L’Istituto Fermi di Montemario. Seconda Parte..

Dopo l’articolo letto da oltre diecimila persone sulla Storia inedita dell’istituto Fermi di Montemario Riportiamo la miriade di commenti entusiasti dei tanti ex studenti del Fermi :

Gianfranco Nizzica: Mi rivolgo a Luigi Recchi che vorrebbe un aiutino per ricordare gli insegnanti dei primi anni dell’allora ITIS per l’Elettronica e la Televisione. Si, perché quello era il nome dell’Istituto di Via Achille Papa. L’E. Fermi venne dopo. Io ho avuto la fortuna di entrare nel primo gruppo (classe 1° A) nel 1953 e avevo 13 anni! Mi sono diplomato nel 1958 e l’anno dopo frequentai, A Monte Mario, il corso in Tecniche Nucleari organizzato dal CNRN. Ti faccio l’elenco dei professori che ricordo:
Preside Ing. Leone Pritelli Italiano – Prof.ssa Tavolara Elettrotecnica – Prof. Verdura Matematica – Prof. Minesola Elettronica di base – Prof. Guerra Scienze – Prf.ssa Martens Inglese – Prof. Colombo
Disegno – Arch. Valeri Radiotecnica – Prof. Tiberio Educazione Fisica – Prof. Romanin
Elettronica IV anno – Prof.ssa Madia Elettronica V anno – Prof. Mazzoli. Era l’epoca in cui si studiava seriamente e i sunnominati insegnanti erano il top e dal punto di vista della conoscenza e dal punto di vista della capacità di insegnare. Grazie a loro io sono stato il primotecnico del primo elaboratore elettronico della Olovetti, il mitico Elea 9003, e ho chiuso la mia carriera come direttore dei Servizi Tecnici di una società di elettronica italiana. Grazie per l’attenzione e buon proseguimento a tutti.

Umberto Callari: Mancano gli anni 62/64, la prima manifestazione fatta quando era vicepreside Papetti, che vietava l’ingresso a scuola chi portava i jeans.

Roberto Volterri: Alla ricerca del tempo perduto” e poi… ritrovato con estremo piacere grazie a questi “nostri” ricordi! Mi iscrissi al “Fermi” nel 1962, quando l’iscrizione non era consentita alle ragazze (!) ed era necessaria la media del sette in uscita dalle Medie. Infatti la prima iscrizione di una ragazza – tra centinaia di maschietti- fu tale Ambra Marina, alla quale noi “cattivelli” attaccavamo nastrini rosa… all’oscilloscopio e al saldatore. Poi vennero anche altre ragazze – due gemelle delle quali non ricordo il nome – e finalmente divenne normalissimo vedere in laboratorio aspiranti periti elettronici in gonnella. Bei tempi!
Ricordo con nostalgia il discorso del primo giorno di scuola fatto dal Preside, ing. Pritelli, oppure il professor Papetti (vicepreside) che quando frequentavo il quinto anno ci veniva a cercare nella sala d’aspetto della stazioncina ferroviaria (non era come oggi!) per riportarci in classe dove avremmo dovuto fare qualche compito o subire qualche interrogazione che ci avrebbe alterata la media poco prima dell’esame di maturità…
Per un paio di anni ritornai al “Fermi” per salutare i pòrofessori ai quali ero rimasto particolarmente affezionato: il professor Romano Satta con il quale imparai sul serio l’Elettronica generale, il professor Arnaldo Tiriticco di Elettronica Industriale, alcuni professori di laboratorio…
Ho inizialmente lavorato per alcuni anni in un’industria elettronica poi, laureatomi in Archeologia ad indirizzo sperimentale vinsi dei concorsi all’Università dove ho effettuato ricerche in Microscopia Elettronica a Scansione (SEM), Diffrattometria X e altre amene tecniche per le qiali l’Elettronica imparata al “Fermi” mi è apparsa essenziale”! Evidentemente il nostro glorioso “Fermi” (di una volta…) ha lasciato indelebili ricordi in moltissimi di noi.
Ho ricordato solo due o tre validissimi docenti di quei lontani giorni, ma ricordo con molto piacere molti altri (la brava professoressa Giovanna sacchetti di Italiano, Ennio Cardia (Laboratorio) Stefano Fanelli (disegno tecnico) per non parlare del professor Martellucci e il suo imperversante “piano di riscontro”! Naturalmente anche “Er Cicoria”- il simpatico e originale professor Fausto Verdura – è indimenticabile con la sua mania dell’uso del regolo. Indipendentemente da quanto sapevamo ( e la studiavamo sul serio) l’Elettrotecnica! Un caro saluto a te e a tutti gli altri!

