarini ha scritto al Governo

"Gentili Ministri,
sono Luna Ciarini, un' Educatrice professionale di Roma. Vi scrivo per comunicarVi che sono molto amareggiata per quanto riguarda la mia situazione professionale e lavorativa. Partendo dal presupposto che ho molte difficoltà nel trovare una condizione lavorativa dignitosa nell'ambito del sociale, ho riscontrato delle discriminazioni per quanto riguarda il mio titolo di studio. Mi sono laureata presso l'Università di Roma Tre, facoltà di Scienze della Formazione (corso di studio: Educatore Professionale di Comunità, classe L18) nell’anno accademico2008-2009 con una tesi di laurea intitolata “Un filo d’Arianna per la malattia mentale: l’educazione all’arte”. Nonostante abbia studiato nozioni di medicina e sanità, nel percorso di studi universitario, non posso lavorare in contesti sanitari, perché sono ambienti riservati a educatori professionali di classe SNT12 (Facoltà di Medicina e Chirurgia). Non mi sono fermata e ho continuato la mia formazione con un corso di perfezionamento post lauream in Educatore Professionale Supervisore, poi il suddetto corso e diventato Master e quindi l’anno successivo mi sono iscritta al master in Educatore Professionale Supervisore. Attualmente sono iscritta alla Laurea Magistrale in Educatore Professionale Coordinatore dei Servizi Educativi. Mi permetto di esprimere il mio rammarico perché nell'ordine degli studi del mio ordinamento di laurea, era espressamente previsto il nostro impiego all’interno di strutture sanitarie, per tale motivo il mio terzo anno di tirocinio è stato svolto presso una struttura dell'ASL di Roma. Dopo aver conseguito la laurea, ho presentato la mia candidatura al concorso pubblico indetto dalla Asl di Firenze, mi sono vista recapitare una lettera nella quale mi veniva comunicato che il mio titolo no era idoneo per partecipare al suddetto concorso. Chiedo, assieme a centinaia di colleghi, che l'accordo Stato-Regioni del 10 febbraio 2011 sia rivisto all'art. 6 e che siano inclusi nella procedura di equivalenza anche i titoli di Educatore Professionale rilasciati da Scienze della Formazione e dell'Educazione. Certa del Vostro interessamento al problema nel salutarVi Vi porgo i miei più cordiali saluti.
Luna Ciarini

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Sara Fusco ha scritto al Governo:

"Gentili Ministri, mi chiamo Sara Fusco e lo scorso dicembre mi sono laureata in Scienze della Formazione Corso di Laurea Educatore Professionale di Comunità DM 270, presso la Facoltà di Roma Tre. Sono venuta a conoscenza della grave ingiustizia provocata da una serie di decreti ministeriali e legislativi che conferiscono alla facoltà di Medicina il monopolio di formare gli educatori professionali con la classe di laurea SNT2. Tale situazione mi escluderebbe dai concorsi pubblici nelle ASL e quindi non riconoscerebbe il mio titolo in ambito sanitario. Ciò non corrisponde all'offerta formativa del corso di laurea dove tra gli sbocchi professionali viene richiesta la presenza dell'educatore nell'area socio-sanitaria, presso centri ospedalieri ed ASL.
Pertanto chiedo chiarezza e la possibilità di poter lavorare in un settore che era stato dichiarato di competenza dell'educatore, quindi chiedo l'abilitazione sanitaria del corso e una parificazione del titolo. Distinti Saluti Sara Fusco"

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Maria Rita Ciarrocchi ha inviato la lettera al Governo

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Antonia La Gualano ha inviato la lettera al Governo

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Francesca Moscetti ha inviato al Governo il il testo suggerito

