Storia inedita dell’Istituto Fermi di Montemario, 1a parte


Quanto è bella la storia dell’Istituto Enrico Fermi di Montemario!  E’ stato senza dubbio il primo grande polo culturale di Roma nord del dopoguerra.
Da esso si svilupparono 2 importanti sezioni staccate come l’Istituto “Einstein” di Primavalle, diventato istituto autonomo nel 1978/79,  e il vicino “Cartesio”.
A nostro avviso, la storia del “Fermi”, costellata da tante luci e poche ombre, merita un racconto  in rete, anche se parziale, imperfetto e con qualche imprecisione, e vogliamo provare a tracciarne la prima parte, i primi 50 anni,  fino all’inizio del terzo millennio. Ringraziamo sin d’ora per la documentazione fotografica gli artefici dell’omonimo profilo fb.
FERMIarticoloDopo la seconda guerra mondiale  furono inaugurati 2 importanti strutture sulla collina di Montemario: nel 1950 l’ospedale San Filippo Neri, concepito e progettato durante il ventennio fascista, e nel 1958 fu inaugurata la sede definitiva dell’Istituto Enrico Fermi di Via Trionfale 8737, progettata dall’architetto Maurizio Valeri Curti.
L’istituzione del Fermi come scuola, tramite decreto e pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, risale invece all’ 11 ottobre del 1953  con la denominazione di “Istituto per l’Elettronica e la Televisione” che aveva sede in via Achille Papa.
Queste due importanti strutture, il nosocomio San Filippo Neri e l’istituto scolastico E. Fermi, collocate sulla Trionfale si aggiungevano al pre-esistente grande “Manicomio provinciale di Roma”  di Santa Maria della Pietà che si trovava in mezzo.
Alle spalle di queste 3 strutture si trovava una grande e importante azienda agricola che occupava tanti contadini e braccianti e, tra essi, utenti ospiti del “Manicomio” che venivano inseriti in un percorso di terapia occupazionale, sia nell’azienda agricola, sia nella tipografia e nelle altre officine interne al comprensorio.

Fu una scelta felice la collocazione dell’istituto scolastico a Montemario vicino la ferrovia che collegava Roma alla provincia, permettendo a molti FERMIinaugurazione60Morostudenti dell’hinterland e persino di comuni del viterbese di iscriversi al “tecnico industriale” di Roma.
L’inaugurazione vera e propria dell’Istituto Fermi avvenne quindi  l’11 dicembre 1958 alla presenza del Ministro della Pubblica Istruzione Aldo Moro, del Presidente della Rai Antonio Carrelli, del provveditore agli studi dr. Ferrara, del Presidente della Provincia di Roma dr. Bruno e del primo Preside del Fermi, l’ingegnere Leone Pritelli.
Si trattava di 9000 metri quadri organizzati, come una grande azienda, in 3 padiglioni che accoglievano aule, laboratori e uffici.
Nei primi anni di funzionamento l’iscrizione all’Istituto E. Fermi era abbastanza selettiva perché limitata agli studenti che avevano conseguito la media dell’otto come votazione finale alle scuole superiori di primo grado.
Il corso serale, primo in Italia, viene attivato nel 1960.
Dopo una decina di anni, e fino alla contestazione studentesca di fine anni 70, la media dei voti di profitto per poter entrare al Fermi si era abbassata al sette. Poi la liberalizzazione degli accessi.

