Gravissimo quello che sta accadendo in questi giorni in Toscana: Enti pubblici ed Enti privati stanno discriminando nei concorsi pubblici e nelle offerte di lavoro gli educatori professionali che si sono laureati nelle Facoltà di Scienze dell’Educazione e della Formazione.
Riguardo a concorsi pubblici presso le Aziende Sanitarie Locali, prima di dare notizia di quello attuale in Toscana, vorremmo ricordare quanto aveva deliberato la ASL di Sassari qualche anno fa per un concorso analogo dichiarando che la Laurea di Scienza dell’Educazione è titolo assorbente e superiore rispetto al vecchio Diploma Universitario di Educatore Professionale (Ecco la Delibera della ASL di Sassari ).
Veniamo al caso attuale del concorso dove 35 educatori laureati, erano stati esclusi in data 9 agosto 2017 da questo concorso pubblico della Azienda USL Toscana Nord Ovest e successivamente, in data 5 ottobre 2017, riammessi al concorso con riserva.
Vistasi recapitare richieste di chiarimenti sui motivi dell’esclusione l’ Ente di Supporto Tecnico Amministrativo regionale (ESTAR) ha deciso di correggere la delibera di esclusione dei “malcapitati” educatori riammettendoli con riserva ma rimandando ogni responsabilità alle rispettive università che hanno rilasciato i titoli di studio le quali dovranno certificare l’idoneità del titolo stesso come requisito per il profilo richiesto nel bando di concorso (Determina_dipartimento_Estar). Ma come sappiano bene alcune Facoltà di Scienze dell’Educazione e della Formazione avevano scritto chiaramente nei loro Ordinamenti Didattici che il corso di laurea era abilitante per l’esercizio della professione nelle Aziende Sanitarie e Ospedali come è scritto chiaramente nella terz’ultima pagina (sbocchi occupazionali per i laureati) di questo documento del 2009 dell’Università degli Studi di Roma Tre Leggi il documento
Alla luce di questo documento o di documenti simili, a nostro avviso, sarebbe un falso in atto pubblico se le stesse Università dichiarassero non idoneo il titolo di laurea nei concorsi indetti dalle Aziende Sanitarie.
Gli educatori professionali stanno chiaramente subendo soprusi enormi perché il Decreto Ministeriale 520/98, originaria fonte normativa, non aveva affidato la formazione degli educatori alle Facoltà di Medicina ma aveva previsto un percorso unico inter-Facoltà. L’Educatore professionale “paramedico”, privilegiato rispetto al laureato Educatore Professionale proveniente da altre Facoltà, è una stortura anticostituzionale tutta italiana che richiederebbe un intervento giudiziario immediato in sede civile e penale e una pronuncia della stessa Corte Costituzionale perché non può esistere una stessa qualifica di “Educatore professionale” con attribuzioni e diritti occupazionali diversi e discriminatori.
Questo caos ha generato e sta generando altre gravi discriminazioni nel settore privato: recenti offerte di lavoro pubblicate da cooperative socio-sanitarie, in alcuni servizi per i minori, richiedono esclusivamente la laurea in educatore professionale acquisita presso le Facoltà di Medicina (snt2) o titoli equipollenti.
E’ il caso, ad esempio di queste cooperative toscane:
Di seguito pubblichiamo la sentenza del Tribunale di Roma nella quale l’Università aveva contestato l’ipotesi di pubblicità ingannevole dichiarando la veridicità dello sbocco professionale anche nei servizi socio sanitari presso Asl ed ospedali e il giudice aveva accolto la tesi dell’Università. (Ecco la sentenza)
Leave a Reply