OPERAIO TRAVOLTO DA UN TRENO

INFORTUNI E ISPEZIONI CON PREAVVISO

http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=76504

Strage alla ThyssenKrupp di Torino, morto un quarto operaio

Si aggrava di giorno in giorno il drammatico bilancio dell' incendio alla ThyssenKrupp, l'acciaieria  che nella notte tra mercoledi' e giovedi' ha trasformato in torce umane sette operai. Ieri sera al Cto di Torino, e' morto anche Bruno Santino, l'operaio, che aveva 26 anni, ed era stato trasferito in giornata dall'ospedale Maria Vittoria al centro grandi ustionati del Cto. A pregare tutto il giorno perche' si salvasse il fratello Luigi, pure lui operaio alla Thyssenkrupp (ma non era di turno mercoled notte).   

Dopo Antonio Schiavone, 36 anni, che abitava a Envie (Cuneo) con moglie e tre figli piccoli, il piu' vicino alla linea 5 dell'impianto di trattamento termico dove si e' sviluppato l'incendio, ieri mattina, poco prima delle sette, e' morto Roberto Scola, 33 anni, che era stato ricoverato all'ospedale Molinette, mentre nel pomeriggio, al San Giovanni Bosco, Angelo Laurino, 43 anni, e' stato stroncato da un'insufficienza multiorgano. Entrambi avevano ustioni di terzo grado sul 95% del corpo.
  
Intanto il pm Raffaele Guariniello ha aperto due procedimenti penali paralleli come prevede la legge: "Uno riguarda le persone fisiche responsabili dei fatti, l'altro l'impresa".   

Scola, viveva a Torino, era sposato aveva due figli molto piccoli (uno di 17 mesi e l'altro di quasi tre anni).Quando e' arrivato al pronto soccorso del Cto era cosciente e terrorizzato all'idea di non rivedere piu' i suoi bimbi. Laurino, anche lui abitante a Torino, aveva due figli, Fabrizio di 12 anni e Noemi di 14. Con l'aggravarsi della tragedia aumenta anche la richiesta di trovare i responsabili della tragedia: "Grazie per quello che state facendo per mio marito, tutti si danno da fare moltissimo qui in ospedale, ma io chiedo anche giustizia dalla magistratura", ha detto la moglie di Laurino al ministro Livia Turco un paio d'ore prima di avere la drammatica notizia della morte di Angelo. E la Turco ha risposto: "Noi ci siamo qui, ma anche la magistratura fara' il suo dovere".
  
Rabbia e dolore anche tra i familiari di Scola: "Da quando aveva capito che le acciaierie sarebbero state chiuse - ha detto ieri la mamma, Marisa Pisano - Roberto stava valutando altre offerte di lavoro. Pero' alla Thyssenkrupp si trovava bene e gli sarebbe dispiaciuto andarsene".
  
Rimane appeso a un filo il destino degli altri tre feriti gravissimi, di cui tre ricoverati a Torino ed uno a Genova. All'ospedale Maria Vittoria lotta tra la vita e la morte Giuseppe De Masi, 26 anni, che vive a Torino con i genitori ed ha una madre infermiera; mentre alle Molinette e' ricoverato Rocco Marzo, di 54, sposato a padre di due figli. A fine mese sarebbe dovuto andare in pensione. Tutti hanno ustioni di secondo e terzo grado su oltre il 90% del corpo. Viene tenuto in coma farmacologico, all'ospedale Villa Scassi di Genova, Rosario Rodino', 26 anni.
  
Le prime autopsie sulle vittime saranno eseguite lunedi' e martedi' prossimo. Nel frattempo proseguono gli accertamenti in fabbrica per capire con precisione il punto in cui si e' verificata la tragedia, la causa dell'incendio e se tutte le norme per la sicurezza sono state rispettate. Per questo motivo la Procura ha controllato ieri tutti gli estintori dello stabilimento dopo la denuncia di alcuni operai, che hanno detto che alcuni non funzionavano.   

Altro aspetto da chiarire e' l'operato della squadra antincendio e la sua formazione. Pare infatti che gli operai avessero la prassi di sbrigarsela da soli quando capitavano piccoli inconvenienti. Non e' chiaro se la notte dell'incidente la squadra antincendio fosse presente al completo nello stabilimento o se ci fosse un solo componente che, come emergerebbe dalle prime indiscrezioni, era in un altro reparto. Al momento non ci sono iscrizioni nel registro degli indagati, ma ci saranno presto. La Procura ha infatti chiesto al Thyssenkrupp tutto l'organigramma della societa', compreso quello della capogruppo tedesca, per valutare i ruoli e le competenze.