Il boom delle iscrizioni

Il Fermi era molto quotato per il suo forte collegamento con il mondo del lavoro. Le aziende richiedevano la lista dei diplomati ed era frequente che la fine degli Maggio 1966studi coincidesse, dopo poco tempo, con l’impiego in qualche azienda di telecomunicazioni, di ricerca energetica o aerospaziale.
Per questi motivi da fine anni 70 il numero degli studenti iscritti oscillava intorno ai 2500.
Ci furono anni in cui  le sezioni arrivavano dalla A alla V così divise:
A -B- C- D con indirizzo Elettronica,  F- I indirizzo Energia nucleare, N- M-O-P -Q -R indirizzo Informatica  mentre le sezioni S-T-U-V  Telecomunicazioni.
Tra questi, il corso di diploma in Energia nucleare, decollato tra gli anni 60/70, era una perla preziosa e rara del Fermi perché riconosciuto a livello europeo.
Il laboratorio di energia nucleare si trovava al secondo piano della palazzina B, sopra l’aula di Chimica.  Il corso è stato successivamente abolito e il laboratorio smantellato e bonificato a seguito del referendum nazionale sul nucleare del 8-9 novembre del 1987 ,  una sorta di “ricaduta” per il nostro paese del disastro nucleare di Chernobyl , non di radioattività, ma di carattere politico, quando gli elettori italiani abrogarono a larga maggioranza le norme sulle centrali elettronucleari.
Comunque la popolarità e il gradimento dell’istituto Fermi rimasero per molti anni di buon livello:  davanti le segreterie del Fermi si vedevano lunghi serpentoni di genitori in fila che ogni anno volevano iscrivere i propri figli all’Istituto di Montemario convinti del fatto che fosse una garanzia per il loro futuro occupazionale.
FERMIpanzieriliberoGli anni 70 furono però anche anni turbolenti caratterizzate dal fenomeno del terrorismo delle Br culminate con l’uccisione di Aldo Moro e della sua scorta.
L’istituto Fermi era una degli istituti politicamente più attivi, le occupazioni nel 1977, con la pratica innovativa del monte ore di studio auto-gestito, e le assemblee erano molto partecipate e da quelle assemblee partivano, a volte, duri scontri di piazza contro gli esponenti del circolo MSI di via Assarotti.
Gabriele, della sua esperienza di ex studente negli anni che vanno dal 68 al 75, ci tiene a dire :  “La grande partecipazione degli studenti del Fermi, i grandi ideali, le grandi speranze. E gli scontri, con la polizia e non solo. Come non ricordare gli studenti di quegli anni: ne fui protagonista, insieme a tanti altri e subii il tentativo di repressione del 72. Come non ricordare la passione di Olga Gerratana, insegnante di lettere che ha aiutato a crescere e far diventare adulti tanti adolescenti. È il ricordo più caro”.  Mentre Francesco,  un altro “veterano”, aggiunge: “quanti pomeriggi passati nella saletta dell’MCF al ciclostile. Li ho conosciuto la politica e la passione per lo studio grazie alla prof. Olga Apicella, al Prof. Cinardi. La settimana dei 100 motivi per fare musica era il nostro evento, con il mitico Morvo, Giancarlo e tanti altri che poi ho ritrovato nel mondo del lavoro”.
Dai racconti di altri testimoni privilegiati,  risulterebbe che nell’inchiesta di quei tempi sulle brigate rosse sarebbero stati coinvolti e fermati docenti del Fermi.
Anche dopo la morte di Giorgiana Masi, studentessa del Pasteur, nel maggio del 1977 e dopo l’assassinio di Moro, lo scontro tra lo stato e le Br si mantenne alto.
Il 19 giugno del 1981 fu assassinato Sebastiano Vinci, vice-questore in servizio presso il Commissariato di Primavalle.
Il funzionario, che si trovava sull’auto di servizio con l’autista, rimasto gravemente ferito, venne colpito da 4 terroristi in via San Cleto Papa, all’incrocio con via della Pineta Sacchetti e mori’ poco dopo per le ferite riportate al Policlinico Gemelli.
Nel 1982, a gennaio, la Digos romana scopri’ tre covi Br e arresto’ 10 terroristi sequestrando loro armi, munizioni da guerra e materiale cartaceo. In manette finirono Giovanni Senzani, Giuseppina De Logu, Luciano Farina, Pasquale Giuliano, Susanna Berardi, Gino Aldi e Lino Vai.

I Presidi 

Al primo preside ing. Leone Pritelli,  successero nell’ordine: il Prof. Antonio Colacci, il prof. Carlo Alberto Tiberio, Ing. Salvatore Marino, Ing. Gianfranco Zintu,  Ing. Giacomo Romanini, Ing. Luciano Fontana fino all’arrivo, nei primi anni 80, di Epifanio Giudiceandrea, un ex parlamentare del Partito Comunista Italiano:
Chissà se l’idea di mandare un politico a dirigere l’istituto fosse ispirata dalla volontà di portare un po’ di ordine e disciplina dopo gli anni agitati di occupazioni e

concerto degli Adolph Bipes aula magna

contestazioni di piazza?
Fatto sta che l’onorevole (come amava firmarsi) Giudiceandrea, fratello di un alto magistrato della Procura di Roma, concesse massima autonomia agli studenti e negli anni della sua dirigenza, fiorisce il Movimento culturale del Fermi con rassegne cinematografiche, Festival di musica rock che raccolgono gruppi provenienti da tutta roma e provincia.
Era stato creato dagli studenti anche un bel giornalino interno dal titolo “Malintesto” con contenuti satirici, di informazione e di attualità politica del tempo.
Mario De Sanctis, fratello del direttore “pro tempore” dell’Ufficio Scolastico, succede a  Epifanio Giudiceandrea.
Durante la sua dirigenza viene rifatto l’intonaco di tutta la facciata interna ed esterna del Fermi. Un intonaco rinnovato più volte dopo che, per volontà della provincia di Roma,  aveva sostituito le belle lastre di marmo.
La novità del successivo dirigente prof. Giorgio Clarizio riguardava le strumentazioni informatiche: Grazie ad adeguati finanziamenti che riesce ad ottenere,  le aule e laboratori vengono dotate di pc e stampanti.  Arredi tecnologici che vengono però rimossi nel giro di un anno dal Preside successivo Giannelli che li riteneva costosi e poco utili.

Consorzio Scuola-Lavoro

FERMIvignettaSembrerà forse strano ma presso l’istituto E. Fermi il vero gemellaggio cooperativo tra Aziende e Scuola ha origini antiche. Ministero, Iri, Confindustria, Aziende, organizzazioni sindacali, scuole della Provincia hanno creato una sorta di punto di incontro per dare agli studenti e anche ai docenti opportunità di formazione, stage, scambi di istruzione.
Già negli anni 80 era stato creato uno sportello del consorzio presso la casetta ex biblioteca che aveva un ingresso autonomo su via della stazione di montemario. Numerosi genitori, giovani si servivano di questo utilissimo sportello di orientamento nel mondo della formazione e del lavoro.
Da citare il  progetto Europeo di scambi internazionali, una sorta di Erasmus tra Aziende italiane ed europee e Università dove potevano partecipavano studenti dell’ultimo anno e docenti del Fermi. Gli scambi erano bilaterali nel senso che rappresentanti di aziende svolgevano stage nelle università mentre dalle università si organizzavano stage nelle aziende spagnole, francesi e del nord europa.
In quell’ambito hanno riscosso successo i corsi post diploma come quello per la formazione aerospaziale e la creazione d’impresa.
A meta degli anni 80 si riuscirono a mettere in piedi corsi di formazione in collaborazione con Selenia e Telecom.
Brillanti iniziative sono state la creazione di due emittenti radiofoniche: Radio software e Radio Fermi. La prima in particolare si occupava di trasmettere conoscenze sulla programmazione.

