Nei suoi ultimi giorni prima del referendum l’ex presidente del consiglio Matteo Renzi ha più spesso ripetuto di aver commesso errori con la sua riforma della scuola. Un “pentimento” che arriva tardivo, visti i danni prodotti ai quali bisogna ora rimediare.
La sostituzione della Ministra Giannini con Valeria Fedeli, ex sindacalista, appare certamente come un segnale di svolta rispetto al passato e potrebbe riportare il mondo della Scuola su binari decisamente più corretti ed equlibrati.
La neo Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli nel pomeriggio di lunedì 19 dicembre ha ricevuto nella sua sede di viale Trastevere i rappresentanti dei 5 sindacati della scuola, Flc Cgil, Cisl, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda insegnanti. Li ha ricevuti separatamente: «Per me è essenziale incontrare e ascoltare i rappresentanti dei mondi di riferimento del nostro Ministero», ha detto la neo Ministra del Governo Gentiloni che ha dichiarato la propria volontà di ricucire un rapporto positivo con il mondo della scuola.
Molte le questioni sul tavolo a partire dal rinnovo del contratto della categoria ma soprattutto la legge 107, quella della riforma che ha compattato dopo molto tempo tutte le rappresentanze sindacali portandole due volte allo sciopero generale.
Alla ministra Fedeli la Gilda ha chiesto «l’abrogazione in toto della Buona scuola» con «l’abolizione dei due pilastri della riforma: chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici e titolarità su ambiti». E la chiamata diretta è uno dei punti fondamentali da rivedere anche per tutti gli altri sindacati che ne hanno discusso con la ministra. Per la Flc Cgil «va superata, gli esiti fallimentari stanno ancora producendo effetti negativi nelle scuole», perciò è un «punto irrinunciabile», «nessuna discrezionalità va lasciata alla dirigenza, l’assegnazione dei docenti dall’ambito alla scuola deve basarsi su una tabella di requisiti oggettivi e trasparenti da contrattare nazionalmente». Per la Cisl la chiamata diretta è «una procedura farraginosa con effetti penalizzanti per il personale ma sono rimasti vaghi i vantaggi per il personale»
Dopo l’incontro, il Segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, ha espresso soddisfazione attraverso un comunicato stampa che di seguito riportiamo:
ABBIAMO UN ACCORDO CON IL GOVERNO PER QUESTO. PARTIAMO DA QUI.
«E’ il contratto che deve modificare gli errori della legge. Abbiamo un accordo con il Governo per questo. Partiamo da qui»
E’ questa in sintesi la posizione della Uil scuola illustrata oggi dal segretario generale, Pino Turi, nel colloquio con il ministro dell’istruzione Fedeli.
Un incontro franco, durato una mezz’ora. Nessuna ‘lista della spesa’ per la Uil Scuola, ma la definizione di un metodo di lavoro all’insegna della correttezza e della disponibilità, concordato con il ministro –ben orientato e determinato a risolvere concretamente i problemi, osserva Turi – che ha dichiarato la propria volontà di ricucire un rapporto positivo con il mondo della scuola.
Mobilità (chiamata diretta), utilizzo del salario accessorio (bonus docenti), valutazione del personale docente e dirigente, formazione: sono le materie che la legge ha sottratto alla contrattazione e ad essa vanno ricondotte. Riguardano tutti i lavoratori della scuola: dirigenti; docenti; personale ATA che rappresentano l’elemento costitutivo della scuola dell’autonomia.
Bisogna ristabilire gli equilibri dei rapporti decisionali, in funzione delle norme costituzionali, tra organi monocratici e organi collegiali della scuola. Questo – aggiunge Turi – è il nucleo della questione.
Il contratto – ribadisce Turi – deve agire su questi temi che hanno ricadute sul lavoro delle persone e riflessi diretti sull’efficienza del sistema scolastico.
Riguardo poi all’attuazione delle deleghe previste dalla legge 107, attraverso sinergie, condivisioni ed anche una eventuale proroga dei termini, si potranno individuare gli strumenti utili per la soluzione dei problemi aperti, come quello del reclutamento che resta l’obiettivo fallito della legge stessa.
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