 

 

DAL SITO DELLA THYSSENKRUPP

http://www.acciaiterni.it/index_2.asp?mnPr=news&mnSiNu=Ultime&mnBl=news&mnGr=gen&newsApri=antincendio

Prevenire è meglio che spegnere 

Il sistema antincendio della ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni punta su prevenzione e protezione
 

 

L'incendio che nel 2006 ha gravemente danneggiato alcuni impianti dello stabilimento di Krefeld della ThyssenKrupp Nirosta, dimostra quanto serio sia il rischio di simili eventi all'interno di realtà come le nostre, dove le potenziali cause di incendio sono moltissime: da quelle elettriche (scintille, surriscaldamento di motori ecc.) alle esplosioni, fino alla distrazione umana (classico è l'esempio del mozzicone di sigaretta involontariamente gettato tra sostanze infiammabili).

Per questo, la ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni si è da tempo dotata di una struttura antincendio che agisce su tre diversi fronti: prevenzione, protezione e spegnimento. Quella della prevenzione è un'attività fondamentale, che verte essenzialmente sul controllo periodico e sulla manutenzione degli impianti antincendio quali impianti fissi di spegnimento, estintori, idranti porte REI (sigla di uso internazionale che deriva dalle iniziali delle parole francesi Resistance, Entretenir e Isolement), secondo quanto previsto dalle leggi in materia e in linea con gli standard aziendali di controllo e manutenzione. In collaborazione con l'ente EAS (Ecologia, ambiente, sicurezza), vengono inoltre emesse apposite procedure e pratiche operative e sono effettuati controlli periodici nelle varie aree al fine di verificare l'attuazione delle disposizioni e soprattutto lo stato dei luoghi, dal momento che la base dell'attività di prevenzione è il monitoraggio costante del livello di pulizia e assenza di sostanze combustibili in zone pericolose. Quanto alla protezione, questa interessa in modo particolare le aree a rischio come vie cavi (completamente ricoperti di vernice intumescente), cabine e quadri elettrici (compartimentali con materiali REI). In questa attività di protezione rientra anche la recente messa in esercizio di un sistema di centralizzazione allarmi per l'Area a caldo e per l'Area a freddo (e che a breve per l'Acciaieria sarà implementato) e di un moderno sistema di telecamere 'motion control' in grado di verificare le variazioni di immagini nelle aree, permettendo, così, di diagnosticare un evento pericoloso sin dagli inizi.
 

Per le attività di spegnimento, infine, all'interno dello stabilimento opera una squadra antincendio professionale, in fase di ulteriore aumento organico, che si occupa anche della prevenzione e della protezione. La squadra è dotata di mezzi che consentono di fronteggiare anche incendi di notevoli dimensioni, come, ad esempio, un'autobotte da 8 metri cubi di acqua fornita di pompa ad alta pressione. È inoltre supportata, in caso di incendio, da circa 80 addetti agli impianti produttivi e dei servizi che hanno ricevuto un'adeguata formazione antincendio presso centri specializzati e da parte di funzionari del corpo dei Vigili del Fuoco di Stato. A questi ultimi è stata affidata anche la particolare formazione sull'antincendio ricevuta da tutti gli addetti agli impianti con Rischio di Incidente Rilevante D.L.gs. 334/99 (vedi fabbrica ossigeno e stoccaggio acido HF). Da segnalare, in ultimo, che durante lo svolgimento di un recente programma di formazione sulla sicurezza rivolto a tutto il personale economica del territorio ternano. Un brindisi vicino al nuovo laminatoio ha concluso la giornata, in attesa di prossime occasioni di festa.

 ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni Anno 12 n.2

http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=71167

Torino, incendio in acciaieria: un morto, sei feriti gravi

L'ingresso della Thyssenkrupp - foto Ansa - 220*180 - 06-12-07 Le fiamme sono divampate nella notte di mercoledì, attorno all’1 e 30. Lo stabilimento della ThyssenKrupp di Torino in poco tempo è diventato una trappola infernale per gli operai che stavano lavorando durante il turno di notte. Uno di loro, Antonio Schiavone, 34 anni, non ce l’ha fatta. È salito a 9 il bilancio dei feriti che hanno riportato vaste ustioni in varie parti del corpo e principi di intossicazione per avere respirato il fumo sprigionatosi dopo l' incendio. Alcuni di loro sono in condizioni disperate. Due operai, entrambi 26enni, Bruno Santino e Giuseppe De Masi hanno riportato ustioni di terzo grado al 90% del corpo. Grave anche Angelo Laurino, 34 anni, che si trova in rianimazione all’ospedale San Giovanni Bosco, così come un suo collega in coma farmacologico.

Il pronto intervento di otto squadre dei vigili del fuoco ha evitato che fosse una strage: le fiamme, infatti, hanno devastato il reparto del trattamento termico, ma non si sono estese all'intero stabilimento. Oltre all' incendio vi sarebbe stata anche una esplosione. I pompieri sono ancora al lavoro per verificare che non ci siano ritorni di fiamma.

Ancora non sono state chiarite le cause dell’incidente: nel reparto dove sono divampate le fiamme i laminati di acciaio vengono portati ad alta temperatura e poi raffreddati in bagni d'olio per temperarli. ««Confido che il lavoro della magistratura - ha affermato il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino - possa portare presto a determinare le cause della tragedia. Ma ancora una volta un grave incidente conferma purtroppo che il problema sulla sicurezza sul lavoro, così come autorevolmente affermato dal presidente Napolitano, rappresenta una vera priorità nazionale».

