La legge Iori e la legge Lorenzin, diciamocelo, non hanno sanato la grande ferita del doppio profilo dell’educatore professionale ma l’hanno resa ancora più profonda e purulenta.
I parlamentari delle commissioni che hanno approvato le due leggi si sono fatti guidare dalle sirene delle associazioni corporative di categoria.
Associazioni che appaiono affette da una visione sbilenca e miope della professione di educatore: Contro ogni logica di formazione integrata prevista dall’articolo 12 della legge quadro di riforma del welfare, e a differenza di quanto è stato fatto per assistenti sociali e psicologi, si è dato vita ad un profilo professionale “schizofrenico bipolare (o forse tripolare): da una parte l’associazione degli educatori “paramedici” “sottuttoio” e “vogliotuttoio” baciati dal DM 520/98, dall’altra le associazioni degli educatori “umanistici e filosofici” tendenti alla libera professione che sperano in una fetta consistente di mercato.
Nessuna di queste associazioni ha puntato su una legge che disciplinasse un profilo unico formativo e un sistema di equipollenze con integrazione di crediti per sanare il pregresso, quando le interfacoltà non funzionavano e quando la laurea Snt2 dei baroni della medicina non era ancora decollata
Si sono così lasciati decine di migliaia di laureati in balìa dell’incertezza totale facendo cadere nel panico quegli educatori professionali laureati in scienze dell’educazione e formazione che da anni lavorano nelle strutture sanitarie e che sentono incombere su di loro la minaccia di un licenziamento.
Vedremo cosa succederà ma intanto notiamo che il Governo chiama come interlocutori sui decreti attuativi e sull’esame dei percorsi formativi solo l’Associazione di educatori che storicamente ha portato avanti il monopolio di medicina discriminando le rappresentanze degli educatori delle facoltà di scienze della formazione e dell’educazione.
Di questa assurda e grave decisione del MIUR ne parla, in un suo articolo postato sui social, il dr. Santi Laganà.
Articolo che vale la pena di leggere e che riportiamo di seguito.
LA LEGGE “IORI”, LA LEGGE “LORENZIN”, I DECRETI ATTUATIVI, I DIRIGENTI DEL MIUR, IL CUN, GLI EDUCATORI E I PEDAGOGISTI
Sappiamo per certo che la Legge “Iori” non avrà i Decreti Attuativi.
Sappiamo per certo che la Legge “Lorenzin” ha avuto i Decreti Attuativi.
Sappiamo che la motivazione addotta dai Dirigenti del MIUR per non pubblicare i Decreti Attuativi alla Legge “Iori” è stata che con l’attuazione dei Corsi Universitari previsti dalla stessa, la Legge veniva attuata nella sua pienezza.
Per i Dirigenti del MIUR non serve altro e quindi si sono mossi di conseguenza ed ecco che con nota del Direttore Generale della DGSINFS Prot. 2038 del 24 gennaio 2018 si richiede al Consiglio Universitario Nazionale (CUN) la designazione di un rappresentante per costituire un tavolo tecnico per esaminare con il Ministero della Salute ed alla presenza dell’Associazione Nazionale Educatori Professionali (ANEP), una possibile soluzione all’attuale duplicità della formazione in campo sanitario ed umanistico-sociale dell’educatore anche alla luce della recente individuazione della “Qualifica di educatore socio-pedagogico e pedagogista” nella Legge di Bilancio 2018 (Legge “Iori”).
La prima nota stonata, molto stonata, è quella che l’alto Dirigente del MIUR intende costituire un tavolo tecnico tra MIUR, Ministero della Salute con la presenza della SOLA ANEP e l’ordine del giorno di questo tavolo tecnico dovrebbe essere:
“la duplice formazione in campo sanitario ed umanistico-sociale dell’educatore”.
E tutto ciò alla presenza di una Legge dello Stato che individua le “Qualifica di educatore socio-pedagogico e pedagogista” (Legge “Iori”).
Bene, il CUN individua il proprio rappresentante nel Prof. Mario Amore, ordinario, presso il Dipartimento di Neuroscienze, riabilitazione oftalmologia e generica e scienze materno-infantili dell’Università degli studi di Genova (SSD MED/25).
La scelta del CUN, viste le premesse (MIUR), non poteva essere diversa da quella fatta (Medico).
L’alto Dirigente del MIUR è convinto che per discutere della duplice formazione in campo sanitario ed umanistico-sociale dell’educatore, oltre al MIUR stesso e al Ministero della Salute debba esserci SOLO l’ANEP, cioè l’Associazione Professionale di Categoria dei laureati Classe L/SNT02.
