In data 8 marzo 2015 il prof. Galli Della Loggia con un articolo dal titolo “La scuola cattiva è questa”, ha fornito le “sue ricette” sulla “Cattiva Scuola”.
In quell’occasione abbiamo fornito ulteriori elementi di riflessione con le considerazioni che sono state pubblicate su alcuni siti web (tecnicadellascuola.it, aetnanet.org)
Anche nella giornata di sabato 29 aprile 2017, l’editorialista del corriere della sera ha pubblicato il suo editoriale di accusa al “sistema scuola”, colpevole di non selezionare abbastanza, di basarsi sulla “promozione d’ufficio” invece che su un’impostazione meritocratica.
A volte succede che la verità non sia così semplice come appare. La situazione attuale della Scuola italiana è frutto di molti fattori e dell’opera di molti attori.
Troppo facile limitarsi a colpevolizzare esclusivamente il “sistema scuola” senza fare un’analisi seria e approfondita di tutto il contorno, degli elementi di natura politica che hanno inciso in passato e stanno incidendo pesantemente nel sistema istruzione, dei cambiamenti in corso nella società, nell’economia, nel mondo del lavoro. È frequente negli istituti scolastici sentire qualche docente chiamarsi fuori ritenendosi più responsabile di altri colleghi. Ma come dice una vecchia canzone, “non ci si può ritenere assolti ma si è lo stesso coinvolti”.
Le responsabilità non consistono solo nel voto ma sono estese agli organi di partecipazione, ai collegi, ai comitati di valutazione, alla composizione dei consigli d’istituto, all’impegno sindacale e sulla sicurezza.
La nota dolente è che, in questi organismi vitali, sembra aumentare la tendenza a defilarsi e deresponsabilizzarsi per concentrarsi solo nel lavoro d’aula.
Tendenza probabilmente aiutata dalla nuova impostazione normativa che cristallizza i poteri gerarchici della dirigenza attraverso il sistema pseudo”meritocratico” interno dei bonus premiali e che “mette in soffitta” il cosiddetto lavoro “cooperativo” e “partecipativo” che ha storicamente sempre contraddistinto il corpo docente e il personale della scuola.
Chiudiamo sul problema delle bocciature, che, comunque, a nostro avviso, è uno dei problemi minori della Scuola italiana: È un discorso lungo, in cui dovremmo inserire una riflessione sulle numerose certificazioni Bes e Dsa presentate dalle famiglie, ma occorre far presente che nella scuola europea, nei paesi nordici, che sono ai vertici della classifica Ocse, in particolare nella scuola anglosassone, il concetto di bocciatura è limitato o non esiste proprio.
Eppure la scuola anglosassone è quella a cui vogliamo assomigliare, o no?
Galli della Loggia testimonia, denuncia esplicitamente e mette sotto accusa “la grande menzogna su cui si regge da anni il sistema dell’istruzione italiano: le promozioni d’ufficio”. Le cause tecniche di questa situazione vanno individuate nel potere attribuito (nel 2025? e quasi sicuramente per poter ritoccare, in via eccezionale, qualche singola insufficienza di qualche docente troppo severo) al Consiglio di Classe di decidere a maggioranza i voti da assegnare in base alle “proposte” dei docenti e nell’abuso generalizzato di questa prerogativa per cui “Avviene dunque una sorta di profana transustanziazione: le più catastrofiche insufficienze si tramutano in sufficienze, gli alunni più svogliati in bravi ragazzi, i più accidentati itinerari scolastici diventano tranquilli passaggi all’anno successivo. E così via fino all’immancabile successo del diploma finale”.
È successo infatti che, negli ultimi anni o decenni, si è avviato e consolidato l’andazzo, la moda o il trend delle citate “promozioni d’ufficio” per cui “nelle scuole italiane la bocciatura è di fatto bandita” e “chi nel nostro Paese inizia il corso di studi è pressoché matematicamente sicuro di arrivare al traguardo”.
I motivi vanno ricercati in una specie di ferrea, interessata e ineludibile congiura a mentire instauratasi fra “le superiori autorità (cioè il governo), il Miur, i DS regionali (e anche d’Istituto)” allo scopo di mantenere o conseguire, sulla base dei “successi” degli Istituti scolastici, carriere e retribuzioni dei DS, risorse economiche per le scuole, non perdere iscritti ed evitare l’accorpamento ad altro istituto.
Questa in sintesi la denuncia di Galli della Loggia. Denuncia veritiera, condivisibile e che doveva essere considerata nell’elaborazione del ddl Buona Scuola.
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