“L’estate 2003 sarà ricordata da molti come la più lunga e la più secca che l’Italia abbia vissuto a memoria d’uomo, ma negli anni successivi vi sono stati altri picchi di calore, seppur più brevi, che, al Centro-Sud, hanno raggiunto valori termici estremi superiori a quelli del 2003, talvolta di molto.
All’inizio di una settimana che si annuncia potenzialmente rovente, andiamo a ripercorrere quelle che sono state le maggiori ondate di caldo che hanno interessato l’Italia, e spesso ampie parti d’Europa, in questo nuovo millennio. Non si può non partire con l’estate del 2003, quando in Italia, tra Giugno ed Agosto, si ebbero numerose intense ondate di calore, in un contesto isobarico quasi sempre controllato dagli anticicloni, ora azzorriani, ora, più spesso, africani..L’estate 2007 misurò dei picchi eccezionali di caldo al Sud Italia e sul versante adriatico, a seguito di richiami molto intensi di masse d’aria dal Sahara, acuiti, al suolo, da forti correnti sud-occidentali che seccarono l’aria e crearono, localmente, un effetto molto simile a quello del Foehn e limitarono, diffusamente, la mitigazione del Mediterraneo Meridionale.
Le avvezioni calde furono piuttosto brevi, ma ripetute, in un’ottica molto dinamica, per tutti e 3 i mesi meteorologici estivi. I picchi massimi si ebbero a fine giugno, specie in Puglia e Sicilia, dove i valori a 850hpas raggiunsero, diffusamente, il dato eccezionale di 28-30°C, segnatamente il giorno 25 di quel mese.
Estremi tra i 26 ed i 28°C, sempre a 850hpas e sempre al Sud Italia, il 24 luglio ed il 30 agosto.
A Foggia Amendola si raggiunsero i 47°C il 25 giugno (record assoluto per la stazione), i 45.2°c il 24 luglio e i 43.6°C il 30 agosto 2007 ed in tutti e tre gli episodi con umidità media giornaliera di poco superiore al 20%. Le medie termiche complessive furono, nonostante tutto, sempre inferiori a quelle, rispettive, di tutti e 3 i mesi estivi del 2003, la quale estate non ebbe punte di calore come queste, ma fu molto più continua e afosa..
L’estate 2008, come l’estate 2006, fu, mediamente, molto meno bollente, anche se, nelle aree più calde di Sicilia e Puglia, si sono superati, di poco, i 40°C, all’inizio del mese di luglio.” (http://www.meteogiornale.it)
Non sono a rischio solo gli anziani e i bambini ma sono a rischio soprattutto gli anziani soli, privi di assistenza e reti parentali. Non basta ogni pur lodevole iniziativa di volontariato del Comune in questi torridi giorni di agosto 2017 in cui imperversa la bolla africana denominata “Lucifero” con punte che sfiorano i 50 gradi. Non bastano eventuali servizi di supporto dedicati soprattutto a chi esce dall’ospedale. Non sappiamo se esistano ancora le oasi verdi e blu destinate soprattutto alle persone anziane che hanno un minimo di autosufficienza.
Il vero problema irrisolto rimane la programmazione dell’assistenza nei mesi estivi alle persone sole non autosufficienti e non raggiunte dai servizi sociali domiciliari. Persone che avendo pensioni molto basse, non possono concedersi collaboratori domestici.
Nei mesi estivi del 2003 ci furono tanti morti per il caldo e per la solitudine nelle varie periferie romane. Anziani deceduti nella loro casa e ritrovati anche dopo diverso tempo con l’aiuto dei vigili del fuoco.
Di questi fenomeni oggi se ne parla poco e forse si fa meno informazione, forse per tenere affrancata la coscienza collettiva e la responsabilità delle istituzioni di prossimità. Eppure basterebbe poco per creare un collegamento tra distretti socio sanitari, medici curanti, servizi sociali e organizzazioni di volontariato.
I medici di famiglia sono una fonte di informazione che consente di arrivare in tempo in situazioni a rischio dove numerose vite umane potrebbero essere salvate.
Importante sarebbe diffondere nella penisola specifici servizi che sono presenti solo in alcune città illuminate e offerti agli anziani durante tutto l’anno e intensificati in questi giorni di caldo torrido: ad esempio la possibilità di segnalare, da parte dei medici di famiglia, gli anziani ultra settantacinquenni soli in condizione di fragilità per l’inserimento nel servizio di sorveglianza attiva (monitoraggio telefonico periodico, rafforzato nei periodo di ondata di calore).
Tali servizi sono rivolti soprattutto alle persone sole che non dispongono di una rete familiare idonea a garantirne la sorveglianza delle condizioni di salute e di bisogno. La sorveglianza consiste essenzialmente in contatti telefonici con gli anziani a rischio: più aumenta il rischio, tarato in base alle condizioni atmosferiche, più frequenti saranno le telefonate fino a contatti quotidiani in presenza di condizioni climatiche particolarmente sfavorevoli.
Una società civile si misura anche dalla sua capacità di tutelare i cittadini più fragili.
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