
Il prof. Galli Della Loggia, noto editorialista del Corriere della Sera, nel commentare la vicenda di Bibbiano, individua tra i mali della società “una malintesa e indebitamente estesa psicologizzazione della vita” ricorrendo a interpretazioni di tipo traumatico-psicologico evocando l’abuso sessuale invece di ricorrere a spiegazioni fondate su una qualche concreta evidenza come, ad esempio, eventuali difficili condizioni economiche delle famiglie.
Non contento di essersi addentrato in un campo non suo e di gettare, partendo da un caso specifico, ombre pesanti su tutte le varie professionalità dell’intero sistema dei Servizi sociali, il prof. Della Loggia entra anche nella sfera della Scuola per stigmatizzare la diffusione eccessiva dei Bes (Bisogni Educativi Speciali) e degli insegnanti di sostegno e dell’utilizzo di Onlus convenzionate.
Nel suo fondo sul corriere della Sera di domenica 28 luglio infatti scrive:
“La nuova organizzazione scolastica italiana è oggi prevalentemente orientata in questa direzione.
Essa è stata spinta da una lunga serie di riforme sciagurate a relegare sempre più in secondo piano l’istruzione a vantaggio della «formazione».
In questa prospettiva — venendo però in tal modo ad assomigliare alla fine a una sorta di agenzia del Welfare — essa è stata indotta a fare il più largo spazio all’indagine circa ogni loro possibile problema psicologico, familiare, attitudinario, linguistico, comportamentale.
Proprio a tal fine è stata definita e sempre più ampliata la sfera dei Bes (Bisogni Educativi Speciali) e la relativa categoria, in grande espansione, degli insegnanti «di sostegno».
A suo modo, ed esagerando appena un poco, si può dire che la scuola è così istituzionalmente divenuta una branca e insieme un’interfaccia dei Servizi Sociali….… è proliferata una miriade di onlus, ong, associazioni, enti, — ambiguamente collocati tra il pubblico e il privato …
… trovare quanti più possibili casi di «disagio», di maltrattamenti, di abusi, di violenze, di cui farsi carico naturalmente non a titolo gratuito.”
Se in qualche modo esiste nel ragionamento di Della Loggia un fondo di verità, il professore dovrebbe chiedersi se lo smarrimento della società, come lui lo chiama, origini veramente dalla psicologizzazione della realtà oppure non sia effetto di una “piaga” del terzo millennio e dei suoi mutamenti sociali profondi che la politica non riesce più a governare.
Come non tenere conto di elementi e fenomeni importanti di oggi:
- La globalizzazione pone un problema perché la scuola trasmette una cultura locale e trasmette atteggiamenti appropriati a una cultura locale, ad esempio un senso di identità locale, faticando a innovarsi nell’integrare le più disparate diversità.
- Il diffondersi dei mezzi di comunicazione di massa, in primo luogo dalla televisione e, in maggior misura, dai social media, ha fatto prevalere la cultura di massa, spinta dal sistema produttivo, rispetto all’istruzione scolastica e alla cultura popolare.
- La cultura di massa è oggi cultura dominante e la scuola è in mezzo al guado nell’affrontare il problema su quale cultura deve trasmettere nella società di massa. Non è più in grado di fornire gli schemi interpretativi della realtà perché ogni schema che fornisce diventerà obsoleto quando i ragazzi saranno diventati adulti. In altre parole la scuola ha un vero e proprio problema con il cambiamento e in una società in cui tutto cambia velocemente, essa non riesce a cambiare.
- “Tra figli e genitori si sta realizzando, gradualmente ma inesorabilmente, una disconnessione crescente a causa del poco tempo a disposizione. I figli crescono ovattati e forniti di una enorme quantità di beni, ma con poche opportunità di contatto. Tale solitudine interna crea difficoltà e fragilità. Considerata questa inedita situazione sociale la scuola dovrebbe porsi non soltanto come agenzia formativa, ma anche come agenzia educativa, adottando strategie di promozione del benessere e di prevenzione.”
Data questa situazione, la Scuola è in crisi nel gestire l’aumento di comportamenti devianti, e trova difficoltà nella gestione delle classi e delle relazioni con i genitori.
Quindi le problematiche non possono essere analizzate, come fa il prof. Galli della Loggia, in chiave separata settoriale ma si tratta di avere un approccio di politiche pubbliche trasversali e contestuali a tutti i settori: welfare, istruzione, sanità, lavoro.
Anzi potremmo dire che la Scuola, di fronte al generale sfascio del welfare e delle politiche per la famiglia e per i giovani, è come un fortino assediato che ancora resiste all’attacco finale dei nuovi barbari.
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