Secondo una prima ipotesi, a scatenare l’incendio potrebbe essere stato dell’olio bollente traboccato dalle vasche, che avrebbe così investito gli operai che lavoravano alla linea. A quanto si apprende, l'incendio sarebbe iniziato da una piccola fiammella che in un primo momento si sarebbe tentato di spegnere con un estintore. Ma l’estintore si è esaurito e si è tentato di spegnere l'incendio con una lancia ad acqua, che avrebbe avuto l'effetto di aumentare l'incendio.

La ThyssenKrupp detiene purtroppo un triste primato: quattro anni fa nello stesso stabilimento di Torino si era verificato un grosso incendio: aveva preso fuoco una vasca d'olio e le fiamme erano state domate solo dopo alcuni giorni. Ma in quell' occasione, fortunatamente, non vi erano state vittime. Sul sito internet del gruppo tedesco che in Italia ha sede a Terni e a Torino e che opera nel campo della produzione e distribuzione degli acciai speciali, c’è un avviso che oggi suona come paradossale.

«Prevenire è meglio che spegnere» si legge in una nota pubblicata lo scorso 12 luglio. Nel comunicato, si legge del sistema antincendio a disposizione della ThyssenKrupp, sviluppato dopo che nel 2006 lo stabilimento tedesco di Krefeld era stato gravemente danneggiato. L’episodio, scrivono, «dimostra quanto serio sia il rischio di simili eventi all'interno di realtà come le nostre, dove le potenziali cause di incendio sono moltissime: da quelle elettriche (scintille, surriscaldamento di motori ecc.) alle esplosioni, fino alla distrazione umana (classico è l'esempio del mozzicone di sigaretta involontariamente gettato tra sostanze infiammabili)». Si illustra così il sofisticato sistema messo a punto per prevenire ogni focolaio e si sottolinea anche l’attività di formazione realizzata per gli operai. «Un brindisi vicino al nuovo laminatoio – raccontano l’ultimo giorno di corso quelli della ThyssenKrupp – ha concluso la giornata, in attesa di prossime occasioni di festa».

Oggi i lavoratori si sono rifiutati di entrare al lavoro e per questo l'acciaieria è rimasta chiusa. «Non torneremo al lavoro se prima non avremo garanzie sulla sicurezza in fabbrica. Al momento mancano», affermano i lavoratori, che stanno preparando un dossier sulle condizioni di lavoro nella fabbrica, con dati e testimonianze. Lunedì i sindacati confederali dei metalmeccanici, Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato uno sciopero. «Chiediamo che si passi dalle parole ai fatti – dicono – Non basta la compassione, bisogna che si fermino gli incidenti e i morti sul lavoro». A quanto riferito dai sindacati, la ThyssenKrupp aveva deciso a luglio di chiudere la fabbrica torinese e di concentrare tutta l'attività produttiva nello stabilimento di Terni, ma ancora sono al lavoro circa 200 dipendenti. Proprio in questo periodo la linea 5, dove è avvenuto l'incidente, secondo fonti sindacali, aveva avuto un'intensificazione del ritmo di lavoro e l'azienda aveva deciso di mantenerla attiva fino a giugno. Alcuni lavoratori coinvolti nell'incendio - sempre secondo i sindacati - erano in straordinario da quattro ore e, quindi, lavoravano da 12 ore consecutive.

I lavoratori metalmeccanici di tutt'Italia si fermeranno per due ore venerdì 14 dicembre per chiedere maggiore prevenzione e sicurezza sul lavoro. Le due ore di sciopero - spiega il segretario nazionale della Uilm Mario Ghini - sono in aggiunta alle otto ore di sciopero proclamate per la città di Torino per lunedì.

Omicidio, lesioni personali e incendio colposi sono le tre ipotesi di accusa formulate nel fascicolo aperto dalla magistratura. Il magistrato Laura Longo, sostituto procuratore del pool di Raffaele Guariniello, ha specificato che al momento non ci sono indagati e che già in giornata potrebbero essere ascoltati come testimoni alcuni operai che hanno assistito alla tragedia. Longo, che si è recata sul posto nella notte e vi è rimasta fino alle 6 di stamattina, ha dato disposizione di acquisire dall'azienda documentazione relativa alle misure antinfortunistiche e alla contrattualizzazione dei lavoratori impegnati sulla linea 5.

«Ancora una volta degli operai muoionomentre lavorano. Il ministro del Lavoro Damiano venga in Senato a riferire sul grave incidente di Torino», chiede Massimo Brutti (Partito Democratico) intervendo in aula in apertura dei lavori. «Il governo deve dire cosa intende fare per impedire che le cosiddette "morti bianche" continuino». «Il ministro del Lavoro Cesare Damiano è disponibile a riferire nell'aula del Senato sull'incidente in una acciaieria di Torino», ha annunciato il presidente del senato Franco Marini.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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