Luigi Recchi: nessun commento, per ora, mi riservo tempo e attenzione per leggere:
ma una domanda urge: mi chiamo Luigi Recchi, anni scolastici ’55/’60, diplomato a luglio del’60, Preside Leone Pritelli. Chi mi aiuterebbe a ricordare gli alunni dei 5 anni ed i professori? 1° e 2° anno in via Achille Papa, gli altri 3 a Monte Mario; 1 primi 2 ad indirizzo unico, i seguenti 3 Elettronica Industriale…
Date fondo ai ricordi e informatemi, un po’ di informazioni le ho recuperate dalla mia ormai vacillante memoria, sono ottantenne, ma sono frammentarie e poche sono collocabili con certezza nel tempo, ad esempio il prof Valeri (che fu, tra l’altro l’architetto dell’istituto di Monte Mario) lo abbiamo avuto per il disegno in prima e seconda certamente, ma in seguito? Ed il Prof Romanin, educazione fisica, per quanti anni è stato il nostro insegnante? et simila…

Massimo Innocenti: Io sono Massimo Innocenti diplomato nel ’67 in Telecomunicazioni e sono quello più in alto di tutti della foto del ’66 del paragrafo relativo al “boom delle iscrizioni”.
E ovviamente mi sono commosso. Io ho anche altre foto, se di interesse, fammi sapere.
Mi ricordavo però che le sezioni di telecomunicazioni nel ’66 erano 2 e la mia era la “B” con professore di radiotecnica il mitico Carlo Alberto Tiberio, futuro preside, come riporti nel tuo articolo, e fratello di Ugo Tiberio padre del RADAR italiano. Mi sarebbe cosa gradita avere conferma della mia sezione. Grazie.

Fernando Ero uno di loro…che esperienza !!! Mai e poi mai saranno dimenticati quegli anni mi vengono le lacrime agli occhi. Diplomato 1968

Marco Pistoni: Certamente: Von Papetten ! Io diplomato nel favoloso ‘68 potrei descrivere sommariamente come mutó in quel quinquennio la vita degli studenti del Fermi.
Insuperabili Professori che ci preparavano al futuro e cui debbo i traguardi raggiunti negli studi successivi e nel lavoro! Che figura quel Prof. Tiriticco…arrivammo agli esami di stato, noi della 5E Elettronica Industriale, completamente impreparati e l’ing Pritelli, il Preside, che con lezioni collettive cercava di colmare vuoti incolmabili. Grazie a tutti i miei compagni di classe.

Carlo Feliziani: Diplomato nel 1969, 5E Elettronica Industriale, come non ricordare la Prof.Alberta Pagano di lettere che nel ‘68 aprì occhi e mente a molti di noi. Vorrei ricordare Franco Cinardi mio commilitone nella VAM nel 1973-75 e stimato professore di Fisica, mancato prematuramente, un amicizia profonda ci aveva legato in quel mesto periodo del servizio militare.

