La proposta di legge 2656, detta legge Iori-Binetti, che avrebbe dovuto mettere ordine sul profilo professionale degli educatori, sembra destinata ad approdare nelle Aule parlamentari alla vigilia del voto per le amministrative. Secondo migliaia di educatori professionali riuniti sui social network, il testo della legge, così come viene portato in Aula, non mira a risolvere il caos della formazione universitaria di questi ultimi 15 anni (vedi articolo precedente) .
Il testo di legge uscito dalle Commissioni parlamentari, contrariamente a quanto avviene in Europa, sancirebbe definitivamente la frammentazione del profilo professionale dell’educatore in branche varie con conseguenti profitti per le università e molti oneri per laureandi e laureati. Tale impostazione sarebbe frutto di pressioni da parte di una lobby associativa siciliana, favorirebbe gli interessi cattedratici di alcune università e toglierebbe le castagne dal fuoco a soggetti del Terzo Settore che hanno bisogno di una sanatoria generale sulle qualifiche di soci e dipendenti per non essere esclusi da appalti pubblici e accreditamenti.
Ecco di seguito l’appello che, da oggi, gli Educatori Professionali laureati presso le facoltà di Scienze della Formazione e dell’Educazione e riuniti in un gruppo FB, manderano all’indirizzo di ogni singolo deputato e senatore perché la legge venga rimandata nelle commissioni e modificata.
L’intento è quello di non vanificare le speranze di decine di migliaia di laureati e dei tanti studenti universitari in tutta Italia che credono ancora in un profilo unico “europeo” e in un albo professionale degli educatori.
LETTERA DEGLI EDUCATORI AI SENATORI E AI DEPUTATI DEL PARLAMENTO ITALIANO
“Onorevoli Senatori, Onorevoli deputati,
Siamo educatori professionali e pedagogisti. Non siamo un’associazione e abbiamo trovato utile affidarci alle potenzialità della rete telematica per difenderci dalla esclusione dei laureati delle Classi di Laurea L 18 e L19 dal mercato del lavoro.
Il Gruppo Facebook è stato per noi il percorso idoneo a canalizzare energie per fare chiarezza tra noi professionisti e per far emergere contraddizioni e violazioni. Dal 2012 abbiamo messo in atto varie iniziative per ottenere un giusto riconoscimento della nostra formazione universitaria. Prendiamo atto che la proposta di legge Iori-Binetti si sta assumendo un’importante responsabilità legislativa. La potenziale gratitudine per questa assunzione di responsabilità si arresta subito all’evidenza del testo che caratterizza la proposta di legge.
Senza nulla togliere alla lettura presentata alla Camera dei deputati dall’On. Iori, dalla quale ci sentiamo rappresentati pienamente per la parte introduttiva, ci dichiariamo, invece, decisamente insoddisfatti del testo giunto in Aula. Nonostante sia nato con le migliori intenzioni, il testo del DDL resta assai impreciso e approssimativo e riflette la incompletezza di informazioni fornite ai membri delle Commissioni parlamentari. Per legge si decreta che questa formazione universitaria esula dagli intendimenti dell’Unione Europea sulla libera circolazione delle professioni (art. 4 e seguenti del D.Lgv. 206/2007 in applicazione della D.E, 36/C.E./2005). Si vorrebbe forse radicare il DDL alla legge 4/2013 ma che ci azzecca?
Inoltre si era detto “niente più ordini e albi in Italia” eppure è appena stato approvato al Senato il DDL sulle professioni sanitarie dove si conferisce agli psicologi un potere senza precedenti nella storia, abbastanza simile a quello dell’ordine dei medici.
In Italia, in questi ultimi 15 anni, si è giunti al paradosso di 2 Facoltà universitarie con 2 corsi di laurea (in alcuni casi speculari) che preparano a una medesima professione senza però dare identica spendibilità nel mercato. Una palese violazione di quelle norme italiane ed europee sulle professioni in base alle quali, dopo un percorso di studi universitari, deve necessariamente conseguire l’abilitazione professionale senza oneri aggiuntivi per gli studenti.
A nostro avviso, i Ministeri della Salute, dell’Università, delle Politiche Sociali e del Lavoro sono venuti meno al loro mandato costituzionale lasciando nel caos più totale oltre 150mila laureati delle 2 facoltà universitarie.
Il gruppo Facebook da cui scriviamo raccoglie lo spirito, la mission e la vision di 15mila laureati.
Abbiamo chiesto preventivo ascolto agli estensori del Disegno di Legge 2656 per ottenere le giuste e legittime modifiche ma abbiamo l’impressione di essere stati considerati quasi dei “sovversivi” solo perché non siamo associazione e perchè chiediamo che la figura dell’educatore professionale non venga medicalizzata ma rimanga in un più ampio ambito integrato come prescrive l’art. 12 della legge 328/2000 e come già avviene per assistenti sociali e psicologi.
Onorevole Iori, la nostra “comunità virtuale”, nata per partigianeria necessaria e per sopravvivenza, in questi anni ha cercato di collaborare e di contribuire con tutte le proprie possibilità a questo processo legislativo ma oggi non possiamo ritenerci soddisfatti. Se è vero che si sta costruendo una professione europea perché non si rende abilitante la laurea triennale, visto che negli altri paesi europei la formazione dell’educatore (quella triennale) è abilitante all’esercizio della professione?
Come dovranno comportarsi i nostri laureati L18 e L19 che vorranno andare a lavorare in Europa ma non potranno esportare la loro formazione perché priva dell’abilitazione? Perché in questa legge, così come è stato fatto per psicologi e assistenti sociali, non si vuole disciplinare l’istituzione dell’Ordine nazionale dei Pedagogisti e degli Educatori?”
Gruppo fb “Laureati di Scienze dell’Educazione… Uniamoci tutti insieme!”
Graziano Ruggiero, Eleonora Rossi, Emanuela D’Acunto, Domenico Ciardulli,
Annunziata Di Meglio, Valentina Buono, Fabiana Garofalo, Mariarosaria Impagliazzo
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