Il progetto Fase

Molte sperimentazioni adottate anche nell’istruzione tecnica a livello nazionale e riconosciute a livello internazionale hanno trovato vita nell’istituto di Montemario: la specializzazione nucleare, Ambra e Abacus prima, Fase e Sirio poi, sono infatti maturate tra le mura del Fermi
La sigla Fase indica le parole Fisica Sanitaria e Ambientale. Si trattava di una specializzazione nel monitoraggio dell’ambiente attraverso le analisi fisico-chimiche di acque e altri elementi naturali.
Ad esempio, le classi accompagnate dai docenti uscivano nel parco dell’Insugherata per fare esperienza diretta su acque e piante tramite appositi strumenti di rilevazione e, grazie alla collaborazione con l’ospedale San Fiippo Neri, accedevano nei laboratori di analisi per completare l’esperienza sul campo.
Il progetto è stato abbandonato dopo qualche anno per lasciare il posto al progetto Sirio.

Personaggi del Fermi

A fine anni 80 “bussa” al Fermi Francesca Archibugi, una grande regista e sceneggiatrice del cinema italiano e sceglie lo studente  Lorenzo De Pasqua per una parte nel  film “Il grande cocomero” realizzato nel 1993.
L’alta qualità culturale del Fermi era testimoniata da docenti come i prof. Tortora, Borgognoni e Cinardi, autori di libri di testo di Fisica e Informatica adottati anche in altri istituti.
FERMIprofQuadraroliBelliElettronicaUn altro docente rimasto nei ricordi di molti studenti per la sua grande inventiva e creatività è stato il prof. Luciano Quadraroli.

Ed è stato grazie alla sua passione per il cinema e la fotografia che è nata l’Aula CAM oggi dedicata a Patrizia Carboni. Le vignette erano il suo forte e sua iniziativa, i ragazzi venivano invitati alla fine dell’anno scolastico ad esprimere la propria creatività con disegni, foto, poesie e scritti. Le opere venivano poi esposti alla visione di tutti.
Il prof. Luciano Quadraroli  ci ha lasciati nel 2017.  nei suoi ultimi anni di vita aveva donato sul profilo facebook degli studenti del Fermi la sua documentazione fotografica e poco tempo prima di morire aveva salutato tutte e tutti con il post che segue:

STORIOGRAFANDO_ Ci sono stati anni ruggenti in cui la passione politica infervorava e trovava nei “collettivi di studio” la sua ragione d’essere! Fumetti, FERMImanifestoribellarsidisegni, murales, mostre, dibattiti, cineforum, corsi extracurriculari e anche sit-in, cortei e occupazioni che per loro natura non violenta furono chiamate “del sorriso”_ Era condivisa con quei docenti la cui carica ideale accompagnava i sogni della giovinezza unita alla maturità dei “fratelli maggiori” che non hanno permesso l’arbitrio , falsamente liberatorio (come avveniva in altre scuole e università), di spaccare e distruggere il bene collettivo delle strutture didattiche. Al “Fermi” nei periodi della “Autonomia” e nell’arco degli anni ’70-’80 nulla, da un apparecchio da laboratorio all’umile lavagna, è stato menomato. Tutto è stato conservato caparbiamente come la “liberta” di poter essere in grado di cambiare le cose! Nonostante questo ci furono irruzioni e cariche della polizia con le solite conseguenze di teste spaccate e denunce e gli abusi del potere ottuso a ogni ipotesi di rinnovamento unitamente a colleghi “reazionari” accondiscendenti in nome dell’ordine e del rispetto gerarchico verso i tenutari del “sapere”! Forse è stata un illusione disattesa e spenta dai rigurgiti del “sistema ” ma ha forgiato caratteri e cervelli e sopratutto “senso d’appartenenza” agli ideali più veri e vissuta tutti insieme e con tanta musica a corredo! Storia di cui andare fieri ed essere ancora oggi d’esempio! Tra i docenti più motivati e sono stati tanti e che avrò occasione di ricordare, un pensiero particolare va al collega compagno prof di lettere Renzo Gulinelli , al suo fervore politico che in molte occasioni ha accompagnato le istanze degli studenti fino a che, morente, ebbe a chiudere gli occhi proprio da un ex studente del “Fermi”! A quegli anni, a quei studenti a quei colleghi appassionati dedico il mio archivio fotografico.
Sentitamente a Voi Tutti, prof Luciano Quadraroli.

Lo Sport

5a N anno 1977
5 N anno 1977

Gli studenti del Fermi sono stati seguiti da docenti di educazione fisica che erano anche campioni nella loro specialità e passione sportiva: ci raccontanto i nostri testimoni privilegiati che il prof. Antonello Ancillai aveva partecipato a competizioni di serie A nella pallacanestro.  Allo stesso modo negli anni 80 si era distinto anche il prof. Frinalli nella corsa di fondo dei 400 metri. Da menzionare anche il prof. Sabatino che  giocava a calcio nella Lazio.  E poi altri docenti che erano veri e propri campioni nel Pentathlon.

