LINGUE E FORBICI
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C'è qualcosa che non quadra in questa brutta
storia, soprattutto dal punto di vista della colpevolizzazione all'unisono
della maestra indagata, senza approfondimenti ulteriori sull'organizzazione
scolastica, sul reclutamento degli insegnanti di sostegno, sul possesso dei
requisiti curriculari previsti dalla legge per il conferimento da parte dei
Dirigenti Scolastici di incarichi di sostegno su classi con alunni
diversamente abili.
Sarebbe troppo semplicistico dire, ad esempio, che
i danni a cose e persone causati da un giovane senza patente alla guida di un
automobile concessa irresponsabilmente dai genitori, sia interamente del
giovane stesso.
ll bambino tunisino di sette anni di una scuola
elementare di Milano è stato medicato con alcuni punti di sutura sulla lingua.
Le ultime notizie parlano di iscrizione nel
registro degli indagati, in un procedimento per lesioni colpose,
dell'insegnante di sostegno di 22 anni, originaria di Messina.
Le ferite sulla lingua del bambino sarebbero state
provocate dalle forbici tenute in mano dall'insegnante la quale, secondo la
vittima, avrebbe pronunciato la seguente frase: "se non stai zitto ti taglio
la lingua".
Dal canto suo, l'insegnante, al momento sospesa
dall'incarico, avrebbe parlato di un incidente .
Il Ministro dell'Istruzione è stato durissimo
contro l'insegnante responsabile dell'episodio ed ha parlato di licenziamento.
Analogamente, mass media e commentatori si sono
abbandonati a tutti i tipi di improperi, pillole scandalistiche, tutte dirette
unicamente sull'"insegnante mostro", e per niente sul sistema scolastico che,
riguardo all'assistenza ai disabili, soffre di carenze strutturali di vecchia
data.
Non ultime la formazione, l'aggiornamento e le
verifiche sui titoli di studio e sui progetti finanziati dalle province per
favorire la frequenza dei ragazzi svantaggiati.
L'insegnante di sostegno che avrebbe ferito con le
forbici il bambino era senza il titolo di studio necessario per insegnare,
così come, a Milano, il 30% delle insegnati di sostegno agli alunni
diversamente abili è priva del titolo di studio necessario per poter
esercitare tale professione (corriere della sera 28 dicembre).
Ricordiamo che oggi la legge prescrive il possesso
di una laurea specifica in scienze della formazione primaria per poter
accedere ad una cattedra scolastica nella qualità di insegnante di sostegno.
Una nota del MIUR del 24/04/2001 aveva a suo
tempo sollecitato gli organi ispettivi del MIUR e delle pubblica
amministrazione a verificare la validità dei titoli rilasciati ai sensi del DI
460/98 dalle Università in convenzione con enti esterni.
Pertanto le disposizioni normative prevedono, per i docenti della scuola
dell'infanzia (ex materna) e primaria (ex elementare) il conseguimento del
titolo di specializzazione attraverso la laurea in scienze della formazione
primaria e la frequenza di un corso aggiuntivo di 400 ore per il sostegno.
Ma ritornando sull'argomento di cronaca, ci viene
in mente un altro episodio recente accaduto a Roma: i presunti abusi su un
bambino down undicenne da parte di un'assistente domiciliare di 22 anni.
In quell'occasione il Sindaco Walter Veltroni e la
delegata all'Handicap Ileana Argentin gridarono indignati contro lo scandalo
ma nessuno si è preoccupato di andare a "scavare" su quale fosse il piano
educativo individuale di quel bambino presso i servizi sociali, di quali
verifiche fossero state fatte, su quali figure esternalizzate e precarie
ruotassero intorno al bambino e con quale formazione e specializzazione.
Insomma si tende spesso volutamente a buttare un
gran fumo su episodi certamente gravi offrendo un facile capro espiatorio al
fine di occultare le responsabilità a monte, che sono più gravi ed
appartengono, più verosimilmente, al Sistema Scuola oppure all'ente pubblico
committente dei servizi di assistenza.
Allora ci chiediamo chi deve rispondere di quanto
accade nelle scuole, nei centri diurni, nelle residenze assistite quando non
viene garantita un'adeguata copertura dell'organico specializzato?
Chi deve rispondere dal punto di vista etico e
giuridico quando disabili, minori e anziani titolari di un diritto
costituzionalmente garantito, diventano le galline dalle uova d'oro di enti
pubblici e di cooperative e associazioni Onlus?
Domenico Ciardulli
Educatore Professionale Coordinatore dei Servizi
Approfondimenti :"COME
LA SCUOLA MUTILA I NOSTRI RAGAZZI, E PERCHE'"►(LEGGI)