Orazio Paolo Marchione: Mi sono diplomato nel ’72, Energia Nucleare sez.C. Ricordo molti professori di allora, tra questi Olga Gerratana con la quale condividevo un’amicizia e la passione politica. Colgo tuttavia l’occasione che mi date per ricordare uno dei professori più rappresentativi del mito del Fermi di quegli anni, considerato tra i più severi: Cesare Merli.
Veniva a scuola con l’autobus, sobriamente vestito (giacca e cravatta) con l’ombrello e l’immancabile borsa di cuoio (ci confessò che gli serviva, tra le altre cose, per portare con se l’inseparabile Leica M3). Non era raro, d’inverno, vederlo scendere dall’autobus quando questo si bloccava all’altezza di Forte Trionfale per l’allagamento della strada. Imperturbabile, tirandosi su le maniche, s’adoprava per far defluire l’acqua rimuovendo le foglie che ostruivano il tombino. Per il suo aspetto austero veniva ingiustamente percepito dagli studenti come uno dei professori più distanti dalle loro istanze di quegli anni. Ero tra quelli colpiti dalla repressione del’72 che alcuni di voi hanno ricordato. Eravamo stati sospesi a tempo indeterminato e alcuni di noi rischiavamo di saltare la maturità. Promuovemmo uno sciopero per far rientrare quel provvedimento. In molti aderirono, tranne la mia classe che si presento in classe quasi al completo. Il prof. Merli, che non si espresse pubblicamente sui provvedimenti presi, si rifiutò di fare lezione ai miei compagni di classe, stigmatizzando la mancanza di solidarietà nei miei confronti. Rimanemmo in contatto anche dopo il diploma. Era rimasto colpito dalla mia scelta, insolita a quei tempi, di iscrivermi a Medicina. Ogni tanto passavo a trovarlo nella sua casa di Narni dove mi aggiornava sui suoi studi sugli effetti biologici delle radiazioni. Una delle ultime volte mi comunicò che era andato in pensione. Una decisione presa a seguito di un evento tragico che non ricordo bene, forse un suicidio di uno studente o studentessa. Visse quell’esperienza, così mi disse, come il segno di non essere più, come insegnante, capace di capire i bisogni degli studenti. Un saluto a tutti

Franco Diana Grazie per la Storia vera …. che ci hai raccontato. 5 N Informatica diplomato nel 1974

Maurizio Bracci: Diplomato nel 74. Classe 5C sez.Energia Nucleare. In classe con me c’era Antonello Ancillai che viene citato nel tuo articolo (non sapevo che fosse diventato un Prof.) Gli anni del Fermi sono stati memorabili da tutti i punti di vista. Grazie dei bei ricordi. Tra le persone che hanno commentato c’è anche Franco Diana, un amico con cui ho condiviso dei bei momenti, oltre al viaggio a/r dal nostro quartiere (Torpignattara) a Monte Mario. Un caro saluto Franco.

Pio: Ne vengo a conoscenza ora di questo spazio, e soltanto grazie a un whatsApp commosso di Vanda, una delle tre donzelle che insieme a Lucia e Colomba si erano infiltrate con buona dose di coraggio in un istituto al tempo ancora quasi totalmente maschile. Ero nella sezione H, quella della Gerratana e del Granatelli, mitico professore di Telecomunicazioni che ancora oggi, insieme alle già citate ragazze e altri superstiti del tempo ovvero Bruno, Mario, Claudio e Antonio ancora incontramo per gradevoli serate. Quanti nomi di prof. tornano alla mente, Pompapacchi, Papetti, Nardi, Tarzan di tecnologia… Mi fa un gran piacere ricordare quegli anni ’70, pregni di crescita, belli e duri allo stesso tempo, impegnati e combattivi, speranzosi di un futuro sociale migliore che forse troppo colpevolmente non abbiamo poi perseguito abbastanza. Ma come farlo se con l’ITIS Enrico Fermi alle spalle bastava solo nominarlo e se anche eri stato come me un barbutos, pronto con eskimo e pantaloni negli stivali a contrastare i barbari che calavano da via Assarotti, le aziende ti venivano poi ugualmente a cercare per farti mettere in pratica quelle capacità acquisite magari solo per osmosi? Quanti bei ricordi di amicizia e fratellanza, legami che forse a quel tempo nemmeno sapevamo di imbastire, e che invece, ecco che oggi, dopo quaranta anni di lavoro anche lontano, tornano a riproporsi forti come erano se non ancora di più. Grazie per l’occasione, un saluto a tutti.

Maurizio: Io nel 77 c’ero e ricordo bene. Ci fu un assalto da parte dei fascisti con sparatoria e un ragazzo rimase ferito seriamente. Ma, per fortuna, non morì.

5a N anno 1977

Stefano: i feriti furono tre, era un pomeriggio, e ci fu l’ennesimo assalto dei fasci (passati tra i cordoni di polizia a protezione di via troya/assarotti), e mentre si cercava di far rientrare al volo i primini, ebbe la peggio jap, Fabio di rimbalzo e tanto caos. Mi ha fatto veramente piacere rivedermi in quel gruppetto nella foto insieme al grande Tonino, Marchetto , il Mena, e tutti gli altri. Periodo difficile ma con tanto impegno.

