Pene carcerarie: come smascherare l’inganno forcaiolo

Le campagne di chi invoca misure sempre più repressive e nega la funzione riabilitativa della pena sono molto efficaci.
E’ vero, bisogna venire incontro alla richiesta di sicurezza che sale dall’opinione pubblica ma, per farlo senza demagogia e inganno, occorre mostrare e documentare come, nella realtà dei fatti, il furore vendicativo contro i detenuti non riduce affatto i pericoli, anzi li aumenta per i cittadini onesti.
Mark Twain diceva: “E’ più facile ingannare la gente che convincerla che è stata ingannata.
E su questo probabilmente fanno affidamento gli impresari della paura, i costruttori di muri, gli inventori del nemico.
Le mura dei nostri penitenziari sono impastate di reati, spesso ancor più gravi di quelli che vi si devono espiare. ..La segregazione senza speranza mette a grave rischio la sicurezza sociale.
Il proposito di lasciar marcire in galera, sino all’ultimo giorno della pena inflitta, non è solo in contrasto con la Costituzione e con la Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti Umani: E’ un attentato alla sicurezza sociale” !
A fare questa dichiarazione è un giurista di grande esperienza, già ricercatore del CNR, docente di diritto Penale, Preside universitario, Membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura. Si tratta del prof. Glauco Giostra.
Secondo i dati statistici reali, menzionati dal magistrato in un suo articolo per il Corriere della Sera, alla pena espiata sino all’ultimo giorno di galera consegue poi un indice  di recidiva nel delinquere del 70 per cento. Mentre soltanto lo 0,5 per cento degli ammessi alle misure alternative commette reati.
E’ infatti un dato acquisito della criminologia moderna che il carcere, tanto più nelle attuali condizioni di invivibile luogo dove regna la sopraffazione e dove la più frequente forma di protesta è l’autolesionismo, rischia di esercitare una pedagogia criminale (c.d. effetto dei pari), risolvendosi in una sorta di mola su cui affilare gli arnesi del delitto.
Gli altri Paesi europei, sino a poco tempo fa, ricorrevano alle misure alternative in percentuali mediamente decuplicate rispetto alla nostra esperienza… Beninteso, non si auspica un buonismo a buon mercato: alcuni misfatti meritano pene severe, prolungatamente privative della libertà, cui la società è costretta a ricorrere per punire e per difendersi. Ma niente può mai autorizzare lo Stato a togliere, oltre alla libertà, anche la dignità e la speranza.”
Chi invoca la certezza della pena come antidoto al pericolo criminale deve conoscere questi dati perchè “non c’è menzogna troppo grossolana a cui la gente non crede, se essa viene incontro al suo segreto desiderio di crederci” (“Medea”, Christa Wolf)

 

About Domenico Ciardulli 257 Articles
Blogger autodidatta, Educatore Professionale con Laurea Magistrale in Management del Servizio Sociale a Indirizzo Formativo Europeo; Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Profilo corrente: Ata nella Scuola Pubblica. Inserito nelle Graduatorie d'Istituto 3a fascia per l'insegnamento di "Filosofia e Scienze Umane"

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