Grazie a questi bravi insegnanti molti trofei sono stati conquistati dagli studenti del Fermi in gare di varie discipline sportive provinciali e regionali.

 

Le medaglie dell’istituto Fermi, 1991/92

FERMImedagliaA conclusione di questa prima parte del racconto,  vogliamo anche citare queste belle medaglie di “bronzo similoro patinato” che il Fermi aveva commissionato a uno stabilimento di Parma per poterla offrire sia per la maturità tecnica sia come onorificenza e ricordo agli ospiti di prestigio che partecipavano ad eventi culturali nell’istituto.

Ne furono coniate 286 e avevano il diametro di 70 mm.  Sul dritto la figura di Enrico Fermi, il fisico a cui è intestato l’istituto. A sinistra la formula da lui rappresentata durante una lezione.  Sul rovescio, invece, è rappresentata un’allegoria di una disintegrazione di un atomo di Argento in una piastra fotografica esposta ai raggi cosmici.

Grazie dell’attenzione e….appuntamento alla seconda parte

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Blogger autodidatta, Educatore Professionale con Laurea Magistrale in Management del Servizio Sociale a Indirizzo Formativo Europeo; Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Profilo corrente: Ata nella Scuola Pubblica. Inserito nelle Graduatorie d'Istituto 3a fascia per l'insegnamento di "Filosofia e Scienze Umane"

81 Commenti

  1. Bellissimo racconto. Grazie di cuore, mi sono venuti i brividi leggendolo, solo il tempo ci fa capire quanto sono stati fortunati gli studenti che hanno frequentato il Fermi e che hanno beneficiato degli insegnamenti di docenti così illuminati. Un ricordo speciale ad Olga Apicella. (diplomato nel ’85 perito fisica sanitaria).

  2. Grazie per il bel racconto e per come fai rivivere i ricordi. Grazie agli insegnati che mi hanno dato gli strumenti per comprendere il mondo. (Diplomato nel ’79 Telecomunicazioni)

  3. Ho appena letto l’articolo e mi tornano alla mente i tanti episodi vissuti al “Fermi”, sia di studente sia di insegnante…
    mi verrebbe voglia di prendere carta e penna e… anche un computer andrebbe bene… ma non è il momento e non è il luogo adatto.
    Chissà, forse qualche indicazione per la seconda parte potrò darla all’autore che ha provocato i “brividi” a Marco, che ha risvegliato ricordi a molte persone e che… e che ringrazio con grande simpatia.

  4. Grazie Domenico, quanti pomeriggi passati nella saletta dell’MCF al ciclostile. Li ho conosciuto la politica e la passione per lo studio grazie alla prof. Olga Apicella, al Prof. Cinardi. La settimana dei 100 motivi per fare musica era il nostro evento, con il mitico Morvo, Giancarlo e tanti altri che poi ho ritrovato nel mondo del lavoro.

  5. Bellissimo racconto. Se mi permetti manca un po’ nella prima parte della rivolta studentesca. Gli anni 68/75. La grande partecipazione degli studenti del fermi, i grandi ideali, le grandi speranze. E gli scontri, con la polizia e non solo. Come non ricordare gli studenti di quegli anni: ne fui protagonista, insieme a tanti altri e subii il tentativo di repressione del 72. Come non ricordare la passione di Olga Gerratana, insegnante di lettere che ha aiutato a crescere e far diventare adulti tanti adolescenti. È il ricordo più caro.
    Un abbraccio a tutti

    • Mancano gli anni 62/64, la prima manifestazione fatta quando era vicepreside Papetti, che vietava l’ingresso a scuola chi portava i jeans.

      • Certamente: Von Papetten ! Io diplomato nel favoloso ‘68 potrei descrivere sommariamente come mutó in quel quinquennio la vita degli studenti del Fermi.
        Insuperabili Professori che ci preparavano al futuro e cui debbo i traguardi raggiunti negli studi successivi e nel lavoro!
        Grazie a tutti i miei compagni di classe.

      • Io il Papetti lo ricordo, ma erano gli anni settanta. Grazie a tutti per questi bei ricordi. Alfredo Ciamarra.

  6. Mi hai riportato alla mente tante istantanee che ho vissuto in prima persona, dalla fila per l’iscrizione fatta con mia madre in piena notte, al diploma nel ’78. Dalle occupazioni, vissute da me con un po’ di distacco alle grandi amicizie interclasse nate nel percorso col treno da trastevere a monte mario. E poi, come poter dimenticare L a fase più drammatica del rapimento Moro col ritrovamento di alcuni volantini delle BR nell’aula di disegno in cui stavo andando. Grazie per il racconto e attendo di leggere la seconda parte.