Rolando: Venerdì 25 gennaio 2019.Cena. Rolando, Marco, Antonio, Mario, Massimo.
Non presenti per vari motivi Augusto, Angelo, Ovidio, Paolo, Stefano.
Siamo i ragazzi della V° O. Diplomati nell’anno 1977. Oggi dopo più di 40 anni ancora ci incontriamo.
Certe amicizie rimangono a vita. E leggere il tuo articolo ci ha riportato, ancora una volta, indietro nel tempo. P.S. Quelli sul tetto siamo noi!

Piero Bianchi ciao, della 5B 1978, prof. Adriano Moretto, prof. Luciano Quadraroli, vorrei sapere se c’è qualcuno che faceva parte della mia classe grazie

Fabio: Ciao Alessandro, da quanto posso ricostruire eravamo in classe insieme, ricordo uno studente che veniva dalle Marche. Lo so di Fabio eravamo ben 5 in classe, ma se vuoi mi identifico in privato. Io l’anno prima c’ero, anche lo studente colpito era nella mia classe, fu solo ferito da un proiettile vagante che fortunatamente non invase la cassa toracica, entrò e usci da un pettorale.

Luigi Orlandi Stupendo articolo! Quanti ricordi! sez. “I” (Nucleare) che ha avuto la sfortuna di diplomarsi l’anno del referendum…

Alfredo Ciamarra. Io il Papetti lo ricordo, ma erano gli anni settanta. Grazie a tutti per questi bei ricordi.

Costantino: Mi hai riportato alla mente tante istantanee che ho vissuto in prima persona, dalla fila per l’iscrizione fatta con mia madre in piena notte, al diploma nel ’78. Dalle occupazioni, vissute da me con un po’ di distacco alle grandi amicizie interclasse nate nel percorso col treno da trastevere a monte mario. E poi, come poter dimenticare L a fase più drammatica del rapimento Moro col ritrovamento di alcuni volantini delle BR nell’aula di disegno in cui stavo andando. Grazie per il racconto e attendo di leggere la seconda parte.

Andrea Morviducci (MORVO): Grazie per questo filmino d’epoca. Gli anni che ho frequentato questo istituto sono stati un’incredibile concentrato di esperienze di tutti i tipi che mi hanno fatto crescere e confrontarmi con quanto e quanti mi circondavano. Mole persone, fatti, luoghi costituiscono ancora parte della mia realtà quotidiana, specie per l’avventura umana con amici che ho stimato ed ancora stimo e con cui ancor oggi (a distanza di 35 anni) mi confronto nella mia vita professionale e non. Quando decidemmo di fondare il Movimento Culturale Fermi eravamo in due, decidemmo di farlo perché attorno a noi (era il 1980) c’erano solo macerie lasciate dal riflusso dell’eco degli anni 70. Di quel periodo era rimasta solo la rabbia. Bisognava dare un segno, una prospettiva, che fosse si progressista ma non solo massimalista. Impegno per costruire e socializzare… e perciò la musica, il cinema, i giornalini un rapporto di confronto dialettico ma in ultima analisi collaborativo con la direzione scolastica. L’auletta degli studenti, le assemblee sui temi della pace e della democrazia… ma la scuola era anche didattica… ed oggi posso dire che tanto della mia vita professionale è un’evoluzione di quelle lunghe lezioni in aula 1B12… SA8…

Massimiliano Roberti: Ciao Morvo. Ricorso i tempi mitici dell’auletta. Nicoletta, Antonello, Piero…

Paolo Fucile: Mi sono diplomato nel 1981, ero nella mitica 5^ M, quella della vignetta sopra….ognuno di noi ha il disegno completo di tutta la classe con i professori …..bei tempi. Sicuramente i primi anni di studio furono complicati, tra terroriscmo manifestazioni e occupazioni ma poi gli ultimi 3, quelli della specializzazione passati in un’ ambiente sano anche se goliardico dove tutti eravamo determinati a completare gli studi al meglio….. Chissa` se qualcuno dei compagni di allora ha letto questo blog….Grazie Domenico di aver risvegliato queste fantastiche memorie….

