Telecamere negli asili? Il parere degli esperti

Forse sta per aprirsi una stagione con i fiocchi per chi produce e per chi vende telecamere di sorveglianza. Ma poi – finalmente!!! – saremo tutti più tranquilli. O no?

Da molti esperti viene bocciata come «follia» la legge appena approvata dalla Camera, che consente l’installazione di telecamere di videosorveglianza in asili, scuole, istituti per anziani e disabili allo scopo di prevenire abusi e maltrattamenti.

Vediamo alcune reazioni di chi ha competenze sul tema e lavora, o ha lavorato, nel mondo dell’istruzione e dell’educazione.

Il pedagogista Daniele Novara:

urlarenonserve  «I bambini sono sicuri quando hanno buone maestre. Bisogna ripartire dalla selezione e dalla formazione, le telecamere sono una scorciatoia. I maltrattamenti capitano in tutto il mondo, noi siamo i primi a pensare di risolverli con le telecamere: o siamo i più furbi o siamo i più cretini…..Non c’è niente di rassicurante in questo, proprio niente. Se un luogo pubblico è pieno di telecamere significa che quello è un luogo pericoloso, dove può succedere qualcosa. Ecco, la scuola cessa di essere un luogo educativo, da oggi la scuola è un luogo pericoloso. Non ci trovo niente di rassicurante, vedo solo una politica che va verso il poliziesco, questa è l’anticamera di un regime poliziesco che vuole controllare i cittadini fin dalla nascita con l’alibi – perché sia chiaro, questo è solo un alibi – che forse, eventualmente, potrebbero subire dei reati”. (vita.it) (note biografiche)

Isabella Milani, insegnante, autrice del libro “l’Arte di Insegnare”:

arte-di-insegnare“Trovo che anche soltanto pensare di mettere nelle scuole le telecamere per controllare da casa i propri figli sia assurdo e ingiusto, per tre motivi: (1) Sarebbe una gravissima offesa per tutti quegli insegnanti (cioè per quasi tutti gli insegnanti) che non si sognerebbero mai di alzare un dito su un bambino, e che si troverebbero a essere controllati come estranei di cui non ci si fida. (2) Tutti i genitori potrebbero vedere il proprio bambino. Ma anche i bambini degli altri, saltando alla grande quella privacy di cui si parla tanto. Tenete presente che potrebbero vedere anche il vostro bambino che fa i capricci, che si fa la pipì addosso, che picchia un compagnetto, che non sa fare quello che gli altri sanno fare già bene. (3) Sarebbe una spesa astronomica, perché significherebbe una telecamera in ogni classe, in ogni aula, in ogni laboratorio e anche nei corridoi. Un po’ come sparare a una zanzara con un cannone.Ma visto che stiamo ragionando, forse possiamo mettere le telecamere non solo in tutte le scuole materne, ma anche in tutte le altre scuole. Però, bisogna fare le cose per bene un po’ dappertutto” (Il blog della Milani)

Massimiliano, educatore presso asilo nido:

“Intervenire sull’argomento? Ho delle remore, stavolta si parla del mio lavoro e anche io rischio di essere poco lucido… Ma ci provo perché alcune cose non sono sopportabili, segnano la fine di ogni logica in nome delle reazioni di pancia, ovviamente manovrate ad arte…
Come iniziare? Rassicurando tutti che anche io considero odiosa la violenza contro i bambini….. No, non ci sto! Le telecamere sono una cosa così odiosa, l’ultimo colpo all’anima della scuola, l’ultima ipocrisia populista, l’ultimo atto di trasformazione delle istituzioni educative in supermercati delle emozioni a basso costo, così inutili, così ipocrite che non posso che pensare che a chi le propone delle bambine e dei bambini non gliene importa un fico secco, anzi.
bambine e bambini merce di scambio per facili consensi, la finta tutela e difesa compensatori della falsa coscienza di una società che non ha alcuna cultura né cura dell’infanzia.
Gente per cui le bambine ed i bambini sono variabili dei grafici elettorali e delle possibilità di vendita dei loro committenti….  Ma di che stiamo parlando? Ma di che?
Ad oggi, se ci sono delle segnalazioni su abusi, le autorità di polizia e la magistratura ordinano indagini e, se lo valutano opportuno, installano videocamere. Così si sono scoperti gli abusi.
Così è normale che si faccia.
La videoripresa indiscriminata è una follia. Non avete idea di quale pressione si subisce all’interno di un asilo per questa “epidemia” di gente pronta mettere in giro voci su presunti abusi, perché fuori di testa, ipnotizzata dai TG, perché mitomane.
E quante “false segnalazioni”, interpretazioni distorte di immagini e testimonianze. Quante vite rovinate (qualcuno sa dirmi come è andata a finire la vicenda di Rignano Flaminio?).
Perché un abuso, vero o presunto invade giornali, TV e Social Network ma se si scopre che non c’era,, la notizia sta a pagina 27, vicino ai necrologi.
Nessun telegiornale aprirà così la sua edizione di pranzo: “Nei 3978 nidi pubblici italiani, oggi, circa 250.000 bambine e bambini hanno giocato, mangiato, fatto pipì, cantato ed imparato qualcosa”.
Ma davvero qualcuno può credere che le telecamere negli asili abbiano la funzione di tutelare qualcuno? Ma non capite? Ma non vedete al di là di pulsioni primitive quale è il senso devastante di questa proposta? Nelle scuole superiori, con i registri elettronici, i professori devono dar conto quotidianamente ai genitori-clienti del perché e del per come hanno dato questo o quel compito a casa, perché hanno messo 4, 5 o 7—.
Domani, gli educatori del nido dovranno essere sottoposti a processi sommari perché in un dato momento hanno alzato la voce o perché su questa o quella cosa hanno detto di no ad un bambino, o magari, perché non hanno organizzato la festa di Natale con i nonni a fare le foto, la recita e i lavoretti.
O perché non hanno rispettato l’ordine di mamma-cliente di mettere la felpa di pail in giardino in pieno giugno.al suo bimbo che si ammala sempre (e te lo credo!!!)
Per ogni bambino che subisce abusi in ambito scolastico, decine lo subiscono in ambito familiare ma a nessun deputato viene la balzana idea di riempire per legge le case italiane di telecamere, e neanche le chiese, le sacrestie e gli oratori per risolvere il ben più diffuso fenomeno della pedofilia del clero.
E, così, per curiosità, la Legge in discussione prevede le telecamere anche negli asili privati gestiti dalle suore oppure le suore sono buone per statuto?
E i Centri estivi, e gli spazi ludoteca di Mac Donald, e i reparti pediatrici?
Ma siete pazzi? Avete perso il controllo delle cose che pensate e che dite?
Io non ci sto. Non ho nulla da temere dalle telecamere tranne una cosa che la dimensione relazionale, educativa, affettiva venga messa sotto controllo dello Stato. Manco Mussolini, manco Stalin, manco Savonarola erano arrivati a tanto…
Per anni lo Stato si è impegnato a distruggere il valore della scuola pubblica, l’autonomia di insegnamento, la dignità di chi fa un lavoro splendido nonostante loro.
Ma questo è veramente troppo. Se la Corte Costituzionale ha un senso, questa Legge non ha alcuna speranza. Sempre che quando sarà il momento la Costituzione ci sarà ancora e che a nessuno sia venuto in mente di abolirla, così tanto per cambiare qualcosa e per semplificarci la vita.” (commento su Facebook)

Sarebbe una sconfitta deprimente di tutta la società e del mondo dell’Educazione. La qualità di un servizio delicato come quello dei nidi si tutela con le funzioni qualificate di coordinamento, con la supervisione obbligatoria dell’equìpe educativa, con la formazione permanente e l’aggiornamento, con la partecipazione attiva dei genitori agli organi di gestione. Sarebbe veramente aberrante l’uso di telecamere a scopo preventivo. Diventerebbe un ridicolo “Truman show ” all’italiana.