  7. Grazie, anche della foto, non ne ho molte di quel periodo. Nonostante i miei 57-58 anni ho vivi ricordi di quei momenti. Tutt’ora dedico tempo nel sociale e poi lavoro grazie all’indirizzo di quella scuola. Ho alcuni ricordi particolari: Prof Luigi Nardi, Prof Olga Geratana, Prof Martinelli, Prof Checchi ,amici: Jap (nel cuore),qualcuno che era nella mia classe e che non diro’ i nomi e cognomi, ed altri. Una classe movimentata : due,tre sparati, vari arresti sia politici di entrambe le parti (infiltrato),sia di delinquenza comune, e Gabriella (credo), ho ancora segni del trapano a colonna che gli catturo’ i capelli e che interposi tra il suo viso e il mandrino. Grazie Gabriele, Francesco, grazie Marco e a tutti, ricordo vagamente nomi e non associo piu’ i visi, ma il tutto stampato come stelle del firmamento nel mio cervello e nel mio cuore

  8. Domenico grazie per la storia dei nostri ricordi. Io venni al fermi nel 78 proveniente da ancona. Ricordo lo choc nel passaggio da una cittadina tranquilla a quell’uragano continuo che era roma in quegli anni.
    Ricordo l’occupazione credo di dicembre 78 culminata nella rissa con gli esponenti del msi.
    Ma aiutami in una cosa. Nel 77 io ancora non c’ero. Mi fu raccontato di una occupazione terminata da una irruzione della polizia che avrebbe sparato nel cortile ad altezza d’uomo e di uno studente rimasto ucciso. Ricordo i fori dei proiettili nei vetri dei seminterrati ma non ho mai capito se la storia del ragazzo rimasto vittima fosse vera.
    Alessandro diplomato nel 1980

    • Ciao Alessandro, da quanto posso ricostruire eravamo in classe insieme, ricordo uno studente che veniva dalle Marche. Lo so di Fabio eravamo ben 5 in clase, ma se vuoi mi identifico in privato. Io l’anno prima c’ero, anche lo studente colpito era nella mia classe, fu solo ferito da un proiettile vagante che fortunatamente non invase la cassa toracica, entrò e usci da un pettorale.

    • Io nel 77 c’ero e ricordo bene. Ci fu un assalto da parte dei fascisti con sparatoria e un ragazzo rimase ferito seriamente. Ma, per fortuna, non morì.

      • i feriti furono tre, era un pomeriggio, e ci fu l’ennesimo assalto dei fasci (passati tra i cordoni di polizia a protezione di via troya/assarotti), e mentre si cercava di far rientrare al volo i primini, ebbe la peggio jap, Fabio di rimbalzo e tanto caos. Mi ha fatto veramente piacere rivedermi in quel gruppetto nella foto insieme al grande Tonino, Marchetto , il Mena, e tutti gli altri. Periodo difficile ma con tanto impegno.

  9. “Alla ricerca del tempo perduto” e poi… ritrovato con estremo piacere grazie a questi “nostri” ricordi! Mi iscrissi al “Fermi” nel 1962, quando l’iscrizione non era consentita alle ragazze (!) ed era necessaria la media del sette in uscita dalle Medie. Infatti la prima iscrizione di una ragazza – tra centinaia di maschietti- fu tale Ambra Marina, alla quale noi “cattivelli” attaccavamo nastrini rosa… all’oscilloscopio e al saldatore. Poi vennero anche altre ragazze – due gemelle delle quali non ricordo il nome – e finalmente divenne normalissimo vedere in laboratorio aspiranti periti elettronici in gonnella. Bei tempi!
    Ricordo con nostalgia il discorso del primo giorno di scuola fatto dal Preside, ing. Pritelli, oppure il professor Papetti (vicepreside) che quando frequentavo il quinto anno ci veniva a cercare nella sala d’aspetto della stazioncina ferroviaria (non era come oggi!) per riportarci in classe dove avremmo dovuto fare qualche compito o subire qualche interrogazione che ci avrebbe alterata la media poco prima dell’esame di maturità…
    Per un paio di anni ritornai al “Fermi” per salutare i pòrofessori ai quali ero rimasto particolarmente affezionato: il professor Romano Satta con il quale imparai sul serio l’Elettronica generale, il professor Arnaldo Tiriticco di Elettronica Industriale, alcuni professori di laboratorio…
    Ho inizialmente lavorato per alcuni anni in un’industria elettronica poi, laureatomi in Archeologia ad indirizzo sperimentale vinsi dei concorsi all’Università dove ho effettuato ricerche in Microscopia Elettronica a Scansione (SEM), Diffrattometria X e altre amene tecniche per le qiali l’Elettronica imparata al “Fermi” mi è apparsa essenziale”!

      • Grazie Domenico!
        Evidentemente il nostro glorioso “Fermi” (di una volta…) ha lasciato indelebili ricordi in moltissimi di noi.
        Ho ricordato solo due o tre validissimi docenti di quei lontani giorni, ma ricordo con molto piacere molti altri (la brava professoressa Giovanna sacchetti di Italiano, Ennio Cardia (Laboratorio) Stefano Fanelli (disegno tecnico) per non parlare del professor Martellucci e il suo imperversante “piano di riscontro”! Naturalmente anche “Er Cicoria”- il simpatico e originale professor Fausto Verdura – è indimenticabile con la sua mania dell’uso del regolo. Indipendentemente da quanto sapevamo ( e la studiavamo sul serio) l’Elettrotecnica!
        Un caro saluto a te e a tutti gli altri!
        Roberto

    • Che figura quel Prof. Tiriticco…arrivammo agli esami di stato, noi della 5E Elettronica Industriale, completamente impreparati e l’ing Pritelli, il Preside, che con lezioni collettive cercava di colmare vuoti incolmabili.