Mimmo: quello che mi è rimasto in mente e che ogni volta che lo racconto rivedo le immagini come se le stessi rivivendo, fu l’anno che morì Gilles Villeneuve, era di lunedì 9 maggio 1982, ero un suo grande ammiratore e quella mattina acquistai alcuni quotidiani che parlavano del suo incidente, non presi il quotidiano “Il Tempo”, perchè a quei tempi se lo leggevi venivi considerato fascista ed era facile tornare a casa con qualche livido. Bene, in quegli anni dopo la quarta ora, alle 11.30 si usciva per fare ricreazione e si doveva rientrare alle 11.50. Alla quinta ora mi avebbe dovuto interrogare italiano e non avendo studiato, con altri tre compagni di classe decidemmo di non rientrare, chiedendo a qualche amico di metterci assenti sul registro di classe fin dalla prima ora. Quando tutti rientrarono, vidi che sulla ringhiera della scalinata che porta al palazzo di fronte scuola di via della stazione di Monte Mario (qualla affianco della cartolibreria che ancora esiste) c’era proprio il giornale de Il Tempo ripiegato, mi guardai in giro e non c’era nessuno, così decisi di prenderlo per portarmelo a casa, ma appena mi misi a sedere su quei scalini e lo aprii, mi cascarono per terra molti volantini delle BRIGATE ROSSE ciclostilati, rimanemmo paralizzati dalla sorpresa e dalla paura, dopo qualche secondo scappammo tutti verso la stazione per tornarci una ventina di minuti dopo, e non trovammo più niente, nè giornale, nè volantini, non ci fermammo lì e andammo subito a casa, quando mi chiesero perchè tornai prima, risposi che la prof. d’italiano non era venuta.

Marco Bellissimo racconto. Grazie di cuore, mi sono venuti i brividi leggendolo, solo il tempo ci fa capire quanto sono stati fortunati gli studenti che hanno frequentato il Fermi e che hanno beneficiato degli insegnamenti di docenti così illuminati. Un ricordo speciale ad Olga Apicella. (diplomato nel ’85 perito fisica sanitaria).

Carrega: Diplomato nei 1986 sezione R. Tanto per fornire un piccolo contributo, il professor Ancillai aveva avuto esperienze nella pallacanestro femminile di serie A con Cesena che vinse 1 campionato, 1 coppa dei campioni ed 1 coppa Ronchetti. La professoressa Olga Apicella che chiamavamo Olgachova o Olgachov per deridere la sua appassionata e motivata adesione al comunismo. Discutevamo di Gramsci di cui Lei era grande estimatrice. Certo io a 17, 18 anni non potevo competere con la sua immensa preparazione ma lei dava tutto se stessa per noi studenti.

Alessio Muciaccia: Buongiorno sono Alessio Muciaccia, diplomato 1987 in Telecomunicazioni sez. T ricordo con piacere quegli anni e anche i prof: Biscione, Graziani, Dini, Baldasseroni, Paino, ecc. Tutto bello

Francesco: Grazie Domenico, quanti pomeriggi passati nella saletta dell’MCF al ciclostile. Li ho conosciuto la politica e la passione per lo studio grazie alla prof. Olga Apicella, al Prof. Cinardi. La settimana dei 100 motivi per fare musica era il nostro evento, con il mitico Morvo, Giancarlo e tanti altri che poi ho ritrovato nel mondo del lavoro.

Luca Innanzitutto grazie per questo tuo articolo…anche a me ha fatto riaffiorare i tanti ricordi che ho. Ho avuto il piacere di essere in classe(4e5 Energia Nucleare sperimentale) con il mitico Morvo…che non dimenticherò mai. Penso di avere ancora qualche copia del “Malintesto”…

Alfredo Ciamarra: Ciao carissimo, voglio aggiungere solo qualche nome che mi hai fatto tornare alla mente. Il prof. Falcone di E.I., il Marinangeli di E. Generale, la Passaquindici di matematica una grande donna, una mamma. E come non ricordare i miei grandi amici del tempo, Lucio, Vincenzo, il mazzaro, Peppe,Rolando,e tanti altri. Vi ricordate le bottiglie di spumante ,da 1000 lire, infilate alla ringhiera per le vacanze di Natale? Che spettacolo.

Emanuele: Ho appena letto l’articolo e mi tornano alla mente i tanti episodi vissuti al “Fermi”, sia di studente sia di insegnante… mi verrebbe voglia di prendere carta e penna e… anche un computer andrebbe bene… ma non è il momento e non è il luogo adatto.
Chissà, forse qualche indicazione per la seconda parte potrò darla all’autore che ha provocato i “brividi” a Marco, che ha risvegliato ricordi a molte persone e che… e che ringrazio con grande simpatia.