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Jessica Grillo ha scritto al Governo:  "Gentili Ministri, Da alcuni anni in Italia sono stati istituiti due corsi di Laurea per formare gli Educatori: -Educatore Professionale classe2SNT Facoltà di Medicina -Educatore Professionale di Comunità classe18/19 Facoltà di Scienze della Formazione
Ebbene, secondo il DM 520/98, i laureati in Educazione Professionale classe 2SNT facoltà di Medicina hanno diritto di prestare la loro opera sia nel settore sanitario, sociale e socio-sanitario. Mentre i laureati in educatore professionale di Comunità classe 18/19 facoltà di Scienze della Formazione sono esclusi totalmente dall’ambito sanitario.  Eppure siamo entrambi EDUCATORI… qualcosa non quadra, qualcosa non torna…
-ho una laurea triennale classe 18 in educatore professionale di comunità (facoltà di scienze della formazione)
-una laurea magistrale in educatore professionale coordinatore dei servizi classe 56 (facoltà di Scienze della formazione)
dopo 5 anni di duro lavoro, fatto di esami riguardanti l’area pedagogica, psicologica, medica,ecc e dopo le tantissime ore di tirocinio svolto nelle varie strutture socio-sanitarie del territorio, pensavo di aver finito la mia bella carriera universitaria ed essere pronta a mettere sul mercato la mia professionalità nei vari ambiti di lavoro.
Così vengo chiamata da un settore della sanità privata che mi dice, cara dott.ssa Grillo noi la prendiamo a lavorare con noi, ma sappia che il suo titolo non vale per lavorare nel settore sanitario quindi deve prendersi il titolo di educatore classe 2SNT.
Aiuto! E che significa tutto questo? Significa che non sono un’educatrice,o forse che sono un’educatrice di serie B?
Questa prima distinzione dovrebbe già far riflettere sul sistema Universitario italiano. Questa situazione consente a molte Università e a Enti di interpretare furbescamente la normativa mantenendo le due classi di Laurea. Poi ancora oggi l’Università di scienze della formazione con le sue guide, illude i suoi studenti facendo credere di poter lavorare nel sanitario. La realtà? La realtà ci viene sbattuta in faccia quando usciamo dalle università. quando iniziano a rifiutarci nel settore sanitario, niente concorsi, niente lavoro, niente possibilità. I noltre molti laureati classe 18 capita di essere inseriti in categorie economiche molto basse, alcune volte nella posizione economica C, altre nella B, percependo anche cinque euro all’ora per interventi altamente professionali.
ciò che chiediamo e che stiamo chiedendo da moltissimo tempo, è il riconoscimento della nostra figura professionale, al di là di ogni distinzione accademica, in quanto formati per essere EDUCATORI in tutti i campi.Vogliamo l’omologazione del percorso formativo dell’educatore in tutti i numerosi Atenei italiani dove ci sono corsi per educatore denominati nelle maniere più disparate. Riteniamo che un educatore professionale sia tale in ogni circostanza: le discriminazioni attualmente operanti hanno il solo risultato di generare confusione non solo fra gli immatricolati ai corsi di laurea summenzionati e fra gli stessi operatori del settore, ma addirittura fra coloro i quali sono deputati al recruiting – sia nella P. A. (per cui molti concorsi per educatori professionali recano quale titolo di accesso il diploma magistrale!), sia nel privato sociale.
Ciò che chiediamo può essere così sintetizzato: -Omologazione dei percorsi di laurea per la formazione dell’educatore professionale, con relativa uniformazione dei piani di studio statutari ed abolizione della discriminazione fra laureati CL 18/19 e laureati CL 2SNT; -Riconoscimento economico della professionalità, con inquadramento in fascia D e retribuzioni che si confacciano ad un professionista dotato del titolo di dottore. Augurandoci che le nostre righe vengano prese in considerazione dalle pregiate Vs. persone, restiamo in attesa di cortese riscontro. A nome mio e di tutti i colleghi che si stanno battendo per questo obiettivo da anni!

Jessica Grillo"

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Gentili Ministri,
sono Silvia Tufi, un'educatrice professionale di Roma.
Vorrei porre alla Vostra attenzione la spiacevole situazione che colpisce me e tanti miei colleghi educatori che come me trovano ogni giorno molte difficoltà a livello professionale e lavorativo.
Mi sono laureata presso l'Università di Roma Tre, facoltà di Scienze della Formazione (corso di studio: Educatore Professionale di Comunità, classe L19) e, nonostante abbia studiato nozioni di medicina e sanità, non posso lavorare in contesti sanitari, perché sono ambienti riservati a educatori professionali di classe SNT2 (Facoltà di Medicina e Chirurgia).
Sono molto amareggiata per tutto ciò, dal momento che nell'ordine degli studi del mio corso di laurea erano espressamente indicati come sbocchi professionali anche ASL, ospedali e strutture socio-sanitarie. Invece, nella realtà, il mio titolo dà accesso solo a strutture sociali e neanche in via preferenziale: infatti il mio posto è spesso occupato anche da psicologi, assistenti sociali, volontari, tirocinanti, laureati in lettere, diplomati al liceo socio-psico-pedagogico, tecnici dei servizi sociali e persone che seguono corsi brevi alla Regione o presso enti privati che vengono erroneamente assunti a ricoprire il ruolo di educatori in case-famiglia, centri educativi, ludoteche, asili nido, eccetera. Potete ben capire come sia alta la concorrenza nell'ambito sociale! Credo che ogni lavoro sia specifico, e che richieda competenze e studi tali da giustificare una posizione lavorativa, così che nessuno può fare lo psicologo se non lo psicologo, nessuno può fare l'avvocato, se non l'avvocato, e nessuno può fare il medico se non il medico. L'educazione è una cosa seria, e come tale va rispettata e tutelata.
La pedagogia è unica e appartiene a noi educatori. Così anche i nostri percorsi devono essere unici, garantendo a tutti pari opportunità di impiego e tutela della nostra figura professionale.
Vi chiedo di riconoscere a pieno titolo la mia figura professionale di educatore cercando una soluzione alla disparità di trattamento tra i cosiddetti educatori "sociali" di scienze della formazione e "sanitari" di medicina, in modo da equiparare i titoli e permettere a tutti gli educatori di poter ottenere l'abilitazione sanitaria.
Certa del Vostro interessamento al problema Vi invio i miei più distinti saluti. 
Silvia Tufi

