La modalità della
tragedia è identica a quella di un altro operaio, Giuseppe,
51 anni, morto l'anno scorso, il 29 luglio 2005, mentre falciava l'erba
nel giardino del Consiglio regionale del Lazio, travolto dal trattore
Golden Star nrg 70, privo della barra rollbar di difesa del conducente.
Quel tragico infortunio mortale è accaduto
a Roma proprio dentro le "viscere" del governo regionale quasi a
significare simbolicamente una scossa al palazzo sordo per ricordare a
tutti gli eletti che perdere la vita sul posto di lavoro è diventato ormai
un fatto ordinario.
Il 14 maggio 2006, Gianluca
Diana, un operaio edile di 36 anni, ha perso la vita precipitando da
un’altezza di otto metri, da un terrazzo, mentre effettuava lavori in
muratura in un convitto di suore, in via dell’Olmata. Sul sedile della sua
auto il pranzo a sacco rimasto intatto e i vestiti puliti per tornare a
casa.
il 22 febbraio 2006 un giovane operaio
rumeno di 25 anni, Ene Macovei, è morto travolto dal
braccio di una pompa per il cemento che si è ribaltato, in un cantiere di
Ostia. Nella stessa mattinata altri due lavoratori erano rimasti feriti in
un laboratorio di marmo a Tivoli.
Il 31 gennaio 2006 un operaio di 29
anni, dipendente di una ditta di forniture edili, ha perso la
vita precipitando da un montacarichi dal sesto piano di un palazzo di
piazza Barberini, mentre portava del materiale edile ad altri operai
impegnati nella ristrutturazione di un appartamento.
L'11 gennaio 2006 Giorgio
Biferi, 53 anni, è' morto investito da una parete di terra franata in un
cantiere di scavi archeologici in Via Casal Boccone.
Un altro operaio
Giuseppe aveva 49 anni e stava lavorando il 13 luglio
2005 con una ditta subappaltatrice di infissi presso il polo tecnologico
della Tiburtina.
Anche Giuseppe, precipitando giù da una botola senza
parapetti di sicurezza, ha lasciato il mondo dei vivi ucciso da questo
brutale sistema di permissivismo e superficialità nei cantieri e, in
generale, negli ambienti di lavoro della città di Roma.
Le tragedie mortali sui cantieri del GRA sono tante,
all'altezza della Giustiniana, un operaio sessantenne è
stato travolto da un automezzo all'interno del cantiere per la terza
corsia, pochi giorni dopo la morte del giovane operaio ventenne
di origine siciliana schiacciato da una lastra di marmo in un altro
limitrofo cantiere GRA. Non sono stati nè i primi nè gli ultimi di una
lunga serie di incidenti mortali che hanno collocato la città di
Roma come "Maglia nera del 2005" tra le grandi metropoli del nostro paese.
Il 26 maggio 2005 un operaio di 42 anni è rimasto
folgorato in una cava di via Portuense.
Il 14 maggio 2005 un altro operaio di 42
anni è rimasto folgorato in un cantiere della zona Casilina.
L'11 maggio dello stesso anno un operaio di
51 anni ha perso la vita a seguito di una caduta all'interno
dell'Istituto industriale Antonio Meucci in via del Tufo (Pietralata).
Un operaio rumeno di 30 anni è
morto il 4 aprile 2005 presso il cantiere di via Casa Selce 147 (Castel di
Guido) rimasto incastrato in un nastro che trasportava breccia.
Il 18 gennaio 2005 un giovane operaio
dell'azienda SIR è rimasto schiacciato dal muletto con cui stava
lavorando.
Tralasciamo i gravi fatti accaduti nel 2004 presso
il Palazzo delle Esposizioni dove, nonostante i controlli ispettivi
preliminari, si è verificato un crollo che ha travolto cinque operai.
Nonostante queste fatti così gravi, passando la
mattina presto davanti agli "smorzi", capita di vedere ancora operai
extracomunitari in attesa di essere arruolati in nero dai caporali di
turno.
Guardando le alte impalcature di grandi cantieri
edilizi capita di vedere ancora operai senza casco e senza cinte di
sicurezza, così come nelle strade urbane di Roma si vedono a volte operai
senza cuffie mentre usano il martello pneumatico.
E' un segnale significativo di quanto abbia preso
piede la cultura della disattenzione, della furbizia e del pressapochismo
istituzionale.