Gabriele Valeri: Bellissimo racconto. Se mi permetti manca un po’ nella prima parte della rivolta studentesca. Gli anni 68/75. La grande partecipazione degli studenti del fermi, i grandi ideali, le grandi speranze. E gli scontri, con la polizia e non solo. Come non ricordare gli studenti di quegli anni: ne fui protagonista, insieme a tanti altri e subii il tentativo di repressione del 72. Come non ricordare la passione di Olga Gerratana, insegnante di lettere che ha aiutato a crescere e far diventare adulti tanti adolescenti. È il ricordo più caro. Un abbraccio a tutti

Giampaolo Santarsiero: Bellissima la storia. Essendo uno dei fortunati possessori della medaglia del 91/92, ci rimase, oltre alla medaglia, anche il bellissimo ricordo dei nomi dei propri compagni di avventura, sempre nello stesso libretto. Il Fermi avrà sempre un posto speciale nella mia memoria. Il periodo piu bello, intenso e spensierato della mia vita accademica (e professionale). Proprio li ho visto le origini della mia passione, che poi e’ diventata il mio lavoro. Grazie, aspetto con ansia la seconda parte. Un saluto agli amici della 5P, ne ho ritrovati alcuni.

Simone Siciliani: Mi sono diplomato nel 1995, sezione S, progetto Ambra, ovvero un mix di elettronica industriale, telecomunicazioni e informatica. Grazie per questo racconto, nel quale in parte mi sono riconosciuto. Ricordo con particolare stima e gratitudine il Prof.Granatelli di Telecomunicazioni, il Prof. Compieta di Meccanica e la Prof.ssa Perazzo di Elettrotecnica. Il diploma dell’Itis Fermi mi ha consentito fin da subito di entrare in contatto con il mondo del lavoro. Mi piacerebbe sapere, magari da qualche studente attuale, come vanno adesso le cose…ogni tanto spulcio le classifiche sulle migliori scuole di Roma e purtroppo l’ITIS Fermi non è mai presente. Mi dispiacerebbe sapere che il nostro glorioso istituto fosse in una fase di declino.

Marcello: Grazie, anche della foto, non ne ho molte di quel periodo. Nonostante i miei 57-58 anni ho vivi ricordi di quei momenti. Tutt’ora dedico tempo nel sociale e poi lavoro grazie all’indirizzo di quella scuola. Ho alcuni ricordi particolari: Prof Luigi Nardi, Prof Olga Geratana, Prof Martinelli, Prof Checchi ,amici: Jap (nel cuore),qualcuno che era nella mia classe e che non diro’ i nomi e cognomi, ed altri. Una classe movimentata : due,tre sparati, vari arresti sia politici di entrambe le parti (infiltrato),sia di delinquenza comune, e Gabriella (credo), ho ancora segni del trapano a colonna che gli catturo’ i capelli e che interposi tra il suo viso e il mandrino. Grazie Gabriele, Francesco, grazie Marco e a tutti, ricordo vagamente nomi e non associo piu’ i visi, ma il tutto stampato come stelle del firmamento nel mio cervello e nel mio cuore

Fulvio Mauti: Buonasera sono Fulvio ho avuto, professori come Furio Granatelli,Giovanni Battista Pompapacchi,Biscione, lettere una donna ma non ricordo il nome……
se avete notizie mi piacerebbe leggerle. Grazie

Patrizia Cervelli: Che meraviglia !!! faccio parte di un Forum Internazionale per la Pace e mi piacerebbe tanto contattare il Preside e l’attuale staff di insegnanti per un progetto da proporre nelle scuole … passo sempre davanti a questo Istituto e dagli striscioni che lo hanno adornato per tutto l’anno scorso intuivo che c’era dietro una grande storia… !!! commovente e coinvolgente questo articolo !!!

About Domenico Ciardulli 262 Articles
Blogger autodidatta, Educatore Professionale con Laurea Magistrale in Management del Servizio Sociale a Indirizzo Formativo Europeo; Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Profilo corrente: Ata nella Scuola Pubblica. Inserito nelle Graduatorie d'Istituto 3a fascia per l'insegnamento di "Filosofia e Scienze Umane"

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