da www.cremonaweb
Le prime canne
in terza media
Si abbassa l’età di coloro che fanno uso di droghe
leggere e alcolici
Sempre
più giovani. E sempre più sballati. Si abbassa l’età dei ragazzi che fanno uso
di droga. Canne, pastiglie, alcolici, spesso e volentieri pericolosi mix cui si
ricorre per stornarsi nel week end.
Quelli che la notte se la bevono fino all’ultimo sorso sono adolescenti in cerca
di approvazione dal branco.
«Vogliono essere diversi» spiega Leone Lisé, educatore professionale del Sert
(Servizio dipendenze dell’Asl). «Vogliono provare nuove sensazioni, vogliono
sentirsi sempre all’altezza delle situazioni. Ma alcol e cannabis,
contrariamente all’opinione comune che va sradicata, hanno effetti molto
nocivi».
La responsabile del Sert Anna Maria Camisani aggiunge che gli studi di settore
«parlano di lesioni permanenti provocate dai cannabinoidi, soprattutto se gli
assuntori sono adolescenti il cui sistema nervoso è ancora in formazione».
C’è dell’altro. Il principio attivo contenuto nella cannabis oggi è molto più
elevato rispetto a qualche anno fa.
Secondo i dati raccolti dal Sert, sul totale degli utenti trattati l’uso di
questa sostanza fra il 2000 e il 2006 è passato dal 50 al 58,7 per cento.
Dinamica ancora più allarmante per la cocaina, cresciuta dal 6,1 al 24,8 per
cento. In calo, invece, eroina ed ecstasy.
Dove ci si rifornisce? In discoteca, nei bar, alla stazione dei pullman,
addirittura negli oratori. Il battesimo dello spinello avviene in genere fra la
terza media e la prima superiore.
Quello della bottiglia ancora prima. «Si ubriacano già a 9-10 anni, anche perché
magari si servono direttamente in casa» puntualizza la Camisani. E dire che la
legge vieta la distribuzione di alcolici ai minori di 16 anni. Non tutti però
rispettano la normativa vigente, tanto che l’Azienda sanitaria locale sta
coinvolgendo gli esercenti e le associazioni di categoria in una campagna che
punta a scongiurare questa abitudine.
Quanto alla droga, gli esperti di via Postumia combattono da tempo la loro
battaglia sui banchi scuola, incontrando studenti e insegnanti.
«Quest’anno» prosegue Lisé, «abbiamo privilegiato i centri di formazione e le
scuole professionali, perché qui abbiamo riscontrato situazioni più difficili
non solo a livello di diffusione di sostanze, ma anche dal punto di vista
educativo. Questi istituti si trovano a dover affrontare da soli una partita
troppo difficile e noi abbiamo il compito di sensibilizzare gli adulti, poiché
l’uso degli stupefacenti non è che un campanello d’allarme ».
L’iniziativa su scala provinciale, messa in campo da due operatori dell’Asl
coadiuvati da cooperative del privato sociale, ha riguardato lo Ial (il centro
di orientamento al lavoro della Cisl), il Centro di formazione professionale, l’Enaip,
l’Apc.
Altri progetti si sono sviluppati in collaborazione con l’amministrazione
comunale di Cremona in altre scuole della città.
Sempre da quest’anno, inoltre, è partito un percorso sperimentale rivolto ai
genitori e agli insegnanti delle scuole medie di Vescovato, Sospiro e Trescore
Cremasco.
Resta un nodo fondamentale da sciogliere: i fondi. Uno scoglio non indifferente,
dato che il principale canale di finanziamento, previsto dalla legge 45, è
bloccato.
La lotta alla droga è cioè finita in un unico calderone che contempla vari
settori (fra i quali, solo per citare un esempio, quello della disabilità) ed è
quindi più difficile reperire aiuti economici.
Crescita esponenziale per la coca
Le più diffuse sono hashish, pastiglie e cocaina. Quest’ultima sostanza, in
particolare, ha conosciuto una crescita esponenziale.
Mentre la generazione dell’eroina è in via di estinzione. A dirlo è il
vicequestore aggiunto Sergio Lo Presti, dirigente della squadra mobile di
Cremona.
A cosa si deve lo spopolare di queste droghe?
«Pesa molto il fatto che l’assunzione è diretta e non richiede lunghi
preparativi. E poi chi ne fa uso è convinto che non siano pericolose. Niente di
più sbagliato, visto che gli effetti a livello cerebrale sono dannosissimi: le
cellule nervose vengono letteralmente bruciate. Inoltre, la diffusione più ampia
di queste sostanze ha fatto crollare i prezzi».
Quanto si paga per sballarsi?
«La coca costa 60-80 euro al grammo. Per una canna, 10-15 grammi di hashish, si
devono sborsare fra i 10 e i 20 euro. I giorni critici sono quelli del fine
settimana, il sabato sera trascorso nei locali notturni dove chi non si droga è
out, non viene accettato dal gruppo».
Lo spacciatore-tipo?
«E’ proprio questo l’aspetto drammatico. Si tratta di persone che conducono una
vita normale, spesso insospettabili e comunque incensurate, a volte spacciatori
improvvisati».
L’attività di contrasto messa in atto dalla Questura è sempre in primo piano…
«Gli ultimi servizi in ordine di tempo sono stati effettuati dalla sezione
antidroga della Mobile qualche settimana fa nel Soresinese e l’ultimo fine
settimana a Castelleone. Nel primo caso il bilancio è stato di un arresto e una
denuncia a piede libero, nel secondo di un arresto e una segnalazione alla
Prefettura. Parliamo sempre di cocaina. Una ventina di giorni fa, invece,
abbiamo arrestato altre due persone trovate con 80 pastiglie davanti a un locale
notturno di Cremona.
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