Fioccano in molte scuole superiori i progetti finanziati di “Alternanza scuola-lavoro” che dovrebbero instradare gli studenti dell’ultimo triennio al mondo del lavoro coniugando il “sapere” con il “saper fare”.
L’alternanza scuola-lavoro è obbligatoria, è una delle innovazioni introdotte dalla legge 107 del 2015 e “chiama in causa anche gli adulti, nel loro ruolo di tutor interni (docenti) e tutor esterni (referenti della realtà ospitante).
Non solo imprese e aziende, ma anche associazioni sportive e di volontariato, enti culturali, istituzioni e ordini professionali possono diventare partner educativi della scuola per sviluppare in sinergia esperienze coerenti alle attitudini e alle passioni di ogni ragazza e di ogni ragazzo.
400 ore negli istituti tecnici e professionali e 200 ore nei licei che possono essere svolte anche durante la sospensione delle attività didattiche e/o all’estero” (dal sito istruzione).
A beneficio di questi progetti e di un sano coinvolgimento degli studenti, vorremmo riportare di seguito alcuni eventi di cronaca che riteniamo “eventi sentinella” da non sottovalutare.
Queste testimonianze possono essere un importante stimolo per gli istituti scolastici a prevenire situazioni di “malagestione” e di disattenzione.
Scrive Massimo Gramellini sabato 22 aprile 2017:
“Nessuno oserà negare che il progetto «Alternanza scuola-lavoro», fortemente voluto dal ministero della Pubblica Distruzione per avviare gli studenti alle gioie dell’impiego, abbia un elevato valore educativo. Però si sa come va a finire con i progetti educativi, dalle nostre parti: appena si staccano dalla carta, dove sono bellissimi, e planano sulla realtà, rischiano di trasformarsi in storie come questa. A Gattico, un battito di ciglia dal lago Maggiore, la scuola distacca un adolescente presso un magazzino per consentirgli di compiere un’esperienza da stagista. Il guadagno è pari a zero, perché è giusto che i lavoratori si abituino fin da piccoli alla regola in base alla quale, nella società gratuita dei social, il lavoro o non c’è o, quando c’è, non vale niente. Ma il giovane birbante non ci sta e decide di autoassegnarsi un reddito di cittadinanza, prelevando 400 euro dalle casse dell’azienda sotto forma di merci. Uno dei proprietari se ne accorge e gli impartisce una lezione di alta morale. Gli intima: o me ne restituisci 600 (cioè 400 più Iva Strozzina del 50%) o faccio la spia con i tuoi genitori. Il ragazzo paga il pizzo richiesto, vendendosi la consolle dei videogiochi, e allora l’imprenditore alza ulteriormente il livello della lezione: adesso di euro gliene chiede 5.000. A questo punto lo studente ritiene di avere imparato abbastanza e si rivolge ai carabinieri, che arrestano l’educatore per estorsione. Sarebbe interessante sapere con quale criterio il Ministero sceglie gli imprenditori-insegnanti. O forse preferiamo continuare a non saperlo”. (tratto dal sito del corriere)
Scrive andrea Carlino venerdì 21 aprile 2017
“Disavventura per 28 studenti dell’Istituto Sturzo di Gela. I ragazzi dovevano trascorrere una settimana a Piazza Armerina, impegnati in un progetto di alternanza scuola/lavoro. Purtroppo i sette giorni si sono conclusi in anticipo con un imprevisto che ha portato a dovere chiudere in anticipo lo stage.
Un’intossicazione di gruppo che ha costretto i partecipanti al ricorso al Pronto Soccorso.
I ragazzi erano ospiti di una nota struttura alberghiera di Piazza Armerina, cittadina nota in tutto il mondo per i mosaici. Qualcosa però non è andato bene e già martedì scorso – come riporta La Sicilia – alcuni ragazzi avrebbero iniziato a sentire i sintomi di una possibile intossicazione alimentare: nausea e vomito anche per i docenti.
Dopo una notte difficile, i partecipanti hanno fatto tappa verso casa non prima di essersi fatti visitare. Nessun ricovero, per alcuni solo flebo per migliorare le funzioni vitali”. (tratto dal sito tecnicadellascuola)
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