Funivia Casalotti-Battistini, ciò che i giornali non scrivono

UN PO’ DI STORIA RECENTE

funiviacineseNel mese di marzo 2014 in Assemblea capitolina, è stata presentata, poi approvata con 23 voti a favore e 6 astenuti, una mozione presentata dal Capogruppo della Lista civica Marino che invitava il Sindaco e la Giunta a rimettere in cantiere il progetto presentato nel 2007 da Roma Metropolitane e opportunamente aggiornato: “Un sistema a fune sospesa che, sorvolando il Tevere, collegherà la stazione Eur Magliana della linea B e della Ferrovia Concessa Roma-Lido al quartiere Magliana, con stazione di arrivo in corrispondenza della scuola “8 marzo”.

 “Un’opera del genere sarebbe veramente straordinaria per il quartiere Magliana – ha dichiarato Alessio Marini, Consigliere del M5S al Municipio XI – Noi siamo a favore del mezzo pubblico in tutte le sue forme. Siamo dell’idea che dobbiamo far muovere pochi mezzi con molte persone, e non il contrario. Il costo della funivia, tra l’altro, non è nemmeno astronomico se rapportato alla sua utilità..”

L’ANTEFATTO

Nel 2003 uno studioso e ricercatore, il Prof. Arch. Stefano Panunzi, incontrò il Sindaco di Roma Veltroni per esporgli, nell’ambito dello sviluppo di una mobilità innovativa ed ecosostenibile, un progetto di funivie urbane orizzontali che ormai stanno prendendo piede in tutto il mondo.

Il sindaco progressista di Roma, Walter Veltroni, si mostrò sensibile alle proposte innovative sui trasporti a fune e si adoperò perchè gli uffici del Piano Regolatore collaborassero con il Prof. Arch. Panunzi e la sua equipe al fine di individuare fattibilità, distanze e i potenziali tracciati. Anni di confronto, di studio e di progetti, avvenuti al riparo da ogni amplificazione mediatica.

Il dialogo tra il Campidoglio e il docente universitario sembrò rompersi quando nel 2007 il sindaco Veltroni, tramite la società convenzionata dei trasporti di Roma Capitale, diede pubblico annuncio del nulla osta per un progetto di funivia urbana di circa 600-700 metri che finora hanno portato al Comune di Roma una decina di milioni di euro di fondi europei . In relazione a tale progetto fu emesso un decreto di esproprio. Il tragitto partirebbe dalla zona metro Magliana per arrivare fino all’altra parte del Tevere, vicino la pista ciclabile. Una localizzazione e un tracciato che, secondo il Prof. Arch. Panunzi, non sarebbero funzionali e adeguate all’esigenze di mobilità dei cittadini. Infatti il progetto alternativo, indicato dall’equipe del docente universitario, individuava come poli della funivia: Magliana Metro e Villa Bonelli, entrambe collegate a due importanti snodi ferroviari. Il progetto pilota del Campidoglio “Magliana – pista ciclabile del lungotevere, sostiene il docente, rischia con il suo possibile fallimento, di far diventare i trasporti a fune come un’opzione di mobilità urbana da scartare.

Con il passaggio delle consegne da Veltroni ad Alemanno tutto “il capitolo funivie urbane” è passato nelle mani di Mauro Cutrufo, che è rimasto vice sindaco con cinque deleghe dal 2008 al 2011 nella giunta Alemanno. Dopo le dimissioni di Cutrufo, non si sa ancora se questo progetto di funivia, già approvato e sottoscritto all’epoca di Veltroni, sia ancora in attesa di un nulla osta della Soprintendenza oppure sarà realizzato per fallire dopo la sua costruzione a causa dell’irragionevole ubicazione dei poli.

I progetti di funivia urbana di Roma Capitale, tra i quali quello citato di Magliana, e i relativi finanziamenti rimangono ancora un tabù dell’informazione locale e nazionale. Ci auguriamo che questo contributo informativo sul web possa indurre le testate locali e nazionali ad approfondire un tema così vitale per lo sviluppo ecosostenibile della città.