Leggi articoli precedenti:

Orrore negli asili nido, è solo questione di telecamere?

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Blogger autodidatta, Educatore Professionale con Laurea Magistrale in Management del Servizio Sociale a Indirizzo Formativo Europeo; Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Profilo corrente: Ata nella Scuola Pubblica. Inserito nelle Graduatorie d'Istituto 3a fascia per l'insegnamento di "Filosofia e Scienze Umane"

1 Commento

  1. Condivido le preoccupazioni espresse. Inviterei tuttavia a leggere il testo di legge (è anche molto breve) che , per esempio VIETA le webcam proprio evitare confusioni tra le condivisibili riflessioni degli operatori e quanto contenuto nel testo “Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale.”
    Mi permetto di riportare una breve sintesi e alcune riflessioni. Certamente gli episodi di violenze esistono e ogni volta che la cronaca ce ne dà notizia, suscita in noi indignazione e sdegno. Siamo sicuri che la telecamera sia “la” soluzione? Certo no. Oltre al fatto che gli educatori si sentono sostanzialmente sfiduciati, ci sono sempre zone dove l’occhio della telecamera non arriva. Certamente non possiamo “delegare” alla videosorveglianza la tranquillità educativa. E’ invece prioritaria, per la tutela dei soggetti fragili che non sono in grado di rispondere alle violenze o di riferirle, come prevede infatti la legge, che si assegni priorità alla formazione professionale iniziale e continua degli operatori a cui affidiamo i nostri soggetti fragili, ai colloqui attitudinali (poiché il titolo di studio in sé non è sufficiente) , al monitoraggio permanente, alla condivisione in équipe psico-pedagogiche territoriali dell’esperienza, che è la prima fonte di crescita professionale, ma anche il primo luogo dove cogliere precocemente l’insorgenza di eventuali criticità. E’ noto infatti che la prolungata permanenza quotidiana nel lavoro di cura, con soggetti anziani o sofferenti, comporta un progressivo logoramento psico-fisico (la sindrome del cosiddetto burn out).
    Infine è decisivo il maggior coinvolgimento educativo e accuditivo nelle relazioni con i familiari per accrescere la fiducia e la consapevolezza di affidare i propri cari a personale qualificato per questo delicato ruolo relazionale nelle professioni di cura. Ciò significa che l’alleanza di corresponsabilità educativa e di cura è li principale strumento per il benessere delle persone più fragili. Un’autentica azione preventiva si realizza attraverso colloqui individuali o incontri collettivi tra famiglie e operatori o educatori per garantire, ove possibile, le visite lungo l’intero arco della giornata nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali. Per l’attuazione è stato istituito un Fondo di 15 milioni per il triennio 2017-19.
    Tutto questo è contenuto nella legge approvata che prevede da ultimo, con molte cautele restrittive, anche l’uso delle videocamere, laddove vi sia un possibile reato di violenza, come soluzione estrema, per non compromettere la spontaneità dei rapporti, per tutelare il diritto alla privacy e la dignità dei lavoratori. Si vietano in modo categorico sistemi di controllo più intrusivi come le webcam, si ammettono le telecamere a circuito chiuso allo scopo soltanto di velocizzare le indagini in caso di segnalazione di un reato di maltrattamento. Nei casi di urgenza, la polizia giudiziaria può accedere alle registrazioni dandone immediata comunicazione al pubblico ministero.
    Le immagini dovranno essere criptate, l’accesso alla visione delle registrazioni sarà consentito solo all’autorità giudiziaria che svolge le indagini. L’installazione deve essere preceduta da un accordo collettivo con i lavoratori e adeguatamente segnalata. Gli utenti e il personale avranno comunque diritto ad essere informati sulla raccolta delle registrazioni, sui sistemi relativi alla loro conservazione, nonché sulle modalità e condizioni per accedervi. E in ogni caso le modalità di funzionamento dei sistemi di videosorveglianza sono rimesse a un provvedimento dell’autorità Garante per i dati personali.

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