  10. Venerdì 25 gennaio 2019.
    Cena.
    Rolando, Marco, Antonio, Mario, Massimo.
    Non presenti per vari motivi Augusto, Angelo, Ovidio, Paolo, Stefano.
    Siamo i ragazzi della V° O.
    Diplomati nell’anno 1977.
    Oggi dopo più di 40 anni ancora ci incontriamo.
    Certe amicizie rimangono a vita.
    E leggere il tuo articolo ci ha riportato, ancora una volta, indietro nel tempo.
    P.S.
    Quelli sul tetto siamo noi!

  11. Una sola domanda: sono un ex studente dell’ITIS Fermi di Roma, diplomato nel 1967. Ho tentato più volte di inserire un mio commento relativo a quei bei tempi, senza successo. Quanto da me scritto appare con la scritta “in attesa della moderazione”. Poi non appare mai più. C’è un particolare motivo?
    Grazie
    Roberto Volterri

  12. nessun commento, per ora, mi riservo tempo e attenzione per leggere:
    ma una domanda urge: mi chiamo Luigi Recchi, anni scolastici ’55/’60, diplomato a luglio del’60, Preside Leone Pritelli.
    Chi mi aiuterebbe a ricordare gli alunni dei 5 anni ed i professori? 1° e 2° anno in via Achille Papa, gli altri 3 a Monte Mario; 1 primi 2 ad indirizzo unico, i seguenti 3 Elettronica Industriale…
    Date fondo ai ricordi e informatemi, grazie

  13. sempre Luigi Recchi; io, un po’ di informazioni le ho recuperate dalla mia ormai vacillante memoria, sono ottantenne, ma sono frammentarie e poche sono collocabili con certezza nel tempo, ad esempio il prof Valeri (che fu, tra l’altro l’architetto dell’istituto di Monte Mario) lo abbiamo avuto per il disegno in prima e seconda certamente, ma in seguito? Ed il Prof Romanin, educazione fisica, per quanti anni è stato il nostro insegnante? et simila…

  14. sempre Luigi Recchi; ho contattato telefonicamente la scuola (io vivo in Piemonte da quasi 50 anni, dopo 11 anni a Cagliari); ma ho avuto la netta impressione che per loro (il personale, o almeno una parte di esso) le mie domande siano state più che altro una bella rottura di zebeterni… mi sbaglio?

  15. Che tempi quei tempi…1972/77 5^i En Nucleare con l’ing.Cesare Merli,Prof Biscione,Prof.ssa Ciullo,Prof.Sanpaolo,Prof.Compieta,….

  16. Innanzitutto grazie per questo tuo articolo…anche a me ha fatto riaffiorare i tanti ricordi che ho. Ho avuto il piacere di essere in classe(4e5 Energia Nucleare sperimentale) con il mitico Morvo…che non dimenticherò mai. Penso di avere ancora qualche copia del “Malintesto”…
    A quando la seconda parte???
    Grazie.

    Luca Rosignuolo

  17. Domenico buon pomeriggio.
    Io sono Massimo Innocenti diplomato nel ’67 in Telecomunicazioni e sono quello più in alto di tutti della foto del ’66 del paragrafo relativo al “boom delle iscrizioni”.
    E ovviamente mi sono commosso.
    Io ho anche altre foto, se di interesse, fammi sapere.
    Mi ricordavo però che le sezioni di telecomunicazioni nel ’66 erano 2 e la mia era la “B” con professore di radiotecnica il mitico Carlo Alberto Tiberio, futuro preside, come riporti nel tuo articolo, e fratello di Ugo Tiberio padre del RADAR italiano.
    Mi sarebbe cosa gradita avere conferma della mia sezione.
    Grazie.

  18. Che meraviglia !!! faccio parte di un Forum Internazionale per la Pace e mi piacerebbe tanto contattare il Preside e l’attuale staff di insegnanti per un progetto da proporre nelle scuole … passo sempre davanti a questo Istituto e dagli striscioni che lo hanno adornato per tutto l’anno scorso intuivo che c’era dietro una grande storia… !!! commovente e coinvolgente questo articolo !!!

  19. Mi sono diplomato nel 1981, ero nella mitica 5^ M, quella della vignetta sopra….ognuno di noi ha il disegno completo di tutta la classe con i professori …..bei tempi. Sicuramente i primi anni di studio furono complicati, tra terroriscmo manifestazioni e occupazioni ma poi gli ultimi 3, quelli della specializzazione passati in un’ ambiente sano anche se goliardico dove tutti eravamo determinati a completare gli studi al meglio….. Chissa` se qualcuno dei compagni di allora ha letto questo blog….Grazie Domenico di aver risvegliato queste fantastiche memorie….