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Gentili Ministri, il mio nome è Sandra Muzzi e scrivo per denunciare la grave ingiustizia e disparità di trattamento provocata da una serie di decreti ministeriali e legislativi che hanno conferito alle facoltà di Medicina il monopolio di formare e abilitare alla professione gli educatori professionali con la classe di laurea SNT2. Non solo si tratta probabilmente di un caso unico in Europa ma, se si esamina, ad esempio, il profilo della classe di Laurea L19 conseguita all'Università di Firenze e approvato dal Miur ci si accorge dell' incongruenza dell' esclusione di migliaia di laureati dai concorsi e dal lavoro presso le strutture sanitarie. Chiedo, assieme a centinaia di colleghi, che l'accordo Stato-Regioni del 10 febbraio 2011 sia rivisto all'art. 6 punto k e siano inclusi nella procedura di equivalenza anche i titoli di educatore professionale/ educatore sociale rilasciati da scienze della formazione e scienze dell'educazione. Certo del Vostro interessamento al problema invio distinti saluti.
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Erika Mirante ha inviato ecco il testo:

oggetto:per una figura unica di educatore

Salve,mi chiamo Erika Mirante, sono un'educatrice professionale (cl. 18) laureata presso la facoltà di scienze della formazione e dell'educazione dell'Università degli studi di Roma Tre.Vorrei segnalare una grave disparità che si è venuta a creare fra due figure professionali. Sembra, infatti, che il nostro titolo non sia riconosciuto in ambito sanitario (siamo esclusi di fatto dai concorsi pubblici delle asl) nonostante, da tempo ,sulle nostre guide dello studente sia presvisto tra gli sbocchi professionali possibili quello negli ambiti socio-sanitari ed assistenziali.Chiediamo chiarezza e possibilità di lavorare anche in un settore che era stato dichiarato di nostra futura competenza. La doppia figura dell'educatore ,una in ambito sanitario e l'altra  in ambito sociale, non ha senso ,per questo chiediamo l’abilitazione sanitaria del corso e una parificazione dei titoli.Distinti salutiErika Mirante

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Donatella Di Berardino ha inviato il testo suggerito

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Luca Cardinali ha inviato il testo suggerito

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Martina Mattia:  Ecco la lettera che ho mandato: 

"Gentili Ministri,

sono Martina Mattia, un'educatrice professionale di Roma.

Vi scrivo comunicarVi che sono molto amareggiata per quanto riguarda la mia situazione professionale e lavorativa.

Partendo dal presupposto che ho molte difficoltà nel trovare una condizione lavorativa dignitosa nell'ambito del sociale, ho riscontrato delle discriminazioni per quanto riguarda il mio titolo di studio.

Io mi sono laureata presso l'Università di Roma Tre, facoltà di Scienze della Formazione (corso di studio: Educatore Professionale di Comunità, classe L19) e, nonostante abbia studiato nozioni di medicina e sanità, non posso lavorare in contesti sanitari, perché sono ambienti riservati a educatori professionali di classe SNT12 (Facoltà di Medicina e Chirurgia). Mi permetto di esprimere il mio rammarico perché nell'ordine degli studi del mio ordinamento di laurea era espressamente indicato il contrario e io per prima ho svolto un anno intero di tirocinio presso una struttura dell'ASL di Roma e sono stata rifiutata alla partecipazione di vari concorsi statali per educatori professionali in ambito sanitario. Chiedo, assieme a centinaia di colleghi, che l'accordo Stato-Regioni del 10 febbraio 2011 sia rivisto all'art. 6 punto k e siano inclusi nella procedura di equivalenza anche i titoli di Educatore Professionale rilasciati da Scienze della Formazione e dell'Educazione. 