“Occorre lavorare sui sistemi” ha detto il Prof. Panunzi, durante un convegno tenuto sabato 24 settembre 2011 a Casalotti e organizzato dall’associazione “Casalottilibera”. “Allargare una strada o mettere più mezzi pubblici sono soluzioni che vanno per forza a saturazione. Anche la soluzione dei parcheggi interrati non ha fatto altro che aumentare il numero di automobili e il volume di traffico delle zone interessate.

La funivia urbana era già praticabile intorno ai primi anni 2000 e potrebbe essere una strategia di completamento della “cura del ferro” ideata da Tocci durante la Giunta Rutelli.

Il trasporto a fune costa molto meno di qualsiasi mezzo di superficie (a Roma, in base alla tipologia da realizzare si potrebbero spendere solo dai 5 ai 20 milioni di euro). Fino a 4-5 km di lunghezza può funzionare con un unico impianto di motrice. In Armenia, ad esempio, esiste già la funivia più lunga del mondo 5,7 km con un’unica motrice. La funivia ha fatto progressi incredibili rispetto a quella tradizionale composta da una cabina e due estremità. Oggi la funivia urbana può piegare e fare stazioni intermedie in un flusso continuo che collega le varie stazioni ferroviarie.

Con l’ufficio del Piano Regolatore del Campidoglio abbiamo studiato la situazione esistente. Roma ha una corona di 15 forti militari dismessi e degradati, disposti tra il grande raccordo anulare e il cerchio delle mura della città storica. Tutti i forti militari rappresentano un sistema da considerare nella sua globalità. L’ipotesi progettuale prevede un loro recupero e riuso per poi costituire le stazioni principali di una funivia che circumnavigherebbe la città storica con visuali panoramiche a volo d’uccello e sorvolerebbero aree archeologiche e monumentali e insediamenti della periferia storica attraversando in gran parte aree verdi urbane. L’inquinamento sarebbe assente, l’impatto ambientale sul territorio sarebbe molto minore rispetto agli scavi sotterranei che produce una linea metropolitana ed è costituito dalla installazione dei pali che potrebbero essere collocati anche a 500 metri di distanza l’uno dall’altro. E comunque maggiore è l’altezza e minore è il numero di pali da installare. Pertanto l’altezza della funivia può variare. Può essere a pochi metri di distanza dal terreno come può essere a 100 metri di altezza e sorvolare edifici come la normativa prevede”.

Il Prof. Panunzi ha illustrato schematicamente a titolo di esempio, un’idea di di funivia a Roma nordovest che potrebbe collegare il Forte Boccea al quartiere Casalotti in un punto non distante dalla villa romana, dietro l’area di servizio esistente. Si tratterebbe di un tragitto aereo che parte a Casalotti fino al Grande Raccordo Anulare, raggiungerebbe Montespaccato altezza “ipermercato Panorama” per poi avvicinarsi alla zona Battistini.

Progetti del genere, secondo il Prof. Arch. Panunzi, possono essere costruiti in 6 mesi con costi contenuti. Gli impianti si possono anche smontare e riutilizzare. “Ma – conclude- l’italia ha troppi cancelli burocratici e amministrativi ed è per questo che non si riescono a fare opere che si stanno facendo da tempo in tutto il mondo. Dopo che l’argomento delle funivie ha preso quota a Giugno con articoli su “La Repubblica” e su trasmissioni radiofoniche della Rai, sto vivendo una cosa molto strana. Sembra che si scopra adesso che esistono cose nuove. Cercano di tirarmi per la giacca su piani che non mi interessano. Preferisco un rapporto diretto nuovo con il territorio e con i cittadini. I politici li ho conosciuti. Ci tengo di più a rapportarmi con i cittadini e con le persone che sanno più di me” .

Domenico Ciardulli

(Copyleft di questo articolo solo citando l’autore e linkando la fonte)

Link utili all’approfondimento:

http://www.funivia-roma.it/home.htm

http://youtu.be/nNK74d0tiFc

http://www.funiforum.org/funiforum/portal.php

http://it.leitner-lifts.com/

http://www.teleferica.it/

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Blogger autodidatta, Educatore Professionale con Laurea Magistrale in Management del Servizio Sociale a Indirizzo Formativo Europeo; Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Profilo corrente: Ata nella Scuola Pubblica. Inserito nelle Graduatorie d'Istituto 3a fascia per l'insegnamento di "Filosofia e Scienze Umane"

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