  20. Ne vengo a conoscenza ora di questo spazio, e soltanto grazie a un whatsApp commosso di Vanda, una delle tre donzelle che insieme a Lucia e Colomba si erano infiltrate con buona dose di coraggio in un istituto al tempo ancora quasi totalmente maschile. Ero nella sezione H, quella della Gerratana e del Granatelli, mitico professore di Telecomunicazioni che ancora oggi, insieme alle già citate ragazze e altri superstiti del tempo ovvero Bruno,
    Mario, Claudio e Antonio ancora incontramo per gradevoli serate. Quanti nomi di prof. tornano alla mente, Pompapacchi, Papetti, Nardi, Tarzan di tecnologia… Mi fa un gran piacere ricordare quegli anni ’70, pregni di
    crescita, belli e duri allo stesso tempo, impegnati e combattivi, speranzosi di un futuro sociale migliore che forse troppo colpevolmente non abbiamo poi perseguito abbastanza. Ma come farlo se con l’ITIS Enrico Fermi alle spalle
    bastavala solo nominarlo e se anche eri stato come me un barbutos, pronto con eskimo e pantaloni negli stivali a contrastare i barbari che calavano da via Assarotti, le aziende ti venivano poi ugualmente a cercare per farti mettere
    in pratica quelle capacità acquisite magari solo per osmosi? Quanti bei ricordi di amicizia e fratellanza, legami che forse a quel tempo nemmeno sapevamo di imbastire, e che invece, ecco che oggi, dopo quaranta anni di lavoro anche
    lontano, tornano a riproporsi forti come erano se non ancora di più. Grazie per l’occasione, un saluto a tutti. Pio

    • Ciao carissimo, voglio aggiungere solo qualche nome che mi hai fatto tornare alla mente. Il prof. Falcone di E.I., il Marinangeli di E. Generale, la Passaquindici di matematica una grande donna, una mamma.E come non ricordare i miei grandi amici del tempo, Lucio, Vincenzo, il mazzaro, Peppe,Rolando,e tanti altri. Vi ricordate le bottiglie di spumante ,da 1000 lire, infilate alla ringhiera per le vacanze di Natale? Che spettacolo.

  21. Domenico ti invio solo una precisazione sul film citato della Archibugi che era intitolato “Mignon è partita”. Ciao e grazie per l’articolo

  22. Diplomato nel 74. Classe 5C sez.Energia Nucleare. In classe con me c’era Antonello Ancillai che viene citato nel tuo articolo (non sapevo che fosse diventato un Prof.) Gli anni del Fermi sono stati memorabili da tutti i punti di vista. Grazie dei bei ricordi.

  23. Tra le persone che hanno commentato c’è anche Franco Diana, un amico con cui ho condiviso dei bei momenti, oltre al viaggio a/r dal nostro quartiere (Torpignattara) a Monte Mario. Un caro saluto Franco.

  24. quello che mi è rimasto in mente e che ogni volta che lo racconto rivedo le immagini come se le stessi rivivendo, fu l’anno che morì Gilles Villeneuve, era di lunedì 9 maggio 1982, ero un suo grande ammiratore e quella mattina acquistai alcuni quotidiani che parlavano del suo incidente, non presi il quotidiano “Il Tempo”, perchè a quei tempi se lo leggevi venivi considerato fascista ed era facile tornare a casa con qualche livido. Bene, in quegli anni dopo la quarta ora, alle 11.30 si usciva per fare ricreazione e si doveva rientrare alle 11.50. Alla quinta ora mi avebbe dovuto interrogare italiano e non avendo studiato, con altri tre compagni di classe decidemmo di non rientrare, chiedendo a qualche amico di metterci assenti sul registro di classe fin dalla prima ora. Quando tutti rientrarono, vidi che sulla ringhiera della scalinata che porta al palazzo di fronte scuola di via della stazione di Monte Mario (qualla affianco della cartolibreria che ancora esiste) c’era proprio il giornale de Il Tempo ripiegato, mi guardai in giro e non c’era nessuno, così decisi di prenderlo per portarmelo a casa, ma appena mi misi a sedere su quei scalini e lo aprii, mi cascarono per terra molti volantini delle BRIGATE ROSSE ciclostilati, rimanemmo paralizzati dalla sorpresa e dalla paura, dopo qualche secondo scappammo tutti verso la stazione per tornarci una ventina di minuti dopo, e non trovammo più niente, nè giornale, nè volantini, non ci fermammo lì e andammo subito a casa, quando mi chiesero perchè tornai prima, risposi che la prof. d’italiano non era venuta.

  25. Bellissima la storia. Essendo uno dei fortunati possessori della medaglia del 91/92, ci rimase, oltre alla medaglia, anche il bellissimo ricordo dei nomi dei propri compagni di avventura, sempre nello stesso libretto. Il Fermi avrà sempre un posto speciale nella mia memoria. Il periodo piu bello, intenso e spensierato della mia vita accademica (e professionale). Proprio li ho visto le origini della mia passione, che poi e’ diventata il mio lavoro. Grazie, aspetto con ansia la seconda parte. Un saluto agli amici della 5P, ne ho ritrovati alcuni.

  26. Diplomato nel 1969, 5E Elettronica Industriale, come non ricordare la Prof.Alberta Pagano di lettere che nel ‘68 aprì occhi e mente a molti di noi. Vorrei ricordare Franco Cinardi mio commilitone nella VAM nel 1973-75 e stimato professore di Fisica, mancato prematuramente, un amicizia profonda ci aveva legato in quel mesto periodo del servizio militare.

