Vito, 17 anni, studente del liceo Darwin di Rivoli, non c’è più. Andrea, suo compagno di classe, è rimasto paralizzato, costretto per sempre su una sedia a rotelle.
Era a scuola quella mattina del 22 novembre 2008 quando una folata di vento ha fatto sbattere la porta dell’aula ed è crollato l’intero solaio.
La Corte di Cassazione ha condannato in via definitiva 3 dirigenti della Provincia di Torino a 4 anni di reclusione, non per non aver svolto di persona i sopralluoghi, cosa che non si poteva pretendere dato il numero delle scuole, ma per non aver realizzato la “adeguata mappatura degli edifici al fine della valutazione di tutti i rischi” ( link della sentenza ).
Ugualmente sono stati ritenuti colpevoli anche i 3 docenti responsabili della sicurezza che erano stati incaricati dal Dirigente scolastico di svolgere il Servizio di Prevenzione e Protezione.
Sono stati inutili le obiezioni dei docenti i quali sostenevano di non avere le competenze tecniche necessarie a svolgere quel compito. La Cassazione ha replicato che chi non dispone di un adeguato bagaglio tecnico ha tre strade da percorrere: 1) darsi da fare per acquisirlo, 2) utilizzare le conoscenze di chi ne dispone, o 3) “segnalare al datore di lavoro la propria incapacità”.
In nessun caso chi riveste questa delicata posizione di garanzia “può addurre la propria ignoranza per escludere la responsabilità dell’evento dannoso”.
Il nostro primo pensiero va a Vito, un fiore di ragazzo che avrebbe voluto vivere pienamente la sua giovinezza.
Il nostro secondo pensiero va alla coraggiosa madre che ha voluto combattere in tribunale fino all’ultimo, rinunciando ad una transazione milionaria, per difendere il principio che la Scuola pubblica è patrimonio inestimabile del paese. Essa rappresenta il futuro perché offre cultura, educazione, crescita morale e civile. E per questi motivi non può essere un luogo insicuro dove si può anche morire per mancanza di investimenti sulla sicurezza degli edifici.
Siamo vicini e abbracciamo Andrea, studente che paga con la perdita della mobilità dei suoi arti le colpe terribili di altri, di quegli adulti preposti alla sua sicurezza.
Questa tragedia interroga il personale della scuola, docenti e Ata, che troppo spesso sottovaluta le prescrizioni della legge n. 81/2008.
Il dirigente scolastico in questo caso ha proceduto a nominare come RSPP (Responsabili del Servizio di prevenzione e Protezione) personale interno come prescrive la legge ma ci viene da domandarci, visto che non conosciamo i dettagli della vicenda:
Quale formazione hanno avuto le persone nominate dal Dirigente Scolastico? Da quanto si apprende, la formazione non era adeguata. Un docente o un Ata che accettano un incarico di “Responsabili” della Sicurezza, magari per avere una gratificazione economica o un riconoscimento, devono sapere cosa rischiano e fanno rischiare agli altri nell’accettare senza formarsi e senza svolgere con diligenza quel ruolo.
Ma, a nostro avviso, la garanzia della Prevenzione a Scuola non si assicura neanche con la nomina di un Architetto o un Ingegnere. Non basta la competenza ben retribuita di un professionista per mettere al riparo da rischi di crollo un edificio scolastico. Capita infatti di vedere numerosi edifici fuori norma su tanti aspetti che però hanno un incaricato eccellente che sa mettere una buona segnaletica e organizzare le prove di evacuazione.
Riguardo ai mancati interventi di provincia o comune su eventuali deficit strutturali degli edifici rimane in un cassetto della segreteria il cartaceo dei fax come prova di un illusorio trasferimento di responsabilità da parte dell’architetto e del preside ai tecnici degli enti locali competenti.
Ma dove è l’errore colpevole frequente che investe tutti i docenti e gli Ata e, a volte, anche i genitori?
Si tratta della sottovalutazione e/o di ignoranza o di sostanziale pigrizia nel non eleggere, tramite assemblea, il “Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza”, in sigla “RLS”.
RLS è un rappresentante specifico sulla questione Sicurezza che non è la stessa cosa del “Rappresentante Sindacale Unitario”, in sigla “RSU”. Purtroppo in molte scuole le funzioni di rappresentanza sulla sicurezza dei lavoratori viene per inerzia attribuita automaticamente alle RSU. Errore grave perché le RSU dovrebbero occuparsi di contrattazione d’Istituto e di altre garanzie derivanti dal CCNL e fare in modo che venga eletto un altro docente o ATA che svolga le specifiche funzioni sulla sicurezza.
Purtroppo, invece, accade che Docenti e Ata spesso non sentano la necessità di richiedere un’assemblea per eleggere un loro Rappresentante per la Sicurezza. Addirittura, accade che si facciano calare dall’alto della dirigenza scolastica (datore di lavoro) responsabilità dirette, come nel caso di Rivoli.
Il Datore di Lavoro, incarnato nella figura del Dirigente Scolastico, dovrebbe nominare e retribuire un Responsabile esterno qualificato che, in solido con la dirigente, elabora il DVR (Documento di Valutazione del Rischio) e interviene ogni volta che ci siano da risolvere fattori di rischio impegnando risorse interne ed esterne, in compartecipazione con gli enti locali proprietari degli edifici.
Un RLS, eletto dai lavoratori, ha poteri notevoli di intervento, pungolo indispensabile in tutti quei casi di sordità istituzionale. RLS può fare sopralluoghi e interfacciarsi, in caso di gravi inadempienze, direttamente con la Asl e con la Procura della Repubblica.
Ma anche i genitori dovrebbero svolgere la loro parte attraverso i Consigli d’Istituto. Un organo collegiale importante dovrebbe esigere trasparenza ed essere una sentinella vigile e inflessibile sul rispetto delle norme che rendano sicuro l’ambiente scolastico.
Il suggerimento nei confronti di tutti coloro che lavorano nella scuola è pertanto quello di non trascurare la formazione obbligatoria, di non trascurare l’elezione di tutte le cariche previste dalla normativa, di esigere che il professionista esterno (o interno) non sia solo un nominato pro-forma sulla carta, tanto per apparire in regola con la legge.
Leave a Reply