Certa del Vostro interessamento al problema Vi invio i miei più distinti saluti. 

Martina Mattia"

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Simona Gorla: questo è il testo che ho mandato al Governo...

Con il presente testo chiedo il riconoscimento del titolo di laurea in Scienze dell'educazione e della formazione cl 18 al fine che anche noi laureati possiamo accedere come gli educatori laureati presso la facoltà di medicina e chirurgia ai concorsi pubblici indetti dalle ASL.

Mi chiamo Simona Gorla e mi sono laureata lo scorso 23 settembre 2011 in SDE cl.18 ma la mia laurea è rimasta un bel quadretto appesa ad un muro. Una laurea che mi è costata 3 anni di sacrifici e non parlo in termini economici ma di notti in bianco a studiare, ho 2 bambini a carico e per me quella laurea era il sogno di una vita.Ed ora ????? E' li appesa ad un muro.....il Contratto nazionale delle cooperative ci offrono due dita in un occhio come stipendio ed io come mantengo i miei figli che garanzie di lavoro ho che garanzie per il loro futuro?????Perchè noi non possiamo accedere ai concorsi ASL ????Nel momento in cui ho scelto una certa professione, un certo corso di laurea non era certo per far lievitare il mio conto in banca, di questo ne ero ben consapevole.La scelta della professione di noi educatori arriva da una spinta motivazionale interna e non vi è differenza tra noi laureati in SDE e chi esce da medicina e chirurgia.La professione dell'educatore è una professione che si basa sulla relazione d'aiuto, sulla capacità di gestire momenti d'incontro, l'educatore è dotato di empatia e di entropia, l'educatore è colui che riesce a comprendere il linguaggio verbale e non verbale di chi ha di fronte.Questo è un lavoro che non si fà con i "guanti bianchi", ma è un lavoro nel quale ci si "sporca le mani" nel senso che si deve essere capaci a gestire ogni situazione improvvisa e inaspettata, è una professione che richiede l'incontro e il sapersi relazionare con le famiglie e la rete dei servizi Cari Ministri per tutto questo non serve la laurea in Medicina e Chirurgia, l'educatore non somministra terapie farmacologiche, anche se conosce bene ogni deficit e ogni complicanza ad esso correlato....Noi EDUCATORI laureati in SDE cl 18 siamo professionisti capaci di gestire ciò che ho sopra citato.CHIEDO PERTANTO CHE CI VENGA RICONOSCIUTA LA LAUREA AL FINE DI POTER PARTECIPARE AI CONCORSI PUBBLICI INDETTI DALLE ASL.

IN FEDE SIMONA GORLA

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Ornella Amoriggi, Federica Di Bella, Maria Martina Gatta, Raffaella Gallo, Chiara Amoroso hanno inviato il testo al governo (copiando il testo suggerito)

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Mi chiamo Ermelinda Ianniello, ho una laurea in Scienze dell'educazione,indirizzo Educatori Professionali, e sono qui a denunciare la situazione spiacevole in cui io e altri colleghi ci troviamo in seguito a provvedimenti discutibili che tendono ad escluderci dai  concorsi pubblici delle ASL. Sembra che il nostro titolo non sia riconosciuto in ambito sanitario,peccato che io conservi ancora gli opuscoli informativi della mia facoltà e che questi riportino tra le aree d'impiego anche quelle socio sanitarie ed assistenziali.

Noi chiediamo solo chiarezza e possibilità di lavorare anche in un settore che era stato dichiarato di nostra futura competenza. La doppia figura dell'educatore ,una in ambito sanitario e l'altra  in ambito sociale, non ha senso ,per questo chiediamo l’abilitazione sanitaria del corso e una parificazione dei titoli.

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Barbara Ciammella Sono un'educatrice laureanda  presso l'Università degli studi di roma tre .Chiedo che il mio titolo, come quello di moltissimi miei colleghi, sia equivalente a quello dell'educatore della Facoltà di Medicina.L'educatore di Scienze della Formazione può lavorare in qualsiasi ambito, anche quello sanitario; quindi mi sembra doveroso e giusto che non ci venga vietata questa possibilità di lavoro, cacciata via da una figura nata dopo la nostra!