  27. Grazie per questo filmino d’epoca. Gli anni che ho frequentato questo istituto sono stati un’incredibile concentrato di esperienze di tutti i tipi che mi hanno fatto crescere e confrontarmi con quanto e quanti mi circondavano. Mole persone, fatti, luoghi costituiscono ancora parte della mia realtà quotidiana, specie per l’avventura umana con amici che ho stimato ed ancora stimo e con cui ancor oggi (a distanza di 35 anni) mi confronto nella mia vita professionale e non. Quando decidemmo di fondare il Movimento Culturale Fermi eravamo in due, decidemmo di farlo perché attorno a noi (era il 1980) c’erano solo macerie lasciate dal riflusso dell’eco degli anni 70. Di quel periodo era rimasta solo la rabbia. Bisognava dare un segno, una prospettiva, che fosse si progressista ma non solo massimalista. Impegno per costruire e socializzare… e perciò la musica, il cinema, i giornalini un rapporto di confronto dialettico ma in ultima analisi collaborativo con la direzione scolastica. L’auletta degli studenti, le assemblee sui temi della pace e della democrazia… ma la scuola era anche didattica… ed oggi posso dire che tanto della mia vita professionale è un’evoluzione di quelle lunghe lezioni in aula 1B12… SA8…
    Andrea Morviducci (MORVO)

  28. Mi sono diplomato nel 1995, sezione S, progetto Ambra, ovvero un mix di elettronica industriale, telecomunicazioni e informatica. Grazie per questo racconto, nel quale in parte mi sono riconosciuto. Ricordo con particolare stima e gratitudine il Prof.Granatelli di Telecomunicazioni, il Prof. Compieta di Meccanica e la Prof.ssa Perazzo di Elettrotecnica. Il diploma dell’Itis Fermi mi ha consentito fin da subito di entrare in contatto con il mondo del lavoro. Mi piacerebbe sapere, magari da qualche studente attuale, come vanno adesso le cose…ogni tanto spulcio le classifiche sulle migliori scuole di Roma e purtroppo l’ITIS Fermi non è mai presente. Mi dispiacerebbe sapere che il nostro glorioso istituto fosse in una fase di declino.

  29. Buongiorno sono Alessio Muciaccia, diplomato 1987 in Telecomunicazioni sez. T ricordo con piacere quegli anni e anche i prof: Biscione, Graziani, Dini, Baldasseroni, Paino, ecc. Tutto bello

  30. Mi sono diplomato nel ’72, Energia Nucleare sez.C. Ricordo molti professori di allora, tra questi Olga Gerratana con la quale condividevo un’amicizia e la passione politica. Colgo tuttavia l’occasione che mi date per ricordare uno dei professori più rappresentativi del mito del Fermi di quegli anni, considerato tra i più severi: Cesare Merli.
    Veniva a scuola con l’autobus, sobriamente vestito (giacca e cravatta) con l’ombrello e l’immancabile borsa di cuoio (ci confessò che gli serviva, tra le altre cose, per portare con se l’inseparabile Leica M3). Non era raro, d’inverno, vederlo scendere dall’autobus quando questo si bloccava all’altezza di Forte Trionfale per l’allagamento della strada. Imperturbabile, tirandosi su le maniche, s’adoprava per far defluire l’acqua rimuovendo le foglie che ostruivano il tombino. Per il suo aspetto austero veniva ingiustamente percepito dagli studenti come uno dei professori più distanti dalle loro istanze di quegli anni.
    Ero tra quelli colpiti dalla repressione del’72 che alcuni di voi hanno ricordato. Eravamo stati sospesi a tempo indeterminato e alcuni di noi rischiavamo di saltare la maturità. Promuovemmo uno sciopero per far rientrare quel provvedimento. In molti aderirono, tranne la mia classe che si presento in classe quasi al completo. Il prof. Merli, che non si espresse pubblicamente sui provvedimenti presi, si rifiutò di fare lezione ai miei compagni di classe, stigmatizzando la mancanza di solidarietà nei miei confronti. Rimanemmo in contatto anche dopo il diploma. Era rimasto colpito dalla mia scelta, insolita a quei tempi, di iscrivermi a Medicina. Ogni tanto passavo a trovarlo nella sua casa di Narni dove mi aggiornava sui suoi studi sugli effetti biologici delle radiazioni. Una delle ultime volte mi comunicò che era andato in pensione. Una decisione presa a seguito di un evento tragico che non ricordo bene, forse un suicidio di uno studente o studentessa. Visse quell’esperienza, così mi disse, come il segno di non essere più, come insegnante, capace di capire i bisogni degli studenti.
    Un saluto a tutti
    Orazio Paolo Marchione

  31. Tanti bei ricordi e alcuni amici con cui sono in contatto
    5 anni lunghi ma proficui
    Trovai subito lavoro
    5Q informatica
    Attendo allora l’arrivo della seconda parte

  32. ciao, sono Piero Bianchi 5B 1978, prof. Adriano Moretto, prof. Luciano Quadraroli, vorrei sapere se c’è qualcuno che faceva parte della mia classe
    grazie

  33. Diplomato nei 1986 sezione R. Tanto per fornire un piccolo contributo, il professor Ancillai aveva avuto esperienze nella pallacanestro femminile di serie A con Cesena che vinse 1 campionato, 1 coppa dei campioni ed 1 coppa Ronchetti.

  34. La professoressa Olga Apicella che chiamavamo Olgachova o Olgachov per deridere la sua appassionata e motivata adesione al comunismo. Discutevamo di Gramsci di cui Lei era grande estimatrice. Certo io a 17, 18 anni non potevo competere con la sua immensa preparazione ma lei dava tutto se stessa per noi studenti.

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