Abusi sui bambini: La Scuola
pubblica ha saputo reagire
Pensavamo
che dopo il rumoroso caso di Rignano Flaminio, oggetto di un lunghissimo
processo giudiziario, sarebbe stato difficile imbattersi in un'altra grave
situazione che riguarda una scuola materna pubblica. Invece è accaduto. In una
scuola romana alcuni bambini sono stati maltrattati da una maestra di 63 anni.
Una maestra che era sulla soglia del pensionamento dopo 40 anni di servizio.
Non ci soffermiamo qui sui particolari bruttissimi del comportamento
violento di una maestra contro i bambini di una scuola dell'infanzia.
Particolari che sono descritti sui giornali da chi ha presumibilmente visto i
filmati delle telecamere installate dalla polizia.
Sarebbe oltremodo scontato ipotizzare una probabile scarsa competenza professionale
della persona preposta al coordinamento di quel servizio scolastico che avrebbe
dovuto vigilare e prendere provvedimenti cautelativi.
Qui vogliamo far risaltare qualcosa che, altrimenti, passerebbe in secondo
piano: l'onda di protezione a favore di quei bambini che è stata sollevata dal
personale interno alla scuola.
In particolare, è stata la denuncia di una collaboratrice scolastica, e quella
contestuale di un'insegnante, a far intervenire le forze dell'ordine con un
sistema di telecamere nascoste. Ciò ha consentito di fermare metodi utilizzati
da una maestra che avrebbero potuto lasciare un segno permanente nella psiche di
piccoli innocenti.
Grazie quindi ai collaboratori scolastici di quella scuola pubblica, la tenuta
etica dell'istituzione di cura dei bambini è stata sottratta ad una deriva
pericolosa, in un contesto in cui alcuni genitori erano incolpevolmente ignari
e/o distratti mentre altri erano addirittura grati e riconoscenti alla maestra
arrestata.
Questa premessa ci spinge ad evidenziare che nonostante sia carente il sistema
complessivo di controllo, di aggiornamento, di supporto e supervisione del
personale, nonostante sia un pò smagliata la rete tra scuole, enti locali,
servizi sociali, ufficio scolastico, ministero e Asl, la la gran parte dei
lavoratori della scuola riesce a calarsi pienamente nel
proprio ruolo di servizio alla collettività. E questo senso del dovere non è
stato mai scalfito dalla scarsa attenzione del ministero dell'istruzione.
Ricordiamo che in Italia migliaia di supplenti, puntuali e precisi nel loro
lavoro, rimangono senza stipendio per mesi e mesi.
Nel concludere, riproponiamo, come ulteriore elemento di riflessione, un episodio di natura diversa verificatosi in una scuola qualche anno fa. Non si tratta di un episodio molto grave e non ha avuto eco sulla stampa ma può essere utile la lettura. Questo è il link