Leggere il comunicato dell’Adunanza del 6 marzo 2018 del Consiglio Universitario Nazionale mi turba e mi irrita allo stesso momento.
È mai possibile che il MIUR e il CUN non siano consapevoli che esistono pedagogisti sia accademici che professionisti che si occupano a pieno titolo e da parecchio tempo di neuroscienze?
È mai possibile che il MIUR e il CUN non siano consapevoli che, certamente ci sono medici che sanno di pedagogia ed educazione ma, allo stesso modo, ci sono pedagogisti che sanno di neuroscienze?
È mai possibile che il MIUR e il CUN non siano consapevoli che il rapporto tra salute ed educazione, tra scienze della natura e scienze umane – quindi la duplice formazione in campo sanitario ed umanistico-sociale dell’educatore e la mancata presenza del pedagogista nell’elenco delle professioni sanitarie – non possa non tenere conto che:
“… Nessuna sindrome in psichiatria ha un sintomo fondamentale, o un cluster di sintomi fondamentali, come vorrebbe spacciarti il DSM-5.
La psicopatologia, invece, come cornice di senso in cui inserire questi segni o sintomi, è l’unica prospettiva che può guidarti nella criticità diagnostica.
MA DEVI SAPERE, CARA/O AMICA/O, CHE LA PSICOPATOLOGIA NON È PER NULLA APPANNAGGIO DELLA MEDICINA. (O DELLA PSICOLOGIA N.d.R.)
Essa deriva, nel suo impianto metodologico, DALLE SCIENZE UMANE, ovvero dalla filosofia della storia (Dilthey) e dalla filosofia della vita (Simmel).
Essa si è strutturata con le concettualizzazioni della fenomenologia (Husserl), della filosofia dell’esistenza (Heidegger, Sartre, Merlau-Ponty) e dell’ermeneutica (Ricoeur, Gadamer).
La psicopatologia riconosce un impianto ed un metodo che non sono quelli del sapere medico-naturalistico ma che, paradossalmente, rendono significativo il sapere medico, cioè la semeiotica, applicata all’incontro e alla relazione con il malato mentale.
Il fatto che la psicopatologia non ha una fondazione medica è il motivo per cui è stata abbandonata dalla psichiatria ufficiale o maistream, del tutto preoccupata solo di ricevere una legittimazione dalla medicina.
In cattedra di psichiatria, per tutto il Secondo Novecento, non ha mai messo piede nemmeno uno psicopatologo, e i docenti sono troppo impegnati a correre dietro il “publish or perish” su riviste impattate, modaiole e asservite al consensus, per potersi dedicare alla psicopatologia …”.
Gilberto Di Petta, Lettera a un giovane specializzando in psichiatria su http://www.psychiatryonline.it/node/7247
È mai possibile che il MIUR e il CUN non siano consapevoli che a quel tavolo, se non dovessero esserci i pedagogisti accademici e i pedagogisti e gli educatori professionisti attraverso le Associazioni Professionali di Categoria, verrebbe perpetrata non solo un’ingiustizia ma anche sotto il profilo scientifico quel tavolo sarebbe monco?
Ed allora invito con garbo e senso di responsabilità i nostri Accademici e tutte le nostre Associazioni Professionali di Categoria a far sentire con forza la propria voce per sedersi a quel tavolo, dove senza di noi verrebbero assassinate, non solo le nostre professioni, ma la ricerca che grazie, soprattutto, a pedagogisti professionisti sta fondando una neuropedagogia.
In ultimo, e non perché ultima cosa e dopo le mie dimissioni da Consigliere Nazionale, spero con tutto me stesso che la P.ED.I.AS., l’Associazione Professionale di Categoria a cui aderisco, rinnovi al più presto gli Organi Statutari scaduti da tempo, per potersi sedere a quel tavolo tecnico nella pienezza dei suoi poteri istituzionali e far sentire con forza le conoscenze e le competenze che storicamente le appartengono.
Peccato che si racconti solo che fa pendere la bilancia dalla propria parte, basta visitare velocemente il sito di ANEP per capire che le cose stanno diversamente. Ci si lamenta degli altri ma non si guarda mai a casa propria. Continuo ad essere dispiaciuto da questi atteggiamenti
Alessandro, siamo pronti ad accogliere nuove posizioni costruttive.
La lettura di un sito non sconfessa la verità storica. Chi ha voluto l’inquadramento in Sanità? , chi ha eretto barriere contro i neolaureati dei primi anni 2000? Chi ha dovuto affrontare costosi ricorsi al tar o al tribunale senza avere alcun appoggio dell’associazione?