Barbara Ciammella 

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Laura Livan ho inviato il seguente testo : Oggetto : Educatore Professionale - disparità di trattamento e di opportunità lavorativeTesto :  Chiedo al Governo un provvedimento urgente per la parificazione tra le lauree in educatore professionale di Medicina (come quelle di Torvergata) e quelle di Scienze della Formazione e dell'Educazione(come quelle di Roma3). Grazie

Laura Livan

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Letizia Santopadre: Gentilissimi, per conoscenza vi invio il messaggio che ho scritto nel FORM inviato a Governo.it

Spettabili, Credo sia importante porre in luce rispetto a quanto accade nella nostra società contemporanea, quanto segue: 

 Sono una giovane Educatrice Professionale, che ha avuto modo di acquisire negli anni diversi Titoli Professionali con la speranza un giorno, qualora il Ministero emettesse un Concorso/Avviso di selezione pubblica, di esserVi inserita come Candidata, dato che come previsto e citato negli sbocchi occupazionali del mio Percorso Universitario, avrei avuto la possibilità di rientrarvi, purtroppo i sogni a volte restano meri desideri e la realtà, quella celata viene alla luce sempre a seguito dei fatti pre-esistenti, mi trovo in possesso di due Titoli qualificanti come Educatrice e Coordinatrice, rispettivamente CL. 18 D.M. 509, CL. 56/S D.M. 509, ma non ho mai avuto realmente la possibilità di accedere ad un Concorso per Educatore Professionale in Ambito Sanitario, poichè purtroppo quanto detto e scritto dall'Università di riferimento e quanto acquisito attraverso l'espletamento della Laurea non mi fornisce a tutti gli effetti una "Abilitazione" all'ambito in oggetto, nonostante abbia avuto modo di sostenere/frequentare nel mio percorso di studi numerosi Esami e Corsi concernenti il Settore Scientifico Disciplinare Sigla: MED etc. 

Vorrei con la presente che la realtà fosse oggi portata ad una maggiore consapevolezza, di quanti come me si trovano oggi a vivere una condizione di precariato essendo realmente esclusi da un ambito al quale hanno ambito per anni.

Vorre fortemente con la presente muovere un interesse dalle Cariche più alte a contribuire in modo uniforme alla Parficiazione di un Titolo che per molti rientra a pieno nell'ambito in oggetto o come si suol dire nel settore specifico del Sanitario, per avere quindi la possibilità in quanto Educatori Professionali di inserirsi non più e solo esclusivamente in termini educativi in esso. Vi ringrazio per la presa Visione

In Fede

Letizia Santopadre

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Sara Giugno: Sono un'educatrice laureata presso l'Università di Palermo.Chiedo che il mio titolo, come quello di moltissimi miei colleghi, sia equivalente a quello dell'educatore della Facoltà di Medicina.L'educatore di Scienze della Formazione può lavorare in qualsiasi ambito, anche quello sanitario; quindi mi sembra doveroso e giusto che non ci venga vietata questa possibilità di lavoro, cacciata via da una figura nata dopo la nostra!

Sara Giugno

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Non smettete di scrivere al Governo compilando questo form.... e di inviare copia del testo a:  educatoriperprofilounico@email.it

 

 

La solidarietà da Palermo

Salve ragazzi ed amici romani!

Sono Valerio, esperto dei processi formativi ed educatore professionale da Palermo!

Qua siamo tanti davvero. Con un collega, questo maggio, abbiamo organizzato diverse riunioni ed incontri e dopo aver stabilito il torto che l'Università aveva perpetuato per anni nei nostri confronti (Nella nostra guida dello studente è specificato come sbocco lavorativo il socio - sanitario) abbiamo deciso di denunciare penalmente i responsabili dell'istituzione del corso di laurea come esperto dei proc. formativi ed educ. prof. per truffa.  Ad agire legalmente siamo oltre settanta, ma coinvolti nella questione saremmo almeno in quattrocento, perchè ai tempi facemmo firmare un ricorso gerarchico contro l'Università per darle modo di rimediare, ingenuamente convinti che potesse istituire una sorta di corso riparatore per l'equipollenza. Ovviamente, una volta sfumato tutto, il numero degli aderenti si è ridotto drasticamente per paura di ritorsioni. 

Siamo adesso venuti a conoscenza delle vostre iniziative, delle Iene e della lettera personale al Governo e saremmo interessati a mantenerci in contatto! 

Vorremmo innanzitutto sapere come vi state muovendo adesso? Che passi pensate di compiere? 

Questo è il mio indirizzo e-mail personale e potete usufruirne tranquillamente. A presto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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